Papà saronnese scrive a Giuseppe Conte: “Lo sport serve ai ragazzi e può anche aiutare a contenere gli assembramenti”
SARONNO – Riceviamoe pubblichiamo la lettera scritta da Fabio Ginelli, papà di un ragazzino saronnese appassionato di sport, per chiedere riprendere subito il calcio e tutti gli sport giovanili anche quale implicita misura di contenimento della pandemia
Gentile Presidente,
stiamo tutti ragionando sugli impatti del nuovo DPCM e delle correlate misure di contenimento della pandemia che sta riproponendo numeri preoccupanti in relazione ai nuovi contagiati, all’aumento dei ricoverati, all’incremento dei malati in terapia intensiva e, purtroppo, al numero dei decessi giornalieri.
Comprendiamo quanto non sia semplice prendere decisioni impopolari e come, in scenari come questo, le scelte corrette debbano essere figlie di una sensibilità maturata grazie a esperienze sul campo, di una adeguata selettività verso i provvedimenti da adottare e di una sostanziale equità nei confronti dei molteplici soggetti poi chiamati a sopportarne le dirette conseguenze.
In questo contesto, pur consapevoli che ci sono attualmente molte questioni altrettanto urgenti da affrontare, ci permettiamo di fare presente che per noi genitori sarebbe motivo di grande serenità la possibilità per i nostri ragazzi di riprendere l’attività sportiva nelle squadre di calcio e di altri sport giovanili che hanno applicato rigorosamente i protocolli anti-covid dopo aver creduto nella ripresa della normalità, profuso grandi energie e investito rilevanti risorse finanziarie.
Ci riferiamo a quell’universo di società sportive peraltro da sempre non disposte a riservare ai nostri ragazzi quell’atteggiamento reverenziale talora ravvisabile nei confronti della clientela nell’esercizio di una qualsiasi attività commerciale; se rapportati a tali situazioni i nostri ragazzi sono infatti solo gli appassionati utenti di un servizio offerto da realtà sportive attente alle disposizioni di legge che poi si declina in termini formativi, per quanto attiene allo sport praticato, ed educativi in relazione ai valori sociali, etici e morali da trasmettere a ciascun atleta in coerenza con le regole e le dinamiche di un Gruppo.
In quest’ottica le società sportive a livello giovanile potrebbero essere considerate quasi come modelli e naturali alleati delle istituzioni nel non facile compito di coltivare il senso di responsabilità delle prossime generazioni all’insegna del rispetto delle regole anche perché, in caso di inosservanza, il giovane tesserato che trasgredisce viene prontamente “ripreso”, sospeso o allontanato con l’obiettivo di dare un chiaro “segnale” al Gruppo o alla squadra.
D’altro canto se i nostri ragazzi non fossero impegnati nelle rispettive attività sportive pomeridiane il loro spontaneo bisogno di socialità rischierebbe infatti di andare ad appagarsi in contesti e situazioni deregolamentate come i raduni improvvisati presso bar, parchi e piazze che per loro natura sono fra i principali presupposti di assembramento e quindi di potenziali contagi.
Da questo punto di vista il fatto di concedere la possibilità di giocare e allenarsi all’aperto in strutture protette dove si pratica lo sport giovanile con protocolli rigorosi e controllati potrebbe rappresentare anche un’implicita misura di contenimento della pandemia oltre che il naturale modo di impiegare il tempo libero assecondando le loro passioni dopo i sacrifici affrontati dai nostri ragazzi, anche sotto il profilo psicologico, nei mesi di lockdown nella scorsa primavera.
Siamo tutti impegnati in una battaglia molto seria, assolutamente da non sottovalutare, ma dove è peraltro importante fare delle scelte che non penalizzino la salute, la socialità e il benessere psicologico dei nostri ragazzi che sono il patrimonio più grande per il futuro della nostra società.
Alla luce delle considerazioni precedenti la riapertura dello sport giovanile potrebbe nel complesso rappresentare un’apprezzabile iniziativa a basso rischio (date le remote possibilità di contagio degli adolescenti nelle strutture all’aperto che adottano rigorosamente i protocolli anti-covid) e ad alto rendimento (considerati i grandi benefici che si riverserebbero sui giovanissimi e sull’intero movimento anche a garanzia del mantenimento degli attuali livelli occupazionali di staff e allenatori attivi in queste società senza scopo di lucro).
Per tutte le ragioni sopra esposte chiediamo cortesemente di modificare prima possibile il DPCM in vigore dal 26 ottobre 2020 al fine di consentire al più presto la ripresa di tutti gli sport giovanili in Italia e di restituire finalmente il sorriso a migliaia di ragazzi e alle loro famiglie.
Grazie per l’attenzione
Un cordiale saluto
Fabio Ginelli
papà di un ragazzino appassionato di sport
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Commenti
Credo che, pur in un momento di grande difficoltà come questo, ognuno abbia il diritto di esprimere la propria opinione.
Come responsabile del Gruppo Sportivo Robur Saronno sono profondamente dispiaciuto di non poter garantire continuità ai nostri ragazzi, ma, ahimè, questa emergenza ce lo impone.
Restiamo, però, sempre attenti e pronti qualora ci fosse uno spiraglio per permettere, in massima sicurezza, di riprendere l’attività.
Non parlo di calcio, di tennis, di basket o qualsiasi altro sport, parlo di una attività fisica che offre opportunità di incontro, socializzazione e crescita.
Facciamoci coraggio e sosteniamoci a vicenda, sperando che tutto finisca molto presto!
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Pubblicate i commenti, grazie e non facciamo preferenze come al governo
Che c…o fai a fare i commenti se non li pubblichi ?
Sara aspetti l ok dai potenti ?
Povera
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no, semplicemente censura i commenti che non gradisce stile Cina comunista!!!
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Ilsaronno.it è un giornalino da liceo. Chiudere. Siete troppo comunisti. Impresentabili.
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Io gioco al tennis, Conte mi vuole spiegare dove vi è l’assembramento? La doccia la farei a casa naturalmente. poi vediamo alla tv 22 calcioAttori che quasi si limonano quando fanno un goal
Alcuni non hanno ancora capito veramente la gravità del momento. Senza salute non c’è sport. Chi rischia di più sono i genitori mentre e probabile che i ragazzi facciano da vettori. Non credo che un ragazzino nutrirebbe maggiore interesse nello sport con un padre o un nonno in rianimazione.
Premetto che non ho letto tutto perché queste cose mi fanno “incazzare” e mi fanno sentire un “coglione” perché anche io ho un figlio nelle stesse condizioni che non può fare sport ma ho pensato che fosse giusto in questo momento che rimanesse a casa, non fa sport e non esce di casa per gli stessi motivi.
Di fronte a queste cose mi chiedo se sono un bravo padre oppure no. Avrei dovuto scrivere anch’io a Conte?
Conte o quello che rappresenta, ferma lo sport perché ha visto un motivo di contagio in più. Se i contagi aumentano, e aumenteranno di sicuro se i ragazzini si riuniscono lo stesso, il prossimo passo sarà chiudere i punti nei quali si riuniscono.
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Bravo, ma tanti capiscono ben poco. Credono che democrazia sia solo avere diritti, mentre democrazia è operare per il bene comune e in momenti delicati dovrebbe prevalere spirito di sacrificio ed osservanza. Ma in molti “io la mascherina non la metto” “il covviddi non esiste” e via discorrendo… Oggi in Italia come in tantissimi altri paesi paghiamo un secondo dazio alla nostra stupidità