Indelicato firma un “raccontino” sulla disputa tra prevosto e sindaco
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo quello che il consigliere comunale Alfonso Indelicato “autodefinisce” raccontino sulla disputa saronnese tra prevosto e sindaco. Titolo “C’erano una volta don Camillo e Peppone”
Se lo sguardo di Guareschi, da quel Paradiso in cui ora vive, potesse posarsi, invece che sul paesino della bassa in cui ha collocato i suoi immortali personaggi, sul campanile della nostra Prepositurale, e da lì spaziare fino a quella sorta di Palazzo di Vetro in miniatura che è il nostro Comune, lo scrittore emiliano troverebbe certo di che stupirsi.
-Com’è che oggi i preti sono alleati coi comunisti?- egli si chiederebbe. Nell’incertezza, forse si rivolgerebbe a uno di quegli angeli che Dio incarica di andare su e giù tra il Cielo e la terra per dare buone ispirazioni a noi uomini dubbiosi. – Fermati un attimo – gli direbbe – e spiegami, o caro, perché a Saronno i preti sono alleati con i comunisti -.
Al che l’angelo certo gli risponderebbe: – Ma Giovannino, come sei rimasto indietro! A Saronno il Prevosto non è alleato dei comunisti – . – No? – – No. In verità egli è il capo dei comunisti! –
Immaginiamo il sobbalzo che farebbe allora Guareschi, tanto che, se al presente non fosse egli un puro spirito, di certo capitombolerebbe giù dalla nuvoletta assegnatagli in attesa del Giorno del Giudizio. – Il fatto è – proseguirebbe l’angelo – che quelli di oggi non sono più i comunistoni dei tuoi tempi -. – Ah no, angelo? E come sono quelli di oggi? – – Non sono più quegli ottusi tetragoni con tre narici che hai descritto nei tuoi libri. Sono timidetti, incerti, non sanno bene cosa pensare e cosa fare. Talora assomigliano a quei ricchi capitalisti che dicevano di odiare tanto. E poi discutono sempre tra di loro senza mai arrivare a capo di nulla -. – E allora? – interloquirebbe il grande scrittore. – Allora ecco che Dio, nella sua grande bontà, ha deciso di dare loro una guida. E questa guida è il Prevosto -.
Immaginiamo lo sconcerto del grande narratore, il quale potrebbe rispondere all’angelo: – Ma pur sempre comunisti sono, angelo mio. Ai tempi miei ammazzavano i cristiani. Che bisogno c’era di dare loro una guida? Non era meglio lasciarli al loro destino? – Immaginiamo il sospiro dell’angelo, a questo punto, e il suo scuotere il capo, come di fronte a un incorreggibile testone. – Pure i comunisti sono figli di Dio, Giovannino, e così il Signore, che pensa e provvede a tutto, ha assegnato una guida anche a loro. Ora per piacere lasciami andare di sotto. –
-Permettimi di insistere, angelo, nella tua grande bontà … un’ultima domanda, una sola – direbbe allora Guareschi. – Se i comunisti di oggi discutono sempre, e litigano, e non sanno mai che pesci prendere, perché non lasciarli nel loro brodo? Perché dare loro una guida che li conduca fuori da quella palude in cui, tu mi dici, si trovano? E soprattutto, perché mai la loro guida dovrebbe essere un prete il quale, per quello che ne so, non assomiglia per niente al mio Don Camillo? –
Al che l’angelo, con un luminoso sorriso, forse risponderebbe: – Ma ti ho detto forse che Iddio intende tirarli fuori dai guai? Tranquillizzati. Ricordi Matteo 15. 14? “Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!” Vedi com’è grande la giustizia dell’Altissimo! –