Scricchiolii, nuovi equilibri, rinascite e crisi: la politica saronnese vista dalle urne
SARONNO – Le urne sono tornate nei magazzini comunali e per la politica saronnese è tempo di analisi e riflessioni. Il risultato più evidente è l’assenza di un consigliere “made in Saronno” in Regione. Un dato che, anche alle luce di quasi una ventina di candidature, non può che lasciare amarezza e che probabilmente racconta di un Saronnese “preda” di candidati varesini e varesotti a caccia di voti ma incapace di catalizzare i consensi provinciali sui propri uomini.
Ma cosa raccontano numeri e percentuali della politica saronnese?
Partiamo dal centrodestra, o meglio dai padroni di casa della Lega Nord. Se si guardano in termini assoluti le percentuali del Carroccio, rispetto alle ultime consultazioni del 2013, sono aumentate. E’ pur vero che il mondo e le circostanze in 5 anni sono notevolmente cambiate. In un Nord Italia che si consegna alla Lega di Salvini il fatto che “la Lega nord Lega lombarda per l’indipendenza della Padania” del sindaco Alessandro Fagioli fatichi al punto da lasciare il ruolo di primo partito alle politiche ad un Pd, che agonizza ovunque. Un dato che ha il sapore di una beffa soprattutto se l’erba del vicino, che si sa sembra sempre più verde, è quella della piccola Ceriano Laghetto, e più in generale della coda della Brianza, dove si polverizzano i record in termini di voti e preferenze.
Insomma guardando i dati viene da chiedersi dove sia finita la Lega che solo 3 anni fa era riuscita a superare il superfavorito Pd, a erodere voti a Forza Italia a mettere in panchina Unione italiana, contingentare il M5s e a conquistare il consenso di Sac al ballottaggio.
Altra sorpresa il fatto che, malgrado l’appello a votare candidati del territorio strizzando l’occhio “alla Lega con cui governiamo”, gli elettori di Sac abbiamo chiaramente scelto e sostenuto Forza Italia e i suoi candidati. E non è un caso che durante l‘insediamento in maggioranza Agostino De Marco che punta a far crescere gli azzurri in vista della prossima tornata elettorale abbia detto “consideriamo Sac una nostra costola”. Il ridimensionamento degli azzurri e il loro distacco dalla città era stata una delle chiavi del successo della lista civica ma ora sembra che ci sia una fenice nella politica saronnese, che per altro ha appena messo su casa nella coalizione che guida la città.
Promossa Fratelli d’Italia che, malgrado i recenti terremoti interni, tiene botta e fa la sua parte. Sparita completamente dai radar la destra probabilmente rintanata in attesa di digerire la poco condivisa apertura a Fi che, fatta in campagna elettorale, è costata più di qualche voto anche tra i fedelissimi leghisti.
Criticità e dati “non entusiasmanti” potrebbero essere l’occasione, per il centrodestra saronnese, per accantonare l’autoreferenzialità e iniziare a ricostruire un rapporto di fiducia coi saronnesi che appare quanto meno scricchiolante.
Del resto due anni passano veloci e il 2020, come ha saggiamente ricordato il segretario del Pd Francesco Licata, è quasi alle porte. Già il Pd che, quasi senza volerlo, ritorna il primo partito della città. Forse questo risultato può essere considerato l’invito di Saronno ad archiviare definitivamente l’ultima sconfitta (che a volte brucia ancora) e ripartire per la prossima sfida con nuovi volti e nuove idee .
Persone e progetti servono anche a Movimento 5 Stelle che deve riuscire a declinare il successo nazionale anche in chiave locale se vuole avere qualche occasione di avere un posto al sole per le prossime amministrative.
Vento in poppa per Franco Casali: il consigliere comunale di Tu@Saronno candidato con Gori presidente conquista il terzo gradino del podio cittadino delle preferenze. Si perde alcuni voti per strada perchè i saronnesi scrivono il suo nome accanto al simbolo del Pd. Refuso o speranze per future alleanze?