Querelle Pasta, Gilardoni: “Ecco cosa preoccupa nella gestione del teatro”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento in consiglio comunale di Nicola Gilardoni, Pd Saronno, in merito alla querelle del teatro Pasta.
Com’era prevedibile la richiesta del PD di istituire una Commissione Consiliare d’indagine sull’attività della Fondazione Culturale Giuditta Pasta per la gestione del teatro, dopo le dimissioni del Presidente e del Vice Presidente e la ridda di voci, dichiarazioni, notizie divergenti sulla gestione, che hanno gettato ombre e confusione sull’attività della Fondazione, è stata respinta da Lega e Soci di maggioranza.
La proposta di collaborazione lanciata dal PD di ripartire da zero, avendo piena coscienza della situazione e dei dati di produzione culturale e dei costi/ricavi, per rilanciare l’attività della Fondazione, senza disperdere il patrimonio costruito e facendo attenzione ai percorsi di partecipazione e trasparenza di tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, è stata bocciata bollandola come non necessaria, in quanto riguarda polemiche di natura personale e litigi avvenuti tra i membri del Consiglio di Amministrazione e la Direzione Artistica.
Non crediamo affatto che sia una questione di beghe di cortile ma bensì che ci siano state profonde divisioni di carattere gestionali e di prospettiva per il futuro del Teatro a Saronno che hanno portato, alla fine, l’Amministrazione Comunale a scegliere da che parte stare tra modelli culturali/gestionali differenti.
Noi volevamo lanciare una sfida alla maggioranza affinché non rinunciasse a difendere un pezzo di storia della nostra città, che ci stupisse creando qualcosa invece di distruggere, che impedisse che la città diventasse più povera, di periferia e sempre meno di riferimento, che si creassero nuove opportunità di crescita culturale e occasioni di attrazione e sviluppo per Saronno. Ma il modello Fagiolopoli ha avuto il sopravvento.
Noi volevamo difendere la Fondazione. Ci chiediamo quindi come si possa ignorare quanto dichiarato alla stampa dal Presidente, parlando di un altro consigliere e del Direttore Artistico, “mi sono permesso in qualche occasione di sottolineare la delicatezza del tema del conflitto di interessi”. Come si può ignorare quanto riportato nei verbali del Consiglio di Amministrazione: “per quanto attiene ai cachet della stagione appena conclusasi, Presidente e Vice Presidente danno lettura di una proposta di prestazioni artistiche ricevuta il 18 maggio u.s. da un altro organizzatore di spettacoli, contenente alcuni show facenti parte del cartellone artistico della stagione appena conclusasi, con i relativi cachet e vengono riscontrate alcune differenze tra i cachet proposti del suddetto operatore e quelli contrattualizzati dal direttore artistico” (verbale CdA 01.06.2017) oppure, trascrivendo un passaggio di una lettera del Direttore Artistico “A mio avviso il teatro deve pertanto essere privatizzato in futuro, vi si deve lavorare in 4 giornalmente, solo con persone che lo faranno da mattina a sera e professioniste. Se la stagione perde 30 mila € non è e non sarà mai un problema: il problema vero è non avere sponsor di peso (malgrado 7 dipendenti e tre di cda), non tagliare spese importanti (esempio pulizie 14.000€?) e soprattutto avere gli attributi per mandare a casa 4 dipendenti o fare un piano tagli serio, coraggioso come fatto da ……… che, dalla sua ha per altro i dipendenti, pronti a seguirlo” (verbale CdA 12.05.2017).
L’attività della Fondazione andrà avanti dice l’Amministrazione Comunale, ma con quali ritorni? Con quali conseguenze? A discapito della città; a discapito dei lavoratori assunti dalla Fondazione; a discapito della iniziative sociali? A vantaggio di qualche privato che vincerà un bando ad hoc?
L’unica speranza è che le persone coinvolte nelle affermazioni riscontrate nel libro dei verbali del CdA vengano lasciate fuori dal prossimo Consiglio. Se non sarà così tutti potremo chiederci per quali motivi sia avvenuto e sapremo a chi attribuire le responsabilità politiche delle relative scelte. Il teatro è di tutti, il teatro è patrimonio di Saronno.
21062017
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Commenti
Siamo sempre un piccolo paese prealpino !!!
Forse non riesci a CAPIRE la lunga e completa risposta del sindaco ..forse eri girato da qualche altra parte …chi non vuol comprendere….!!peccato x tè..per gilardoni e compagni…che a orecchie basse hanno lasciato l’aula…nel ”silenzio-assenso”….Buona notte…
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te senza accento
Credo che Fagioli abbia perso un’ottima occasione per dimostrare che e’ il Sindaco di una città e non di una fazione….:prima di bollare il tutto come polemiche di natura personale Si HA IL DOVERE di verificare tutto fino in fondo!
ciao
Quindi Gilardoni vuole difendere la fondazione.
Fagioli e soci gli dicono che la fondazione rimane tale e quale l’hanno voluta le precedenti amministrazioni – ridotta degli sprechi economici del passato – e Gilardoni non è contento.
Ho capito cosa c’è dietro: è scritto chiaramente nel testo qui sopra. Gilardoni & co vogliono riprendere il controllo del giocattolo (Teatro) prima che Fagioli lo rimetta in sesto e possa vantarne tutti i meriti.