Consiglio comunale aperto, Gilli: “Il segretario della Lega propone una lettura infondata delle norme”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del presidente del consiglio comunale Pierluigi Gilli in merito al consiglio comunale aperto sulla viabilità.
Duole dover ritornare su un argomento che, pur di esclusiva natura tecnica per chi è chiamato ad applicare leggi e regolamenti, il presidente del consiglio comunale, viene trasformato in occasione per esasperata polemica politica. Il comunicato del segretario del movimento Lega Lombarda Saronno propone una lettura infondata delle norme.
Per chiarezza, si rammenta che
1) i consiglieri del gruppo Lega Lombarda Saronno hanno scelto di proporre la convocazione di un consiglio comunale aperto concernente “Confronto tra la cittadinanza e l’amministrazione in merito alle modifiche della viabilità stradale di via Emanuella e adiacenti, come disposto con l’ordinanza n. 238 del 07/11/2022”;
2) il consiglio comunale aperto è disciplinato dall’art. 45 del regolamento del consiglio comunale, che assegna al segretario generale il compito di accertare se la proposta sia ammissibile;
3) l’oggetto della proposta dagli stessi richiedenti era espressamente circoscritto alle modifiche della viabilità strada disposte con l’ordinanza n. 238 del 07/11/2022;
4) il segretario generale, nel procedere all’esame dell’ammissibilità, ha verificato che tale ordinanza era stata revocata, sicché ha dichiarato superata e quindi inammissibile la proposta di consiglio comunale aperto perché venuta meno l’ordinanza espressamente indicata e, quindi, l’argomento di discussione;
5) il presidente del consiglio ha preso atto del giudizio di inammissibilità redatto dal segretario generale e, per logica conseguenza, ha dichiarato la decadenza della proposta di consiglio comunale aperto per sopraggiunta cessazione della materia contesa (la revoca dell’ordinanza), fatto oggettivo e documentale.
Il presidente del consiglio non è nemmeno entrato nel merito della proposta di consiglio comunale aperto, perché non è suo compito esaminarla preventivamente. L’odierno contraddittore, in contraddizione con sé stesso, non può negare quanto appena rammentato, sicché smentisce il regolamento del consiglio comunale, che nell’art. 45 dà precise e dettagliate istruzioni sulla speciale disciplina dei consigli comunali aperti non deliberativi e con l’intervento del pubblico, ed invoca il buon senso affinché si applichi l’art. 39 del d. lgs. 267/2000 (TUEL), che riguarda invece la richiesta di convocazione di consiglio comunale “normale”, cioè riservato ai consiglieri comunali e concernenti atti deliberativi. Come si vede, si tratta di due istituti completamente diversi e con finalità differenti (l’una favorire la partecipazione popolare ad una seduta consiliare in cui non si delibera e non c’è nemmeno l’obbligo di numero legale dei Consiglieri Comunali, poiché i protagonisti dovrebbero essere i cittadini; l’altra far assumere decisioni ai soli consiglieri, attraverso atti deliberativi).
Se così non fosse, non si capisce perché il regolamento del Consiglio Comunale, risalente alla precedente Amministrazione, si sia minuziosamente occupato di normare il consiglio comunale aperto con una disciplina espressa: non c’era già la legge, il cit. Tuel? Ma il Tuel non si occupa dei consigli comunali aperti…
Altrimenti il Regolamento, art. 45, comma 3., sarebbe viziato, perché, in tema di consigli comunali aperti, prevede che la seduta aperta sia convocata entro trenta giorni dalla richiesta, mentre l’art. 39 del Tuel assegna solo venti giorni per la convocazione della seduta consiliare
“normale” e deliberativa.
Ribadito ciò, si assicura che si provvederà, come sempre, a convocare tempestivamente il consiglio comunale in tutte le forme consentite da leggi e regolamento, purché pervengano richieste conformi alla normativa e giudicate ammissibili da chi ne abbia la competenza.
Parimenti, si daranno chiarimenti al Prefetto, se ed in quanto richiesti. Tutte le altre considerazioni contenute nel comunicato stampa sono di natura squisitamente politica e ad esse la presidenza del consiglio comunale non può, né vuole replicare; rimangano manifestazione della libertà di opinione, come pure della responsabilità personale di chi le ha espresse pubblicamente nei toni che chiunque ha sicuramente valutato.
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