Dal saronnese don Virginio Colmegna plauso a Mattarella
SARONNO – “Come Fondazione Casa della carità “A. Abriani” non possiamo non essere grati al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il suo discorso di fine anno, nel quale ha sapientemente ricostruito le priorità del Paese in termini di umanità e speranza”.
Inizia così l’intervento del saronnese (premiato con la civica benemerenza la Ciocchina nel 2012) in merito al discorso fine anno del capo dello Stato.
“Grazie Presidente per aver affermato con convinzione che “non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società” e per aver valorizzato l’impegno delle realtà associative.
Grazie per aver sostenuto, come anche in Casa della carità diciamo spesso, che il legittimo bisogno di sicurezza dei cittadini non è solo un tema di ordine pubblico, ma che per realizzare la vera sicurezza è più efficace operare per la coesionesociale, ricucendo i legami tra le persone, promuovendo “lavoro, #istruzione, una più equa distribuzione delle opportunità per i giovani e attenzione per gli anziani”: insomma, ricreando un tessuto di comunità.
Siamo grati al Presidente per averci ricordato questi e altri perni fondanti della nostra Costituzione. Ora spetta a tutti noi la responsabilità culturale e politica oltre che “il lavoro tenace, coerente, lungimirante”, per far sì che il richiamo a questi valori non rimanga un appello, ma si concretizzi nelle nostre azione quotidiane”.
(foto archivio)
04012019
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Commenti
Va bene tutto, ma un sacerdote in cosa crede davvero, nella Bibbia o nella Costituzione? Perché la prima dovrebbe essere il perno fondante della sua vita, il libro della Rivelazione che apre all’umanità le porte della salvezza. La seconda, più o meno meravigliosa, è comunque un accidente della storia che fino a un secolo fa manco esisteva, e poco in fondo importa nelle prospettive umane che esista tale e quale fra un altro secolo.
Padre, mi parli di Dio e dei suoi piani!
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Un sacerdote prima di essere tale è un uomo che ha avuto la chiamata da nostro Signore per dedicarsi agli altri e a tutte quelle fragilità della Comunità in cui svolge la sua missione divulgativa di mettere in pratica quei valori civili e religiosi appresi con lo studio e la conoscenza della storia passata rapportandola nella contemporaneità di una vita comunitaria. Per parlare con Dio e conoscere i suoi piani basta andare in chiesa, pregare con semplicità e convinzione in assoluto silenzio facendo parlare il proprio cuore e la propria anima.
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Questo è il protestantesimo, a cui non a caso ci si sta sempre più avvicinando. Dio si rivela sì nella preghiera, ma non sono io nella mia splendida pia solitudine a decidere in cosa consistano i piani e le intenzioni dell’Altissimo. È la Chiesa, intesa come istituzione e non come luogo di ritrovo, che mi indica la via. O vogliamo tutti farci la nostra religione personale? Ho bisogno di sacerdoti che mi parlino di Dio e di come io possa salvare l’anima mia, per la costituzione parla già Mattarella
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