Gilardoni: “A teatro si consuma una tragedia, il sindaco è pronto ad uccidere il Pasta”
Con una ben riuscita metafora teatrale e un dettaglia excursus Nicola Gilardoni, esponente del Pd cittadino e consigliere comunale, da voce alle preoccupazioni delle opposizioni sul futuro del teatro Giuditta Pasta.
“La trama è semplice: davanti all’incapacità di gestire i problemi e far quadrare i conti di casa, il sindaco, più avvezzo a pensare all’oggi che al domani, decide che la cosa migliore è uccidere la Giuditta Pasta ma senza assumersene la responsabilità. Dà infatti mandato ai suoi consiglieri di creare l’occasione perché muoia di morte naturale adducendo il motivo di permettere il ripristino di un corretto rapporto tra la proprietà dei locali dove vive e lavora Giuditta ed il gestore che lui stesso aveva incaricato di amministrare con oculatezza i beni della comunità.
Purtroppo la tragedia non è finzione ma appartiene al mondo reale e la modifica allo statuto proposta, che pone la condizione che la Fondazione continui a gestire il teatro nel momento in cui questa risulti vincitrice di un bando indetto dal Comune, rappresenta l’ultimo atto, la fine del Giuditta Pasta.
Cosa c’è dietro? Mancanza di visione? Mancanza di attenzione verso il tema della cultura? Mancanza di voler investire e creare qualcosa che rappresenti la città? Mancanza di accordo e condivisione con il consiglio di amministrazione? Volontà di regalare un investimento di venticinque anni al primo privato che, scelto in base ad un fantomatico bando, verrà a prendersi i frutti del lavoro fatto e di quanto seminato? Bene. Da questo momento gli amministratori si assumono la responsabilità patrimoniale delle loro azioni. Altro che Corte dei Conti. Per non voler vedere più in là del proprio naso, non è bastato ridurre in fin di vita la Fondazione e con lei il Teatro era necessario darle il colpo di grazia.
Il cambio di statuto di fatto fa venir meno l’oggetto sociale per cui è stata creata la Fondazione stessa che per fini culturali gestisce, direttamente o indirettamente, il Teatro Giuditta Pasta e le attività ad esso connesse. Quindi senza la gestione della sala teatrale la Fondazione cosa farà? Come si manterrà in piedi? Emerge drammatico il controsenso tra la volontà espressa dallo statuto iniziale, che la Fondazione gestisse la sala, e la nuova versione irrazionale dell’Amministrazione, che ne ammette ancora la possibilità ma introduce il concetto pericolosissimo che potrà continuare a farlo se la Fondazione stessa risulterà vincitrice di un fantomatico bando pubblico. Una contraddizione in termini. Lo si dica chiaro: l’Amministrazione vuole un privato a gestire il Teatro? Se accadesse le ceneri della Fondazione peserebbero tutte sul Sindaco ed i Consiglieri che hanno fatto questa scelta”
Da queste considerazioni un’amara chiosa: “Esprimiamo forte preoccupazione per il futuro della Fondazione e del Teatro Pasta e possiamo solo sperare che, come previsto dallo statuto all’art.15, il Consiglio di Amministrazione abbia la forza e l’intelligenza di non uccidere la creatura che è stato chiamato a gestire, opponendosi all’approvazione delle modifiche presentate o che, gli organi di controllo, a cui la modifica dovrà essere presentata, provincia e regione, non siano consenzienti dato il contrasto che si crea tra le modifiche proposte e la condizione stessa della sopravvivenza della Fondazione”.
07062017