Pier Angela Vanzulli: “Ecco come si può aiutare l’ospedale di Saronno”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del vicesindaco Pier Angela Vanzulli in merito al futuro dell’ospedale cittadino.
Anni fa, quando ancora il direttore generale dell’azienda ospedaliera era Bertoglio, con il sindaco di Gerenzano Garbelli, decidemmo di porre vita ad un tavolo che raggruppava i 20 Comuni della vecchia Ussl n.9 che comprendeva le amministrazioni del basso Varesotto, della bassa comasca, di Monza Brianza e dell’alto milanese. La finalità era di fare pressioni per ottenere dei finanziamenti che evitassero il depotenziamento del nostro ospedale, in quanto ritenevamo che detta struttura per posizione e potenzialità potesse e dovesse restare centro di prima accoglienza e cura per tutta la popolazione di quest’area geografica che aveva difficoltà nello spostarsi a Busto Arsizio.
Sono passati diversi anni; non possiamo non affermare che alcune cose sono state fatte per l’ospedale di Saronno, ma oggettivamente ci sono ancora molte criticità che fanno si non si possa erogare appieno il servizio che i cittadini meritano. Come base occorre sostenere l’ospedale di Saronno che oggi soffre di carenza di investimenti, difficoltà di reclutamento di profili medici ed infermieristici di eccellenza con il conseguente appannamento di immagine. Vediamo l’esempio dell’ultimo primariato, quello di ortopedia, che ha visto il primario migrare in altra struttura portando con se alcuni degli otto medici facenti parte lo staff. Tutto questo è deleterio per l’ospedale e non è certo un biglietto da visita positivo per medici che intendessero venire nella nostra struttura. Che staff troverebbero con cui collaborare, oppure che prospettive di avanzamento di carriera avrebbero? Tutto questo fa da deterrente, con l’evidente risultato che ci sono reparti depotenziati che non hanno le unità di personale richieste dalle norme in vigore e necessarie a sviluppare tutte le linee di attività.
Non possiamo pensare poi che le persone che abitano nei dintorni debbano essere spedite a Busto Arsizio quando potrebbero essere curate a Saronno, che è presidio ospedaliero di primo livello.
Se quindi si potenziassero i reparti esistenti come prescrive la normativa ministeriale vigente (il Decreto Ministeriale n.70 del 2015), potremmo offrire un servizio ottimo ai pazienti evitando che l’ospedale diventi un semplice presidio di base limitandosi alla cura dei cronici. Saronno è una struttura sede di un pronto Soccorso inserito nel Dipartimento di Emergenza Urgenza di primo livello ed è dotato di tutte le specialità richieste dal Decreto. Importante è investire in detta struttura e non potenziare solo Busto che è un presidio di secondo livello con una predisposizione per la alta specialistica.
Facendo un discorso molto pratico, se Saronno funzionasse a pieno regime i medici di base indirizzerebbero i loro pazienti in detta struttura e poi sarebbe l’ospedale di Saronno a indirizzare per i casi che lo necessitassero i pazienti a Busto. Con la situazione attuale di depotenziamento in termini di primariati, staff medico e infermieristico, i Medici di base già indirizzano i loro pazienti in strutture specialistiche di loro scelta saltando Saronno, ma ovviamente saltano anche Busto che in questo modo perde “clienti”.
Facciamo l’esempio dell’Ostetricia. Saronno registra 700/800 parti l’anno, Busto 1200. Se si scende sotto ai 500 si chiude il reparto. Ricordiamoci che la Regione riconosce un rimborso per i trattamenti. Se Saronno si limita a cataratte ed emorroidi non facendo che operazioni di basso livello, il rientro regionale è limitato, quindi non ci sono le possibilità di investire, si diminuiscono posti letto e si arriva alla chiusura di reparti. Occorre sostituire i pensionamenti, evitare le migrazioni di primari, dare la possibilità ai medici di fare carriera rendendo allettante il venire a Saronno fornendo uno staff infermieristico potenziato e dei macchinari avanzati.
Occorrono investimenti decennali sulla struttura che prevedano ogni anno la sistemazione di almeno due reparti. Basta stanze di 4 letti, acquisto della seconda Tac, visto che l’attuale da quanto riferitomi è vecchia di 10 anni. Occorre creare una casistica qualificata che sia biglietto da visita dell’Ospedale e infine occorre potenziare i controlli finalizzati alla sicurezza interna della struttura per i malati, per i parenti e per chi ci lavora.
12022018