Lara Comi (Forza Italia): “In Europa ci vuole l’unione fiscale”
SARONNO – L’europarlamentare saronnese Lara Comi, di Forza Italia, è dalla parte del massimo responsabile della Bce, Mario Draghi.
“Sono d’accorco con Draghi quando afferma che sia necessario immettere liquidità nel sistema ed aiutare l’accesso al credito per le picole e medie industrie, però abbiamo anche necessità di un’unione fiscale per avere, soprattutto in Italia, meno tasse, ed essere quindi più competitivi a livello europeo”. Questa la posizione della rappresentante di Forza Italia per la quale è al contempo necessario “intensificare la nostra azione a favore di famiglie e imprese oltre a pensare ad una riforma della Bce che possa stampare moneta e quindi intervenire come fa la Fed americana nei momenti di crisi facendo leva sull’inflazione”.
Comi ha partecipato recentemente alla riunione della Commissione economica del parlamento europeo a Strasburgo per l’audizione del presidente della Bce Mario Draghi, che ha relazionato sull’attualità economica e sulle misure da prendere per il futuro.
(foto d’archivio)
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Commenti
Si dice spesso che la gamba mancante dell’euro è quella dell’unione fiscale. Ma in che senso questo sia tecnicamente vero non è mai spiegato con chiarezza. Lo è, secondo me, nel senso seguente: il problema centrale che in questa fase mina alla base l’equilibrio stesso della moneta unica in Europa è la totale mancanza dicooperazione tra autorità monetaria e fiscale. Avere un’unione fiscale, quindi, più di ogni altro aspetto (quello dei trasferimenti tra stati, dell’assicurazione, etc.) risolverebbe questo problema.
Sono anch’io d’accordo .
Propongo alcune riglessioni:
1) detassare le nuove assunzioni nei primi due anni di lavoro per i prossimi 5 anni, poi aumentare le tasse gradualmente
2) abolire tutti i contratti di lavoro lasciando solo quell idi tipo a tempo indeterminato, lasciando al datore di lavoro facolta’ di licenziamento. Questo per lavoratori fino all’eta’ di 30 anni . Poi si estende tale limite di eta’ a 35, 40 e poi via via lo si elimina del tutto rendendo il paese piu’ moderno da questo punto di vista nell’arco di una ventina di anni. Questo permetterebbe di pagare i contributi sociali a tutti ed eviterebbe di aver gente che a 40 anni non ha ancora iniziato a costruire la pensione.
3) Per lasciare qualche soldo in piu’ nelle tasche dei lavoratori sarebbe uitile diminuire l’IMU
4) Il cuneo fiscale dovrebbe essere modulato sulle esigenze del paese
5) Modificare il sistema di pagamento delle tasse: da noi si evade impunemente, in altri paesi no.
Se una banca può fare un certo numero di Abs, di fatto si “libera” dei prestiti fatti perché incassa i soldi della vendita degli Abs e quindi avrà liquidi per fare altri prestiti.
Dovrebbe essere la Bce a comprare questi Abs: in questo modo Draghi riuscirà a rifinanziare l’economia e a mettere le banche in condizioni di erogare altro denaro al sistema economico. Certo, la Bce, si obietterà, potrebbe finanziare direttamente le imprese, ma questo non è il lavoro della Bce: è il lavoro delle banche che conoscono la loro clientela e che sanno come muoversi.
Da qui la necessità di ricorrere agli Abs. Le banche costruiscono dei “pacchetti” dei prestiti fatti, li raccolgono in un Abs e la Bce compra. In sostanza, la singola banca “vende” i prestiti fatti alle imprese alla Bce, che però non tratta con le singole imprese, ma con gli istituti di credito.
Perfettamente in sintonia con On Comi
L’immissione di liquidità nel mercato ha effetti molto simili nel medio periodo a quelli di un taglio ai tassi d’interesse. La cosa che maggiormente distingue queste due manovre è la rapidità. La Bce – nel caso dell’Unione Europea – decide infatti soltanto una volta al mese un eventuale cambiamento del tasso di sconto ossia di quello che usualmente è chiamato il tassi d’interesse dell’Unione europea, quindi il tasso ufficiale con cui la Bce presta denaro alle banche.