Giudice di pace, Porro: “E’ stata una scelta politica: abbiamo altre priorità”
SARONNO – “E’ una scelta politica e sicuramente opinabile ma noi non ce la siamo sentita di sostenere i costi per questo servizio, aggiuntivo rispetto a quelli che sono di nostra competenza, in tempi così difficili. Avremmo voluto garantire ai nostri cittadini il servizio del giudice di pace, ci abbiamo provato per sette mesi ma insieme ai comuni limitrofi, Caronno Pertusella, Gerenzano e Cislago, abbiamo fatto i conti ed abbiamo scoperto che complici gli ultimi tagli non è economicamente sostenibile. Preferiamo usare i pochi fondi per le scuole e il sociale”.
Con un lungo discorso al question time di martedì il sindaco Luciano Porro ha spiegato la decisione della sua sua Amministrazione di rinunciare al mantenimento dell’ufficio del giudice di pace come richiesto con oltre 3 anni di battaglie e concesso dal Ministero di Giustizia nel marzo scorso. “Abbiamo lottato per trattenere il tribunale coinvolgendo anche gli avvocati perchè siamo convinti che la giustizia debba essere vicina ai cittadini ma ci sono costi che la nostra Amministrazione non può sostenere per un servizio che spetta al ministero”.
COSA è CAMBIATO IN SETTE MESI
“Tra luglio e settembre abbiamo subito un taglio ai trasferimenti di oltre 900 mila euro e abbiamo dovuto versare un contributo di solidarietà di 250 mila euro – chiarisce – in questo momento di difficoltà i costi per il giudice di pace sono diventati insostenibili. Il Ministero ci ha chiesto, lo scorso 13 ottobre, se fossiamo ancora interessati a mantenere il servizio e così abbiamo convocato la riunione per il 22 ottobre per fare i conti”. E svela:”E‘ stata una decisione difficile che non abbiamo preso a cuor leggero ma con tutti i comuni del comprensorio. Se martedì almeno il comune di Origgio avesse dato la sua adesione, dopo il no di Uboldo, comunicato proprio quella mattina con una missiva, forse avrebbe modificato lo scenario. Ci sono state molte critiche ma anche delle attestazioni di stima come quelle dell’ex assessore Fontana ha apprezzato la nostra scelta nonostante qualche critica sul percorso”
I COSTI
Il sindaco fa chiarezza anche sull’investimento che veniva chiesto dall’operazione: ”Secondo i nostri costi sarebbe serviti almeno 122 mila euro: di cui 12 per le spese vive e 110 mila per il personale che comprendeva i due dipendenti ed il vigile che doveva garantire la vigilanza. Noi come città capofila eravamo disposti a sostenerne il 51% mentre il restante sarebbe stato suddiviso tra gli altri comuni con un costo per abitante di 1,08 euro che è salito negli ultimi mesi a 1,60 a causa della mancata adesione dei comuni di Uboldo e di Gerenzano”.
I costi su cui i comuni hanno basato la loro decisione martedì scorso sono dunque questi: 110 mila euro di personale (due dipendenti distaccati, un agente, supervisione del dirigente) più le spese di gestione 12 mila euro (3 mila euro cancelleria, 409 euro telefoniche, 4 mila euro manutenzione, 1.400 euro riscaldamento per 180 mq, 500 euro spese postali, 2.500 euro fotocopie). In totale 122 mila euro che sarebbero stati così suddivise 62 mila euro a carico di Saronno, 27 mila per Caronno Pertusella, 17 mila Gerenzano e 16 mila Cislago. ”Possono sembrare cifre irrisorie per un’Amministrazione comunale ma non lo sono – ha tenuto a chiarire Porro – si dice che i soldi non fanno la felicità ma per un Comune sono indispensabili per offrire i servizi necessari. Essendoci sempre meno i fondi bisogna fare a meno di tutto quello che non è indispensabile”.
IL COSTO DELL’OPERAZIONE “SALVIAMO IL GIUDICE DI PACE?”
“Voglio anticipare – ha commentato l’assessore al Personale Giuseppe Nigro – a quanti diranno che il Comune ha sostenuto un costo (quantificabile nello stipendio di tre mesi dei due dipendenti ossia 15 mila euro) per i dipendenti che sono stati a Varese a frequentare il corso di formazione. Questa in realtà non è una spesa ma un investimento perchè sono competenze che saranno spendibili all’interno della macchina comunale”.
RISCHIO PARALISI? “NON DIPENDE DAL COMUNE”
Porro respinge ogni responsabilità anche in merito alla paralisi subita dall’ufficio nella giornata di lunedì: “Nel momento in cui abbiamo inviato il fax al ministero con la nostra rinuncia non siamo stati più tenuti a fornire il personale. Tanto che venerdì il coordinamento dei giudici di pace di Varese ci ha spiegato che non era necessario far giurare i nostri dipendenti, che negli ultimi mesi hanno frequentato un corso a Varese per entrare in servizio in tribunale, perchè sarebbero dovuti tornare in Municipio. Garantire il personale e il funzionamento è ora compito degli enti competenti dal tribunale di Busto Arsizio alla Corte d’Appello di Milano”.
LA TRANSIZIONE & SCENARI FUTURI
“Ora è difficile dire cosa accadrà ma ormai la vicenda non è più nelle competenze del Comune. Quello che possiamo fare è ribadire la disponibilità a fornire, per tutto il periodo di transizione, fino alla trasferta a Gallarate, il segretario comunale affinché possa svolgere il ruolo di cancelliere: ”Anche questo ha un costo per la nostra Amministrazione ma per il momento riusciamo ancora a sostenerlo”.
IL FREDDO IN TRIBUNALE
Porro fa chiarezza anche sul problema del freddo nelle aule e negli uffici: ”Non abbiamo certo staccato il riscaldamento – conclude – semplicemente la caldaia era al minimo e quindi non in grado di garantire una temperatura accettabile con le temperature basse degli ultimi giorni. E’ comunque intervenuto tempestivamente l’assessore alla Sicurezza Giuseppe Nigro che ha controllato che la criticità venisse risolta. E’ ripartito stamattina (martedì ndr)”.
28102014