25 aprile: Silighini va in Santuario a pregare ma non al corteo
SARONNO – Luciano Silighini Garagnani va in Santuario a pregare e non al corteo del 25 aprile. Questa la scelta del candidato sindaco della lista civica “L’Italia che verrà”.
No, non partecipo e mai ho partecipato in vita mia perché credo che questa giornata, soprattutto negli ultimi vent’anni, sia stata lontana da ciò che molti dichiarano essere “giornata di pacificazione”. Il 25 aprile per me non è la liberazione da nulla. Lo identifico come l’inizio della fine di una guerra di tutti contro tutti dove da un lato c’erano persone che combattevano per un ideale supremo di giustizia e libertà e da un altro lato persone spinte da vendetta, gelosia, opportunismo e violenza inaudita. Ma questi due lati non erano rappresentati dai “repubblichini” ed i “partigiani” ma da persone serie e criminali, mischiati, presenti da una parte e dall’altra. Non riconoscere che in entrambe le file ci fossero eroi e assassini significa non avere coscienza storica. Fino a quando ci sarà qualcuno che continua a portare incensi alla resistenza in modo generico e fango alla Rsi io non potrò mai sfilare in quel giorno.
Il 25 aprile per me è solo la ricorrenza di San Marco Evangelista e quel giorno pregherò in Santuario per i nostri soldati morti con il tricolore in pugno e per i due “leoni”, i marò italiani ancora prigionieri della vile “giustizia” indiana. Il resto lo lascio agli ignoranti o finti tali per opportunismo politico.
25042015