Ex Isotta, Merlotti: “C’è molta confusione non solo per colpa dell’Amministrazione. Ci sono variabili, incognite e se il proponente ci mette del suo…”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota condivisa dall’ex assessore Alessandro Merlotti in merito alle ultime dichiarazioni di Giuseppe Gorla proprietario dell’ex Isotta Fraschini che ha parlato di una fase di stallo nella rigenerazione dell’area e nel progetto Brera causato dalle difficoltà di dialogo con l’Amministrazione.
Ho riascoltato l’intervista a RadiOrizzonti del proprietario dell’area Isotta (eh sì, masochismo a manetta…), mi ha colpito il passaggio nel quale Gorla. fa riferimento al progetto presentato nello scorso mese di luglio, relativo al recupero dell’ex scuola Bernardino Luini ed alla costruzione del cosiddetto “Coccodrillo”, oltre alla sistemazione dei due soli capannoni esistenti, salvati dalle demolizioni (anche su questo aspetto sarà necessario ritornare, se volete).
Parafrasando quanto affermato, l’investitore comunica di aver presentato il progetto di dettaglio più di tre mesi fa, in una “ottica di dialogo”, informando che si tratta del cuore del progetto, “Questo è il progetto”, poi si può discutere di viabilità, “fogne e corrente”…
Quando mai si è visto (parlo con un pizzico di cognizione di causa) presentare un progetto (parlo di progetto privato, non di progetto pubblico, che avrebbe tutte le sue specifiche ben delineate dalla normativa), benché definito dal committente come “progetto preliminare”, completo di progetti altrettanto “preliminari” relativi agli impianti (climatizzazione, idrosanitario, elettrico, speciali), oltre al progetto preliminare delle strutture ed agli elaborati relativi alla prevenzione incendi, se si ritiene comunque di interloquire con la pubblica amministrazione e di apportare eventuali modifiche e varianti, nell’ottica, si spera, dell’interesse pubblico?
Perché dettagliare quasi maniacalmente ogni aspetto progettuale? Forse perché “questo è il progetto” e di lì non ci si sposta? La cosa non mi sorprende, essendosi espresso in mia presenza in questo senso (all’americana) lo stesso soggetto fin dalla fine del 2019.
Perché far lavorare a vuoto i singoli progettisti e specialisti, sapendo che la prima versione protocollata raramente corrisponde a quella oggetto del rilascio del premesso di costruire o comunque del titolo edilizio?
Certo, ognuno spende i soldi come ritiene opportuno, sarebbe sbagliato fare i conti in tasca all’investitore.
Un progetto così importante, già nella prima fase (ricordiamo il ricorso all’istituto degli “usi temporanei”, con la necessità di stipula di convenzione urbanistica ad hoc previo esame in consiglio comunale), richiede il passaggio in commissione paesaggio (consultivo ma fondamentale), ma soprattutto l’illustrazione e la discussione nella Commissione M4 (“Urbanistica e Rigenerazione Territoriale”), quella che una volta si chiamava “Commissione Territorio” o meglio ancora “Commissione Urbanistica”.
In conclusione, c’è molta confusione attorno a questo progetto, non solo per colpa dell’Amministrazione, ma anche a causa della complessità dell’argomento e delle numerose variabili e incognite che lo regolano, e poi, diciamolo, il proponente ci mette del suo, in tutti i sensi. C’è molta confusione, sono sicuro con questo mio post di contribuire ad aumentarla.
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