Lonardoni: “L’abbattimento dei ponticelli è solo per motivi di sicurezza e di viabilità”
SARONNO – Ospite della trasmissione di Radiorizzonti “Dalla parte del cittadino” l’assessore ai Lavori Pubblici Dario Lonardoni ha precisato come si sia arrivati alla messa in cantiere della demolizione dei due ponticelli.
“La demolizione – ha rimarcato Lonardoni intervista da Angelo Volpi – è stata chiesta a Ferrovienord per motivi di sicurezza. E’ come se all’interno di un’area dismessa ci fosse una ciminiera pericolante e il Comune ordinasse di abbatterla. Il Comune ha detto a Ferrovienord di intervenire e visto che la società era disponibile è stato predisposto l’intervento“.
L’operazione sarebbe stata dettata dalla volontà di sistemare la viabilità del quartiere e di rispondere alle richieste dei cittadini: “E’ stata una scelta legata alla necessità di rispondere ai problemi di via Doberdò, dove con la viabilità attuale passano troppe auto. Non potevamo risolvere questo problema senza aumentare il traffico sotto i ponticelli di via Reina e di via Don Monza. Ma su questo fronte un giorno si e uno no arrivano in comune lamentele di mamme del quartiere dirette alla scuola materna di via Monte Santo o all’elementare Ignoto Militi sulle difficoltà di passaggio sotto i ponti”.
Da qui il progetto del comune: “Eliminando i ponticelli potremo allargare la strada realizzando due marciapiedi a destra e a sinistra. Dopo un certo periodo di tempo potremo, con un’analisi dei nuovi flussi di traffico, realizzare una nuova viabilità che impedisca il traffico di attraversamento e agevoli il movimento interno al quartiere“.
“Lunedì – conclude Lonardoni – abbiamo convocato una conferenza stampa in cui diremo le cose come stanno esattamente come faremo durante il consiglio comunale aperto con i cittadini“.
11112017
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Commenti
Alle gimkane disegnate dall’ex assessore Barin (con ispirazione a Dalì) nel tratto di via F. Reina tra le vie Doberdò e San Michele (anche allora si raccolsero tante firme… raggiungendo solamente una parziale correzione), si aggiungono ora le bugie dell’Ing. Lonardoni.
In via Doberdo, poi, risiede un consigliere comunale della Lega.
Io sono nato, cresciuto e oramai invecchiato in via Filippo Reina. Per favore, non aggrappatevi alle maxi balle (cit.) NON è un problema di sicurezza, viabilità e altre amenità del genere. Non è mai successo niente. BASTA, andate a far danni da altre parti. Il ponte è la storia del quartiere e rappresenta una barriera naturale che obbliga le auto a rallenatare, meglio dei dissuasori che per la maggior parte dei casi non rispettano la normativa…
La questione è importante anzi VITALE
Lasciamo decidere all’ONU
I ponti sono facilmente allargabili e ricostruibili con parte degli stessi materiali, con lo stesso stile e sarebbe un modo per mantenere un’identità storica. Se il problema è solo quello, si può fare tranquillamente.
A questa amministrazione parlare sembra che costi sempre qualcosa….
Mi scusi assessore ma non sarebbe meglio ripristinare la viabilità della zona come era prima delle modifiche fatte e volute dal dott Barin? Nella situazione precedente non ci sono mai stati problemi di traffico di incidenti e….i ponti non creavano difficoltà. Certo oggi con l accesso al quartiere solo da via doberdo i problemi ci sono…..come del resto era stato segnalato a suo tempo. Oltretutto sarebbe un intervento a costo zero ( solo due cartelli e un po di vernice)…
Le modifiche alla viabilità in quell’area del quartiere sono state introdotte per ristabilire una situazione accettabile in termini di sicurezza in via S. Michele.
Via S. Michele prima dell’intervento era a doppio senso di circolazione e senza marciapiedi, con lo spazio accessibile ai pedoni occupato quasi stabilmente da auto in sosta. Via Doberdò ovviamente era in gran parte inutilizzata.
La creazione di un senso unico nella via S. Michele, da ovest a est, per quanto sopra era l’unica soluzione possibile, che avrebbe creato anche parcheggi e una corsia pedonale finalmente in sicurezza.
Ovviamente tale situazione avrebbe avuto ripercussioni anche sulla via Doberdò.
Nella prima ipotesi via Doberdò era stata definita con lo stesso senso di marcia di via S Michele, da ovest a est, ma ciò creava grossi problemi all’intero quartiere perché il traffico di ritorno, da est a ovest, doveva necessariamente passare per le via S.lle Lucini e San Solutore, quindi per i due ponti della ex ferrovia, ritenuti troppo stretti e insicuri per quel livello di traffico.
Pertanto nelle seconda ed attuale soluzione è stato modificato il senso di via Doberdò, da est ad ovest. Ora una parte del traffico di attraversamento est-ovest interessa via Doberdò, mentre un’altra fetta di traffico, più limitata, grava invece sull’area a sud della ex ferrovia (e sui ponticelli) e riguarda essenzialmente residenti.Il progetto legato alla ex ferrovia potrebbe quindi teoricamente aprire nuove prospettive viabilistiche, purché a pagare il conto non sia la nuova pista ciclopedonale ed il parco lineare e non resti aperta l’ipotesi di una nuova strada parallela a via Doberdò.
