Ospedale Saronno, lettera aperta: “Come faranno il pronto soccorso e l’anestesia senza gettonisti?”
SARONNO – Una lettera aperta, indirizzata alla direzione del presidio ospedaliero di Saronno, per chiedere come l’ospedale affronterà “imminente cessazione delle convenzioni con i soggetti privati che hanno “tenuto in piedi” (un giorno ci spiegherà con quale livello qualitativo) Pronto Soccorso e Anestesia e Rianimazione, i reparti più sotto organico e a rischio chiusura”.
L’iniziativa si inserisce nell’attività del comitato de Il Saronnese per l’Ospedale e la Sanità Pubblica che domani sabato 9 marzo sarà in piazza per la seconda giornata della sanità pubblica a Saronno.
Ma cosa chiede il comitato? “Lo scorso anno la direzione decise che l’ospedale di Saronno andasse salvato dalla chiusura, come migliaia di cittadini utenti chiedevano a gran voce, ma nel modo più instabile che si potesse immaginare. Lo denunciammo subito: ricorrere a cooperative private e medici a gettone (o di “mutuo soccorso”) era una scelta per il semplice tamponamento della falla creata”.
E continuano: “Oggi Daniela Bianchi (nuova direttrice dell’Asst Valle Olona) stronca pubblicamente ogni possibilità di riaprire comparti nevralgici come il “punto nascite” e non fa alcun riferimento a quella che è la vera nuova emergenza del nostro ospedale ossia l’imminente cessazione delle convenzioni con i soggetti privati che hanno “tenuto in piedi” Pronto Soccorso e Anestesia e Rianimazione, i reparti più sotto organico e a rischio chiusura. Le chiediamo di rispondere ufficialmente a questa richiesta con dati precisi che, ci auguriamo, scongiurino questo scenario. E la invitiamo a intraprendere vie più stabili per la prosecuzione dell’attività dell’ospedale di Saronno”
Ecco il testo integrale
Gentile dottoressa Tagliasacchi.
Non avremmo voluto scriverLe questa lettera, ma purtroppo temevamo che sarebbe successo.
Perché lo scorso anno la Sua direzione decise che l’ospedale di Saronno andasse salvato dalla chiusura, come migliaia di cittadini utenti chiedevano a gran voce, ma nel modo più instabile che si potesse immaginare.
Lo denunciammo subito: ricorrere a cooperative private e medici a gettone (o di “mutuo soccorso”) era una scelta per il semplice tamponamento della falla creata dalla gestione Sua e dell’allora Direttore Generale dell’Asst Valle Olona, il non rimpianto Eugenio Porfido.
Oggi, chi a lui è succeduto nella carica, Daniela Bianchi, stronca pubblicamente ogni possibilità di riaprire comparti nevralgici come il “punto nascite” e non fa alcun riferimento a quella che Lei sa per certo essere la vera nuova emergenza in cui avete fatto precipitare il nostro ospedale.
Stiamo parlando dell’imminente cessazione delle convenzioni con i soggetti privati che hanno “tenuto in piedi” (un giorno ci spiegherà con quale livello qualitativo) Pronto Soccorso e Anestesia e Rianimazione, i reparti più sotto organico e a rischio chiusura.
È stato il “suo” assessore regionale Guido Bertolaso (quello che anche secondo il Sindaco di Saronno salverà l’ospedale con il suo miope “Piano di rinnovo”) a decretare, lo scorso dicembre, che tali convenzioni non possano essere rinnovate.
Sappiamo che a maggio scadrà quella con la cooperativa che somministra il personale del Pronto Soccorso. Cosa si sta facendo per evitare che questo servizio, importantissimo per un bacino di 200 mila persone, chiuda i battenti?
E ancora: qual è la situazione in prospettiva di Anestesia e Rianimazione, dove mancano ancora 12 unità di personale strutturato?
Siamo tornati alla situazione di un anno fa, quando i cittadini trascorsero l’estate a presidiare l’ospedale, temendo – a ragion veduta – che potesse chiudere?
Le chiediamo di rispondere ufficialmente a questa richiesta con dati precisi che, ci auguriamo, scongiurino questo scenario. E la invitiamo a intraprendere vie più stabili per la prosecuzione dell’attività dell’ospedale di Saronno.
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Commenti
Sono nato a Saronno e così pure i miei figli. L’ospedale di Saronno è sempre stato per me un valido punto di riferimento. Trovo che sia inconcepibile lasciarlo in questo stato. Diverso è il discorso del pronto soccorso che è sempre stato qualitativamente inferiore a quelli degli altri ospedali. Ora, e parlo per esperienza diretta ( solo del pronto soccorso), è da evitare ad ogni costo. Se le prospettive sono queste, credo che sia meglio chiuderlo del tutto.