Crisi Fbc Saronno: mister Aiello non ci sta
SARONNO – “Ho dato tanto al Fbc Saronno senza chiedere niente, e non accetto critiche ingiuste e ricostruzioni dei fatti che non corrispondono al vero!” L’ex allenatore dei biancocelesti, Antonio Aiello, è decisamente amareggiato dopo le recentissime esternazioni dei dirigenti del club di via Sampietro.
“Magari alla gente interessa poco, ma certe affermazioni le trovo profondamente ingiuste nei miei confronti, ho lavorato gratis per mesi, ci sono rimasto molto male – esordisce Aiello – Si è detto che sono stato “esonerato”, non è vero perchè mi sono dimesso. Si è detto che dopo le mie dimissioni si è ricostituito il gruppo; basta dare uno sguardo alla rosa per capire che non è così. A me la società aveva manifestato la volontà di concludere la stagione, benchè la squadra non fosse matematicamente retrocessa, con una formazione infarcita di juniores, che sono a fondo classifica nel loro campionato. La mia proposta, che spiega il motivo del divorzio, era stata invece di provarci sino alla fine, avevo anche trovato i giocatori, veri professionisti, che avrebbero potuto costituire la svolta!”
Tornando alla settimana scorsa, prima del match con la capolista Fanfulla, “il lunedì ci siamo allenati in cinque, il martedì in sei compreso l’ultimo arrivato Bucchi. E’ per questo che ho detto chiaramente che così non si sarebbe raggiunto alcun risultato. Col Fanfulla, rimaneggiato, non era una gara scontata, ma evidentemente alla società non interessava di provare a ottenere un punteggio utile. Io non ho niente da rimproverarmi, mentre chi critica forse dovrebbe farsi l’esame di coscienza” rimarca un Aiello che non intende recitare il ruolo di capro espiatorio.
Che è un fiume in piena: “Si è detto che l’assenza di Surace sarebbe stata dovuta a… infortunio. Mentre sia lui che Galimberti semplicemente hanno semplicemente deciso di fare come me e molti altri, e di restare a casa dopo che le promesse di un potenziamento della rosa non sono state mantenute. Con il presidente Antonio Pilato non ho mai litigato, ma sono andato via perchè non c’erano i presupposti per lavorare, senza vice, senza preparatore, senza giocatori. All’ultimo allenamento, anzi, ci eravamo ritrovati senza la corrente elettrica del centro sportivo Matteotti e con solo sei palloni…”
04042018