Indelicato, il colpo di coda di Renzi e la “diabolica” nomina di Valeria Fedeli
Inizia così la nota di Alfonso Indelicato, capogruppo FdI in consiglio comunale, dal titolo “Il colpo di coda di Renzi”.
Con questa nomina l’ex premier Matteo Renzi riesce infatti a punire in un colpo solo le due categorie che più hanno contribuito alla vittoria del “no” al referendum: gli insegnanti e il “popolo della famiglia”. Come dire: compri uno e prendi due.
A quegli ingrati che non hanno apprezzato le meraviglie della legge 107 denominata – ovviamente da Renzi medesimo – “buona scuola”, e in particolare non hanno gradito (chissà mai perché …) i trasferimenti a 1000 chilometri da casa, egli lascia in dote un ministro della scuola il quale, oltre ad essere sprovvisto di laurea e di diploma di maturità, si è forgiato nel comparto tessile della Cgil. Dunque, che nulla sa di scuola.
A quegli integralistoni del “popolo della famiglia” i quali gli rimproveravano la legge Cirinnà che ha istituito il matrimonio tra omosessuali ed apre la strada alle adozioni da parte dei medesimi, egli consegna nello stesso ministro la presentatrice di un ddl che prevede l’introduzione a tappeto nelle scuole della teoria gender, ddl che possiamo pensare troverà attuazione da qui a poco.
Ma torniamo alla laurea millantata e all’incerto diploma. Si potrebbe pensare che, visti i disastri combinati da fior di laureati sullo scranno di viale Trastevere, tanto varrebbe metterci sopra un analfabeta; ma anche questo criterio di nomina (quello dell’analfabetismo, intendo dire) a pensarci bene non sembra fornire le auspicate certezze. Qualche commentatore ha invece ritenuto di osservare, in merito alla questione, che “anche Benedetto Croce è stato Ministro della Pubblica Istruzione e non aveva la laurea”. Tralasciando considerazioni sul senso delle proporzioni e del ridicolo, riportiamo allora di seguito un gustoso aneddoto. A un suo discepolo che (ingenuamente) gli chiedeva come mai non si fosse mai laureato, don Benedetto rispose: “Non avevo tempo, dovevo studiare”. Bene, se la stessa domanda fosse posta oggi al Ministro Fedeli, quale sarebbe la sua reazione? Memore della sua esperienza nel sindacato e delle lotte femministe che pure l’hanno vista protagonista nei sixties, di certo risponderebbe: “Non avevo tempo, dovevo sfilare in corteo”. Ma, con tutto il rispetto, non è proprio la stessa cosa.
18122016