Citronella contro le zanzare? No, marijuana
COMASCO – Nuovi particolari sulla vicenda che ha fatto scattare le manette per zio e nipote, bergamaschi ma finiti nei guai per una indagine avviata nel comasco e che ha portato al sequestro di oltre 30 chili di droga.
I militari da qualche tempo erano sulle tracce di carichi di marijuana in transito lungo la Statale dei Giovi, provenienti dall’estero e diretti in tutta Italia. La scorsa settimana hanno dunque intercettato e bloccato uno di questi carichi, proveniente da un Paese europeo e da poco giunto in Italia. Iniziato a seguire il furgone che i miltiari sapevano avere un carico di droga, lungo uno slargo della S.S. 35 i militari hanno fatto scattare il blocco ed il controllo. Bloccato senza troppi problemi il furgone, i militari hanno subito aperto il vano, trovandovi una scatola di legno di grosse dimensioni. Al suo interno vi erano 57 confezioni di plastica termofuse, contenenti circa 30 chili e mezzo di marijuana. Tutte queste confezioni erano a loro volta chiuse all’interno di alcuni sacchi di plastica, anch’essi termofusi e sotto vuoto, nonché cosparso di citronella, in modo da cercare di annullare definitivamente l’odore di marijuana. Un sistema di scatole cinesi utile a percorrere migliaia di chilometri in lungo ed in largo per l’Europa, ma inutile grazie alle indagini dei carabinieri, che aspettavano il carico “al varco”. In manette un uomo del 1961, M.I., pluripregiudicato bergamasco, residente ad Albino (Bergamo). Egli viaggiava sul furgone del complice, suo nipote, S.P., classe 1984, anch’egli bergamasco, domiciliato a Mozzo (Bergamo), pregiudicato, il quale era rimasto nella sua officina di carrozzeria in attesa dello zio e del prezioso carico. Contemporaneamente all’arresto dei militari, invece, sono giunti in officina non lo zio, ma i carabinieri, i quali hanno effettuato una perquisizione. In officina i militari bergamaschi hanno trovato ben 125 mila euro, provento di mesi di attività illecita, nonché un altro chilo di marijuana. I soldi sono stati sequestrati e consegnati ai militari comaschi per l’indagine in seno alla Procura lariana, mentre S.P. è stato tratto in arresto in flagranza di reato per la detenzione ai fini di spaccio del chilo di marijuana. In officina a Mozzo zio e nipote avevano tutto il materiale per il confezionamento della droga. Traffico redditizio, visto che i soldi che i due guadagnavano con lo spaccio erano talmente tanti che per contarli si erano addirittura procurati una macchina conta-soldi! Ora lo zio è in carcere al Bassone, mentre il nipote ha subìto il processo per direttissima a Bergamo ed è finito ai domiciliari.
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23062015
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Commenti
Cosa c’è da commentare: li hanno presi e messi dentro , non sono di nuovo in Stazione a spacciare. Il problema rimane per l’altra bella gente che circola senza documenti ,ma con un bel po’ di roba da piazzare ai fenomeni che ne fanno uso ( ai quali va la responsabilità di averci riempiti di gentaglia)
Nessun commento? Ah si, certo… non si tratta di stranieri!