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SARONNO – Mitragliatori, cannoni da mortaio, pistole e tantissimi caricatori: è quanto hanno trovato, ben sepolto sotto terra, gli operai impegnati in un carotaggio alle porte della città di Saronno.
Negli ultimi giorni, infatti, sono iniziati gli interventi preliminari per la realizzazione della bretella che dovrà collegare la tangenziale esterna di Saronno, creata con il nuovo tracciato della linea per Seregno, con Rovello Porro e Ceriano Laghetto fino ad arrivare alla Pedemontana.
In questa fase dei lavoro gli operai sono impegnati a fare dei rilievi nel terreno così da valutare la situazione e da iniziare a predisporre il cantiere. Proprio nel corso di uno di questi carotaggi, ieri mattina intorno alle 10, in un’area verde tra via Donati e i sentieri conosciuti come “Stregassa” e “Anguria” è stata rilevata la presenza di qualcosa di metallico. Così è stato effettuato uno scavo che ha riportato alla luce un arsenale della Seconda Guerra mondiale.
Immediato l’arrivo di una pattuglia della stazione cittadina dei carabinieri che hanno fatto un primo sopralluogo sul posto. I militari hanno ovviamente documentato lo stato di conservazione delle armi. Secondo una prima perizia si tratterebbe di pezzi di artiglieria di produzione italiana risalenti al secondo conflitto mondiale. Sono state recuperate oltre 60 armi tra cui mitragliatori e mezza dozzina di cannoni da mortaio. Tutte i dispositivi erano ormai arrugginite ed inutilizzabile e privi di cartucce. Il materiale bellico è stato posto sequestro dai militari che hanno avviato le indagini per chiarire cosa ci facessero in mezzo alla campagne saronnesi e chi possa averle abbandonate.
Nei prossimi giorni sarà preparato un dettagliato rapporto che sarà inviato all’autorità competente che vagliata la situazione provvederà a disporre la distruzione delle armi.
Risale al febbraio 2013 l’ultimo ritrovamento bellico a Saronno: una bomba a mano con la sicura, ma ancora potenzialmente esplosiva, era stata ritrovata in una cantina di via San Dalmazio. L’ordigno era stato recuperato dagli artificieri che l’avevano fatto subito brillare in una cava a Uboldo.
26052015
una discreta quantità di breda 37.
due ipotesi:
.sepolte da repubblichini per non farle cadere in mano a partigiani
.sepolte da partigiani in attesa di essere riutilizzate a momento opportuno nel dopoguerra
Vero, riconosco le Breda… sarebbe bello conoscere la storia dietro a questo “deposito clandestino” di armi
Adesso arriva Silighini con i suoi e disinnescano tutto il materiale bellico.
Mi auguro che la distruzione riguardi solo il munizionamento, ma le armi in sé, una volta rese inoffesive, vengano destinate magari a un museo, no?
Sono pienamente d’accordo con te per il museo. È un’ottima idea.
Ma dove si trovano quelle reti arancioni tra Saronno e Rovellasca dovranno far passare questa bretella? ma ci rendiamo conto che stanno distruggendo tutto il territorio per che cosa poi?
Bisognerebbe chiederlo al nostro ex-Sindaco … Le opportunita’ di evitarlo c’erano… abbiamo preferito altro.!!!
Roberto, sono almeno 5 anni che se ne parla… I progetti sono stati fatti, contestati, rivisti, e infine accettati dall’ex sindaco Gilli e ora sono operativi, dal momento che Saronno non ha saputo, al momento giusto, opporsi con tutte le sue forze al tracciato che favorisce Misinto in sfavore di Saronno. Tra l’altro questo tracciato approvato è più lungo e costoso da quello proposto allora dal Comintato contro questo tracciato. Il sindaco di Misinto ha vinto la sua guerra e noi ci teniamo questa assurda bretella che taglia in due l’unica zona a campi che ancora c’era quando sarebbe potuta essere trattata più in alto, non obliqua e molto meno costosa.Pensiamoci bene quando andiamo al voto.
Concordo con Lorenzo, dopo averle rese inoffensive e dopo un bel restauro il loro posto sarebbe un bel museo. Alla Casa Militare Umberto I di Turate c’è un museo
Il Museo delle Industrie di Saronno sarebbe il luogo più adatto se il materiale fosse di produzione BRIF o CEMSA:
Dai racconti dei vecchi partigiani di saronno, si tratterebbe proprio di un arsenale da destinarsi ad eventuali riprese belliche. io conoscevo la storia ma non i luoghi ….. scavando scavando se ne troveranno altre, in tanti a saronno conoscono questa storia e sono ancora in vita.
Interessante. Ci potresti dare qualche dettaglio o dirci se eventualmente questi racconti sono disponibili da qualche parte ?
Sarebbe bello conservare queste memorie
potrei anche rivelarti la fonte delle notizie che ho io, ma a dirti la verità non so se lui è ancora in vita o se è disposto a rendere pubblica la verità su questa vicenda ….. partigiani o no si tratta pur sempre di armi non autorizzate da nessun governo.
Per altri dettagli chiamami in privato, sto commentando con il profilo Facebook e non avrai problemi a rintracciarmi.
L’era ura ca la fesevan sta strada. L’è da cinquanta an cha la speciavum. Quanti mort ghe sta in sti an in via Larga (mingha trop) a la Cassina e quant inquinament em respira! Innanz insci finemala subit.
Non distruggiamo un’altra parte della nostra storia ma rendiamola fruibile alle generazioni future.
Il Museo dell’Industria di Saronno sarebbe il luogo ideale per conservare tali reperti.
Mi raccomando, che le autorità se ne prendano carico !!!
Anche secondo me il Museo dell’Industria di Saronno sarebbe il luogo ideale per conservare questi reperti.
Ecco come erano
https://youtu.be/D8nBcS8X1yw
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