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04112013 4 novembre discorso (1)Rivolgo un caro saluto alle autorità militari, religiose e civili,  ai rappresentanti delle associazioni dei combattenti e reduci, alle associazioni d’arma , a quelle degli invalidi civili e del lavoro,  a tutti i cittadini ed, in particolare, a voi ragazzi presenti in rappresentanza delle scuole di Saronno.
Anche quest’anno ci troviamo qui in occasione del 4 novembre, giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, in ricordo dei caduti di tutte le guerre.
Questa data ricorda la conclusione della prima guerra mondiale,  una guerra catastrofica, terribile , una guerra oggi quasi completamente dimenticata nel nostro paese. Nessuno dei combattenti di allora è sopravvissuto, pochi i nati in quegli anni che ancora vivono.

La prima Guerra Mondiale ha visto tutti gli Stati europei, e non solo,  schierati gli uni contro gli altri in un conflitto che in quattro anni ha causato la morte di oltre 15 milioni di persone, uomini e donne, militari e civili. E noi oggi non dobbiamo dimenticare  i molti caduti che si sono sacrificati per dare vita per il  nostro Paese.

Ma oggi festeggiamo anche e soprattutto le Forze Armate, che nella nostra Repubblica sono dedicate alla sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale.
Quando ricordiamo i nostri combattenti,  quando ricordiamo i nostri caduti di ogni tempo, i mutilati, i veterani, gli invalidi,  quando ci rechiamo ai cippi o ai monumenti posti in memoria dell’eroismo spesso oscuro della nostra gente, non facciamo omaggio a valori che attengono al concetto di guerra, ma a valori che esaltano la profonda umanità del sacrificio, dell’eroismo, della dedizione che sono perenni e comuni.
Anche per ciò sappiamo di poter contare sulle Forze Armate il cui compito primario di difesa della patria si arricchisce di un alto impegno civile, volto a fronteggiare difficoltà, che come quelle naturali talora sconvolgenti, come i terremoti o le alluvioni,  si abbattono sul paese. Così riteniamo essenziale e degno di encomio e della gratitudine di tutti noi il contributo che i corpi militari danno al mantenimento dell’ordine repubblicano ed alla salvaguardia delle istituzioni.
Le nostre Forze Armate oggi sono al servizio della pace , in Italia e nel mondo.  Rendiamo dunque onore ai soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri, a loro vanno il plauso e il ringraziamento nostro e degli italiani, per quanto ancora compiono a servizio della pace, oggi.

E oggi, qui, dobbiamo anche ricordare i nostri due marinai tenuti da tanto, troppo tempo, prigionieri in India. Ci auguriamo che possa presto essere fatta chiarezza,  nel segno della giustizia,  e che i nostri due marinai possano presto ritornare a casa, in Italia, ed essere riconsegnati liberi alle loro famiglie.

In occasione del 4 novembre 2011 abbiamo ricordato, commemorato e celebrato la memoria di un nostro concittadino, Maurilio Bossi, caduto nella grande guerra.  La Città di Saronno, nelle mani del Sindaco, ha ricevuto dal Presidente dell’Associazione Nastro Azzurro di Varese la medaglia d’oro che era stata concessa al valor militare proprio a Maurilio Bossi,  nostro valoroso concittadino, che rimanga nella memoria di tutti noi. E nella memoria e nella pietà per tutti i nostri soldati defunti, si risvegli l’amore per il nostro Paese come sentimento civico, come spirito pubblico, per rianimare il senso storico e comunitario della nostra Italia, unica e indivisibile. Oggi, viste le tensioni e le crisi del sistema politico, ancora di più siamo chiamati a collaborare affinché non vengano messe a repentaglio la coesione sociale e la pace interna.
Il tema della pace e, di conseguenza, il rifiuto della guerra, è presente in maniera molto chiara nella nostra Costituzione, la nostra Legge più importante. Costituzione che nasce da un Paese dilaniato dalla guerra civile. E la pace è uno dei pilastri su cui si è voluta edificare la nostra Nazione.
Ma la pace deve nascere soprattutto dai nostri comportamenti quotidiani: noi tutti in prima persona possiamo e dobbiamo essere costruttori  di pace ! Oggi nel nostro Paese si è radicata questa convinzione per cui sono più bravi, più furbi,  e da imitare,  coloro che non stanno alle regole, che con il loro comportamento si sentono legittimati a fare qualunque cosa, impunemente, senza conseguenze.
In realtà così facendo non fanno altro che offendere coloro che invece sanno che le regole vanno rispettate, perché capiscono che sono necessarie e che vanno nella direzione di una convivenza civile e pacifica, appunto. Farsi beffe delle leggi equivale a commettere una scorrettezza nei confronti di tutti gli altri, significa andare contro a quella pace che la Costituzione ci indica come la strada maestra per il benessere di tutti. Chi l’ha scritta conosceva la guerra, perché l’aveva vissuta sulla propria pelle e ci ha voluto avvisare di non ricadere in questo errore. Per cui il nostro comportamento deve sempre andare nella direzione di difendere la dignità delle altre persone, aiutare chi è in difficoltà, aumentare le nostre conoscenze , per costruire una società migliore di quella che ci hanno lasciato i nostri Padri.
Siate sempre aperti al confronto costruttivo e al dialogo nel rispetto dei diritti e dei doveri. Non dimenticate mai che le parole diritti e doveri  sono collegate strettamente.

Questo è il modo migliore per commemorare degnamente i nostri caduti. Grazie.
Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia.