Lettera aperta del Comitato per l’Acqua Bene Comune ai sindaci
SARONNO – Il Comitato per l’Acqua Bene Comune della Provincia di Varese ha inviato una lettera aperta inviata a tutti i sindaci della provincia di Varese, in previsione della Conferenza dei Comuni convocata per lunedì 12 gennaio, dove all’ordine del giorno è richiesto il parere obbligatorio e vincolante da parte delle Amministrazioni per la riconferma della forma gestionale In-house del nuovo gestore unico del servizio idrico integrato e della cessazione del servizio da parte dei gestori esistenti.
La riportiamo integralmente
Ill.mo Sindaco,
Il Comitato per l’Acqua Bene Comune della Provincia di Varese Le scrive la presente in merito alla sentenza del Tar della Lombardia che accoglie il ricorso di Aspem S.p.a. nei confronti del Comune di Varese (Provincia di Varese, Ufficio d’Ambito e Conferenza dei Comuni).
La sentenza riguarda il ricorso depositato il 27 dicembre 2013 da Aspem S.p.a. in merito alla delibera di adesione al gestore unico provinciale (Alfa S.r.l.) e del proprio statuto. Non solo, ma il ricorso, crediamo, riguardi anche i 33 comuni serviti da Aspem S.p.a. Nello specifico della sentenza, l’interesse di Aspem S.p.a. ad impugnare tutti gli atti amministrativi in essa citati, pare legittimato da ragioni di natura organizzativa, concorrenziale ed economica. In sede di pubblica udienza, è stata addirittura smontata la tesi delle opposizioni sull’obbligatorietà ad aderire al gestore unico provinciale, semplicemente sostenendo che in fase di conferenza dei Comuni, gli Enti locali debbano seguire quanto proposto dall’Ufficio d’Ambito ma in sede deliberativa (consiglio comunale) le decisioni possano anche differenziarsi rispetto a quanto stabilito dall’Ufficio d’Ambito.
Crediamo che questa sia una prima importante sottolineatura sulle procedure, dettate dall’Ufficio d’Ambito, che hanno portato all’adesione ad Alfa S.r.l. da una parte numerosa dei 109 comuni varesini che ad oggi risultano aver aderito, come Varese, alla nuova società, prima del
Piano d’Ambito, votando nel proprio consiglio comunale la delibera “tipo” scritta ad hoc da parte dell’Ufficio d’Ambito. Esattamente come questo comitato aveva sconsigliato tutti i comuni varesini alla fine del Luglio 2013!
Adesso Varese, vistasi annullare la propria delibera di adesione al gestore unico, deve votare nuovamente in sede di consiglio comunale, una nuova delibera scritta alla luce dell’adozione del Piano d’Ambito.
La sentenza difende principalmente gli interessi economici di una S.p.a.. Non esultiamo di certo per questo fatto!
Che questa sentenza sia però il risultato di una evidente impreparazione sul tema in qualsiasi sede dibattimentale e/o deliberativa è un dato di fatto. Se anche altri comuni, come Varese, hanno aderito anticipatamente alla data dell’adozione del Piano d’Ambito (15 aprile 2014), questi non credono che comunque possano essere oggetto di altre controversie giudiziarie per gli stessi motivi sollevati dalla sentenza di cui sopra?
Un merito però secondo noi la sentenza ce l’ha sicuramente, anzi due:
1) con le motivazioni adottate perché gli Enti locali possano in fase deliberativa decidere diversamente da quanto proposto dall’Ufficio d’Ambito, si consente ai comuni che non hanno ancora aderito al gestore unico di non farlo, bocciando la delibera “tipo” nei prossimi consigli
comunali;
2) la sentenza dovrebbe far riflette gli attuali Amministratori locali che, con le proprie motivazioni, essa potrebbe inficiare ogni proposta da parte dell’Ufficio d’Ambito, portandoli quindi a cercare di proseguire la gestione del servizio idrico integrato sul proprio territorio (o limitrofi), cercando di sollevare la questione in sede di consiglio comunale, Anci regionale e Regione Lombardia. Perché il servizio idrico integrato venga gestito su bacini idrografici di competenza del territorio amministrato da ogni singolo comune (o consorzio di comuni) potendo rimettere anche in discussione la forma gestionale fin qui adottata, per mantenere tale servizio il più possibile vicino (e quindi controllabile) al territorio stesso e ai proprio cittadini.
Tale forma gestionale, lo ripetiamo ancora una volta, non può che essere quella dell’azienda speciale (o azienda speciale consortile) ente di diritto pubblico.
Perché si scrive Acqua, ma si legge Democrazia!
Comitato per l’Acqua Bene Comune della Provincia di Varese
p.s. : Per una più approfondita lettura delle nostre osservazioni dalle quali questa lettera
prende spunto La rimandiamo al nostro blob www.abcvarese.blogspot.it
10012014