Almeno ora e’ chiaro che la green way non c’entra nulla…
Però se vengono allargate le strade e fatti i marciapiedi ne beneficiano i residenti del quartiere e in generale tutta la cittadinanza , quando sono stati costruiti i 2 ponticelli intorno c’erano solo campi e stradine con pochissimo transito.
Noi residenti vogliamo tenere i ponticelli. Abbattendoli e allargando la strada deriverebbe un aumento del traffico e il passaggio di mezzi di grosse dimensioni con maggiori pericoli.
Non capisco e vorrei un chiarimento: il ponte è stretto per il traffico attuale e si pensava a una pista ciclabile, perchè non allargare il ponte con una modifica rendendolo anche più sicuro e realizzare veramente una pista ciclabile evitando i costi dello sbancamento?
Ma l’allargamento di via Don Monza e di via F. Reina cosa centra con il traffico difficoltoso di via Doberdò? Questa è una perpendicolare alle vie sopra citate.
Vorrebbe far credere che il traffico sarebbe dirottato sulla via Sorelle Lucini?
Se si rispettasse il buon senso che impone nella strettoia di ridurre la velocità non ci sarebbero problemi di sicurezza e il pedone che è la parte debole, ponendo attenzione come se stesse attraversando una strada qualunque, sarebbe in sicurezza. Il marciapiede sotto il ponte di via Don Monza, come è già stato scritto, potrebbe essere ricavato sul terrapieno che copre il tubo che non ha potuto essere interrato,
Ormai.
Intanto si aspettino gli accertamenti della soprintendenza alle belle arti, potrebbe dichiararli opere da tutelare come tante ville, palazzi o giardini.
Gentile Lonardoni, io non ho voglia di buttarla in caciara. Non mi associo a chi usa queste cose per la battaglia politica. Io dico però che di fronte al valore della conservazione di ciò che è bello o di interesse storico locale c’è sempre, sempre una qualche ragione più forte (solitamente l’auto) per distruggere e spazzare via. Questa è la verità. Ed è questa la ragione per cui dagli anni ’50, scelta su scelta, il Bel Paese diventa un gran brutto paese con qualche posto bello.
La mediocrità è appunto quella cosa per cui non si riesce a trovare il modo di fare le cose buone per il futuro salvando il meglio del passato. Non si riesce a fare sintesi e allo “si butta giù” tutto.
E così le città sempre più brutte si proiettano su di noi e noi diventiamo ciò che loro sono. Perché Telos non dovrebbe sfregiare la città visto che la città voi la sfregiate ogni giorno?
“E’ come se all’interno di un’area dismessa ci fosse una ciminiera pericolante…”.
Due osservazioni:
1) I ponticelli non sono pericolanti ma, al più, incompatibili con moderne (presunte) esigenze di traffico automobilistico, per rispondere alle quali sarebbe auspicabile un ampliamento che ne richiamasse i canoni estetici originali (esattamente come per gli edifici vittoriani londinesi, per i quali è vincolante il ricorso al mattone);
2) Le ciminiere degli antichi complessi produttivi sono, a loro volta, sottoposte a tutela, come patrimonio di archeologia industriale (vedansi le vecchie fornaci del Parco Groane).
Risposta esemplare, fuori dalle polemichette di cortile. Questo è il succo della questione! Qui si crede ancora che la tutela riguardi solo le cose eclatanti:il Duomo, il Colosseo, il santuario. Non si è ancora capito che si deve tutelare anche paesaggio, storia e bellezza diffusi. Altrimenti smettiamola di riempirci tutti la bocca con la bella Italia, il Made in Italy ect. la modernità, l’innovazione non hanno bisogno di buttare giù due bei ponticelli che non danno fastidio a nessuno.
Altre parole al vento!!
Ponticelli come una ciminiera pericolante? Ma se sono in piedi da 130 anni! Non inventiamo scuse. E per quanto riguarda la sicurezza….. non si sono mai verificati incidenti in quell’area negli ultimi anni. Quindi altra menzogna. Il fatto e’ che si vuol costruire una strada, altro che green way!
Il coraggio di dire le cose come stanno, no?
Così in macchina si potrà finalmente fare tutta via Don Luigi Monza e via Dante Alighieri a 70-80 km/h senza quel fastidioso ponticello a rallentare!
I ponti si possono allargare senza abbatterli di cm 160 circa.
Come riportato dalla stampa (fine agosto) e come riportato dal lettore ( M.R.) di questo lettore riportando tra virgolette le parole del sindaco il loro programma è di realizzare un nuova tangenzialina con i soldi ricevuti per fare una via verde. Perchè mentire?
ma pur di dar contro alla giunta, molti cittadini sono contrari ( tipo 8 telos – ma che strano eh?) . Nulla di artistico, creano problemi alla viabilitá ma tant’é. Li si vuol far passare per opere con valenza storica.
e le cose come stanno non le potevano dire prima? bugie, bugie come al solito