Assalto A9: il bottino “espatriato” in Cina o Russia
SARONNO – Potrebbero già essere arrivati in Cina o in Russia i lingotti d’oro, del valore complessivo di 10 milioni di euro, di cui si è impossessato il commando che lunedì mattina ha assaltato un portavalori lungo l’A9 bloccando l’autostrada con mezzi pesanti e punte chiodate tra Saronno e Lomazzo. In entrambi i paesi infatti c’è un fiorente mercato per il metallo prezioso anche se di origine furtiva.
Nella giornata di ieri, in pieno clima day after dopo il caos creato lunedì dal colpo, gli uomini della Questura di Como che stanno portando avanti le indagini, hanno realizzato un nuovo sopralluogo in A9.
Hanno trovato i segni di vernice gialla con cui la banda avevano segnato i punti in cui il guardrail era stato tagliato aprendo una via di fuga ed il bossolo, nel cortile degli ex magazzini Turate, di uno dei 50 colpi sparati contro il blindato. E’ probabile che sia caduto durante il cambio di auto quando i rapinatori hanno lasciato le tre usate durante il colpo prendendo nuovi mezzi tra cui forse un furgone.
Sono stati ascoltati di nuovo in Questura le guardie giurate a bordo dei blindati che hanno rivissuto quei terribili momenti quando i banditi urlavano “in un italiano perfetto che non tradiva nessuna inflessione dialettale “Apri! Apri! Apri!” crivellando di colpi di kalashnikov il parabrezza e la parte anteriore del furgone“.
Soprattutto la giornata di ieri è stata dedicata al recupero delle immagini della videosorveglianza: sono stati recuperate quelle delle telecamere dell’autostrada allo svincolo di Origgio dove alle 6,48 si vedono i mezzi del commando entrare in autostrada. Inoltre gli inquirenti stanno passando al setaccio anche i filmati delle aziende con sede tra Lomazzo e Turate che potrebbero aver ripreso la fuga dei malviventi con le auto pulite.
Immagine degli ex magazzini Turate presa da servizio Tgr 09042013
10042013