Commissione indigesta sulla nuova vendita online dei buoni pasto scolastici
SARONNO – Dallo scorso 16 febbraio è partita la rivoluzione nella vendita dei buoni pasto del servizio di ristorazione scolastica. Il sistema è stato completamente informatizzato per migliorarne la gestione.
In sostanza è stata creata una pagina web personalizzata a cui i genitori potranno accedere con un codice identificativo che sarà utilizzato dallo studente per tutta la durata degli studi nelle scuole cittadine. Online sarà possibile trovare i dati anagrafici, verificare le particolari esigenze di dieta del bimbo, la fascia di reddito e il costo del buono pasto.
Con questo metodo i tagliandi sono diventati personali e non cedibili (una mamma non può usare quelli di un figlio per l’altro ad esempio) e posso essere acquistati a blocchetti di 20.
Ad oggi i buoni possono essere acquistati alla segreteria dell’istituzione comunale Zerbi in via Roma con commissione 50 centesimi con pagamento bancomat e 1,50 euro per carta di credito, al teatro Pasta con commissione 50 centesimi, in Municipio con commissione pari al 1%, in piscina con commissioni 50 centesimi, alla cartoleria Argentina con commissione 50 centesimi e online (procedendo alla stampa in proprio) con una commissione del 2,30%.
La possibilità di acquistare i buoni pasto online ha conquistato molti genitori ma non è piaciuta la commissione chiesta per questa possibilità decisamente più alta di tutti gli altri metodi d’acquisto: “Stampiamo a nostre spese e abbiamo anche il costo fisso più alto? – si chiede una mamma – che senso ha migliorare un servizio e se poi si scarica il costo, anzi probabilmente qualcosa di più sulle famiglie? Inoltre mentre prima c’era una modalità di pagamento in cui non si pagava la commissione ora è sempre necessario pagarla anche se li si acquista direttamente in Municipio o se li si stampa da soli a casa propria”. Ad essere criticato anche la scelta di rendere nominali i buoni che renderebbe la “gestione del servizio mensa per chi ha due figli più complessa”.
Perplessità e critiche sono arrivate anche attraverso la pagina Facebook “Sei di Saronno se” dove sul tema c’è stato un acceso confronto.
A tutte le critiche risponde l’assessore alla partita Cecilia Cavaterra:
“Relativamente alle modalità di acquisto dei nuovi buoni pasti informo che è stata soppressa la quota una tantum d’iscrizione alla mensa di € 18 e che la commissione di 0,50 era già presente per l’acquisto nei punti vendita ad eccezione della banca. Purtroppo le banche di appoggio non hanno concesso di effettuare gratuitamente il servizio di tesoreria ma a scadenza debita ci impegneremo per effettuare una trattativa con altri istituti di credito nel tentativo di spuntare condizioni migliori per le famiglie. E’ stata inoltre aggiunta una nuova modalità di acquisto on line per venire incontro alle richieste genitori. Infine la non cedibilità dei buoni mensa nominativi così come la consegna del relativo tagliando permette un controllo immediato e puntuale dei mancati pagamenti e impedisce lo scambio di buoni tra utenti di diverse fasce, fenomeno di cui purtroppo siamo venuti a conoscenza. Si segnala inoltre che è stata data puntuale e immediata risposta a tutte le richieste di chiarimento al riguardo che sono pervenute in forma scritta ai nostri uffici”
(foto d’archivio: una scuola elementare cittadina)
01032015
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Commenti
Siamo arrivati alla frutta!!
Commissioni per pagare al gestore del servizio mensa i buoni pasto!!????? Se vado ad acquistare i buoni (che ora son stampati su un foglio A4 da ritagliare) all’ufficio Comunale (gestore del servizio) pagando in contanti devo corrispondere una commissione!!! Ma la commissione per cosa????? Il Municipio è diventato un istituto di credito?? E’ assurdo.!!
Che si provi a fare un rapido conto di quanto incassa il Comune con questa “gabella” sotto forma di commissione !!
Saronno Servizi , gestore del servizio idrico , non applica nessuna commissione in caso di pagamento in contanti presso i propri sportelli!!
Dalla nota dell’Assessorato emerge un presunto scambio di buoni pasto tra utenti di fasce di reddito diverse ma.. francamente, non percepisco il problema!! Alla fine pagano entrambi a meno che li compri tutti un solo soggetto con agevolazioni e li rivenda ad altri ! (e questo si configura come reato di truffa!!).
Comprendo la necessità di dover controllare più velocemente i pagamenti ma, forse , sarebbe stato opportuno attuare le modifiche all’inizio del nuovo anno scolastico!!
Comunque poco cambierà !!! Tutti i bambini ora “schedati” continueranno ad usufruire (come è giusto che sia) del servizio mensa ma i “furbi” genitori non paganti continueranno ad esistere alla faccia delle “commissioni” sui pagamenti!!!!
Quando e’ stata soppressa la tassa di € 18 e’ stato aumentato il prezzo del buono pasto che in 9 mesi e’ costato piu’ dei 18 euro.
Altro punto la commissione di 2,30€ sull’acquisto online e’ assurdo: me li stampo io consumo cartuccia e carta e devo pagarvi la commissione? Quando l’ho raccontato alle colleghe che abitano nei paesi limitrofi sono rimaste allibite. Tra l’altro il buono in tariffa massima € 4,85 (con porzioni ridotte) mi sembra esagerato!
possibile che il titolo non corrisponda alla realtà?? io non conosco nessuno che protesti o che sia sceso in piazza o che abbia scritto in comune, ma proprio nessuno
nella nota della sciura Cecilia manca però la risposta alla domanda più frequente: perché 2,30% di commissione sul servizio Online?
L’amministrazione si è dimostrata incapace di qualunque iniziativa positiva e sensata.
Ovvio, non si possono accontentare tutti, ma scontentare tutti è un’impresa da pochi.
Il PD non dovrebbe presentarsi alle elezioni per incapacità manifesta
Come al solito le risposte sono vaghe e confuse. La domanda e’ “peccheeee” la commissione online e’ piu’ alta ? La seconda domanda e’ “peccheee” non si possono scambiare i buoni tra i fratelli ( stessa fascia di reddito si presume ? ) la terza e’ “peccheeee” complicarsi sempre la vita ? basta lettore di codice a barre ( 20 euro ) e un PC ( gia’ presente in tutte le scuole e leggere il codice fiscale dalla tessera sanitaria poi si addebita in banca / posta con RID il totale settimanale o mensile. Visto la questione della limitazione del contante tutti devono per forza avere un conto corrente e tutti devono per forza avere il codice fiscale.