Su input di Proserpio tornerà a Saronno l’archivio dell’ex Pretura. All’opera pubblico e privati
SARONNO – Salvato dal macero, dalla muffa e dall’oblio l’archivio dell’ex Pretura mandamentale che sarà restaurato, studiato e valorizzato oltre a trovare una nuova sede in città. Formato dai documenti dal 1807 fino alla soppressione della pretura, contiene importanti documenti che costituiscono una viva testimonianza delle vicende storiche (politiche, sociali ed economiche) che hanno riguardato Saronno e il suo territorio e che riflettono in molti aspetti le vicende nazionali: dall’epoca Napoleonica, i moti risorgimentali, il Regno di Italia e i movimenti sociali di protesta, fino alle due guerre mondiali e alla Repubblica.
La documentazione, conservata nei depositi interrati del palazzo di giustizia, a causa delle difficili condizioni microclimatiche dei luoghi, si è notevolmente degradata, tanto da richiedere interventi d’urgenza per la sua tutela e conservazione.
Si è così creata una rete di soggetti pubblici e privati, con la regia del Tribunale che ha operato per la tutela del patrimonio culturale archivistico: l’Archivio di Stato di Varese (che fa parte della Commissione di sorveglianza per l’archivio in questione) grazie alla sapiente e continua attenzione della sua direttrice Maria Mimmo, che fin dall’inizio ha voluto dedicare tempo prezioso a supporto della iniziativa, anche nei momenti più difficili.
La Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per la Lombardia, grazie alla passione archivistica e alla competenza amministrativa e giuridica della sua Soprintendente Annalisa Rossi, e di Fabrizio Levati che hanno creduto alla collaborazione pubblico-privato e collaborato con il Tribunale per l’urgente recupero della documentazione.
La Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio con Giuseppe Stolfi e del funzionario Giuseppe Scuderi, che hanno rivisto e approvato il progetto di restauro dell’immobile che ospiterà l’archivio.
A sua volta la società civile ha aderito con entusiasmo e passione secondo i principi della “Social Responsibility” anglosassoni, attraverso la riconosciuta professionalità archivistica di Andrea Germi, attivo a Saronno e nel territorio e al quale si deve, tra gli altri, il riordino degli archivi ecclesiastici saronnesi e la loro conservazione e valorizzazione/divulgazione.
All’iniziativa ha collaborato la società “Saronno – città dei Beni Comuni” che nell’ambito del vasto progetto di riqualificazione dell’area ex Isotta Fraschini a Saronno ha tra i suoi punti qualificanti il recupero e la valorizzazione della memoria e della storia archivistica della città, ed è impegnata nella costruzione di spazi di conservazione archivistici, per lo sviluppo dei quali ha coinvolto Carlo Mariani, attento promotore della conservazione e valorizzazione dei beni artistici ecclesiali cittadini a partire dal Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, Massimo Galli presenza generosa e costante e di grande affidabilità e competenza nelle diverse iniziative cittadine insieme a Matteo Bianchi che hanno lavorato con grande perizia nella progettazione dei sistema di sicurezza dell’edificio che ospiterà l’archivio restaurato.
L’intera iniziativa è nata dalla passione e dall’opera di persuasione di Angelo Proserpio, assiduo nella consultazione dei documenti per le sue ricerche storiche, e che nel tempo ha sempre mantenuta viva la coscienza della importanza sociale, politica e giuridica dell’archivio di proprietà del tribunale di Busto Arsizio dove fino agli ultimi giorni ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Ordine degli Avvocati, nonchè la carica di Presidente della Società Storica Saronnese. E’ nel suo nome e alla sua memoria che l’intera iniziativa intende essere ispirata.
“E’ doveroso – si conclude la nota che rende nota il progetto – un ringraziamento a tutti i numerosi soggetti che con passione e disinteresse hanno contribuito con competenza e professionalità alla realizzazione del progetto di tutela di questo importante patrimonio archivistico, che vede oggi un importante traguardo, passo preliminare indispensabile per la sua messa a disposizione agli studiosi”.
In questi giorni è stato infatti compiuto il trasferimento dell’archivio da parte dell’azienda Frati&Livi di Bologna, leader internazionale nel settore del disaster recovery per archivi, biblioteche e depositi museali: la documentazione verrà ora sottoposta a un trattamento specifico di sanificazione che consentirà il successivo riordino della documentazione a cura di un team di qualificati archivisti.
La difficile e delicata operazione di trasferimento è stata resa possibile grazie alla collaborazione materiale del locale gruppo scout Agesci Saronno 1 e della Fondazione Ba.Co. base scout Colombara, che ha fornito il suo supporto logistico.
Questo trasferimento temporaneo si completerà con il ritorno dell’archivio a Saronno, la sua catalogazione e riordino secondo il Progetto Archivistico approvato dalla Soprintendenza Archivistica che avrà una durata stimata di tre anni, sotto la responsabilità operativa di Andrea Germi.
Terminata la sanificazione e i trattamenti seguenti operati dalla azienda Frati&Livi di Bologna, l’archivio tornerà entro i prossimi tre mesi in una nuova sede predisposta come moderno deposito archivistico nei locali messi a disposizione dal compianto prevosto di Saronno Claudio Galimberti che ha generosamente seguito e sostenuto con grande riservatezza e determinazione questa iniziativa fino agli ultimi suoi giorni locali di proprietà della parrocchia del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli e oggi in comodato a “Saronno città dei Beni Comuni”.
Tutta l’operazione congiunta di tutela verrà documentata e narrata attraverso un cortometraggio che verrà realizzato dal creative studio lab “Why is desert desert?” di Marco Germi.
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Commenti
Bellissimo e condivisibile il pensiero di salvare l’archivio del Tribunale: è una parte della nostra storia!
C’è però qualcosa che non mi torna….
Nell’articolo si dice che l’archivio giudiziario verrà trasferito nei locali messi a disposizione del Santuario.
Sono perplessa….un paio di settimane fa il vescovo Raimondi ha comunicato alla comunità saronnese che il Santuario non sarà più parrocchia. Ciò vuol dire, tra l’altro, chiusura dell’oratorio e dei catechismi dei bambini. Questa decisione è stata motivata dalla necessità di non contaminare il Santuario con attività non adatte. Ora mi chiedo: perché i bambini non sono opportuni nei locali del Santuario, ma ci possono stare gli atti giudiziari?
Grandezza di una Saronno che fu e che non riesce più a ritrovarsi nella sua centralità.