Più antico e “da Corbetta” con una serata show il Crocifisso di Saronno ha rivelato i suoi segreti
SARONNO – Nulla è stato lasciato al caso: dalla preparazione degli spazi e dell’illuminazione alla presenza di tutti i protagonisti. Ieri sera la Comunità pastorale ha rivelato i segreti scoperti con il recente restauro del Crocifisso al centro della processione del Trasporto.
ALLESTIMENTO
Per permettere ai saronnesi di vivere al meglio l’esperienza è stato realizzato un allestimento ad hoc della Prepositurale con i banchi “girati” verso la nicchia in cui si trova abitualmente il Crocifisso che è stato collocato all’esterno illuminato con una luce bianca mentre il resto della chiesa è rimasta in penombra. Un’attenzione che ha permesso a tutti di notare da subito come fosse completamente cambiata l’opera. A colpire è soprattutto il colore dell’incarnato che appare più pallido ma anche più tornito con i lividi e i segni della sofferenza decisamente più vivi.
LA RIVELAZIONE
A raccontare il valore del restauro Benedetta Chiesi, storica d’arte e funzionaria della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio che ha rimarcato la grande soddisfazione per l’intervento svolto che ha permesso di “prendersi cura del Crocifisso e di restituirlo alla devozione saronnese aprendo però anche ad una serie di nuove scoperte”.
Grazie all’intervento realizzato con cura certosina dall’esperta Carola Ciprandi ora si sa che il Crocifisso è stato più volte ricolorato anche in epoca recente ad esempio nel 1914. Il lavoro di restauro è stato complesso perchè con una serie di piccole campionature sono stati rivelati tutti gli strati e poi si è scelto “con un lavoro basato sulla compentenza e la fiducia” quali togliere per valorizzare l’opera permettendole però di mantenere la propria autenticità ed uniformità.
L’intervento, realizzato con un bisturi e tanta cura e pazienza, ha permesso di scoprire come il Crocifisso risalga alla seconda metà del Cinquecento e che provenga alla bottega “da Corbetta”. La stessa da cui arrivano le statue del Santuario. Si tratta ovviamente di un punto di partenza visto che saranno necessari ulteriori approfondimenti “per rivelare nuovi segreti per permettere alla città di riappropriarsi di un’opera”. Altrettanta attenzione è stata dedicata alla Croce da Franco Blumer noto restauratore dei metalli storico-artistici, che ha al suo attivo un emblematico intervento sulla Madonnina del Duomo di Milano.
UN TUFFO NEL PASSATO
Particolarmente apprezzato dai presenti l’intervento di Andrea Germi che ha ricostruito, documenti alla mano, quello che si conosce della storia del Crocifisso e del Traporto facendo rivivere, con mappe e spiegazioni, l’atmosfera, la devozione ma anche le difficoltà incontrate all’opera nel corso della sua storia saronnese.
COME è NATO L’INTERVENTO
Tutto era iniziato un anno fa quando i volontari che si occupano della movimentazione del crocifisso si sono accorti di vistose crepe nelle braccia che l’anno precedente non c’erano. E’ stato subito informato l’allora prevosto monsignor Armando Cattaneo che aveva immediatamente contattato i “tecnici” che si occupano dei tesori artistici e architettonici delle chiese saronnesi Carlo Mariani e l’esperta in sculture lignee Carola Ciprandi. La pratica di restauro del Crocifisso era stata inoltrata all’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Milano il 10 novembre 2020 per essere analizzata e per il successivo inoltro alla Soprintendenza per la necessaria autorizzazione che è stata rilasciata il 17 dicembre 2020. La Curia Arcivescovile emetteva poi il Nulla Osta finale il 15 gennaio di quest’anno.
PRESENTI
Oltre a tanti cittadini erano presidenti il vicesindaco Laura Succi, il prevosto con Claudio Galimberti con don Alberto Corti e don Vincenzo Bosisio. Presenti anche i saronnesi che come volontari si occupano delle tante necessità della Prepositurale. Nel corso della serata non è mancato un ricordo a Pino Carugati recentemente scomparso che si è a lungo occupato dell’edificio di culto e anche dello stesso Crocifisso.