x

x

La politica è una passione che lo ha catturato quasi trent’anni fa, ma Luca Ferrazzi, gallaratese, candidato alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio nella Lista Moratti Presidente, racconta perché ha compiuto una scelta netta, chiudendo con il mondo dei partiti e scegliendo un altro approccio.

«La mia prima elezione – racconta – è stata nel 1995 e sono sempre stato innamorato della politica. Sono entrato in Alleanza Nazionale, ho fatto tre mandati di Formigoni fino al 2010, quando non ho più avuto tessere di partito. Nel 2013 ero candidato indipendente con la lista Maroni – conclude – Ormai da diversi anni per una disaffezione verso i partiti ho intrapreso un percorso molto più ispirato al civismo, ai bisogni del territorio».

Da cosa è scaturita questa delusione?

Sono rimasto molto deluso dai partiti, perché sono molto lontani dalle vicende territoriali. Ci sono tanti proclami, troppo distanti dalla politica del fare e dei bisogni reali. Questo mi ha portato ad accettare la candidatura nella lista Moratti, proprio perché in particolare nella Regione Lombardia io noto che il centrodestra ha fatto per me un errore madornale nel ricandidare un presidente che non ha brillato e che io non ritengo all’altezza del compito.

La sua critica a Fontana si accentua su qualche settore in particolare?

Lo ritengo inadeguato, perché la Lombardia ha un enorme bisogno di una programmazione a lungo termine e una caratteristica dei partiti è quella di pensare solo alle contingenze immediate per recuperare consenso. È necessario che la politica non tagli solo i nastri, ma abbia il coraggio di andare a parlare dei problemi e cercare di risolverli. Troppo spesso, invece, vedo un approccio diverso, quello appunto del facile consenso, immediato, e credo che questo in Lombardia si sia notato. È stata una legislatura molto opaca, senza programmazione, ciò si vede in particolare nella situazione degli ospedali ma non solo. Tutti i problemi della nostra Lombardia sono assolutamente rimasti sul tappeto. Troppo spesso si continua a parlare della Lombardia delle eccellenze, è senz’altro così, è altrettanto vero che a mio parere le eccellenze lombarde le si devono agli imprenditori, ai medici, alle nostre forze…  io arrivo a dire nonostante l’assenza di Regione Lombardia, non grazie a Regione Lombardia. Ben poco viene fatto per sostenerle e incrementarle. Serve un’impostazione a lungo termine che possa riportare la Lombardia a un decennio fa: era sotto gli occhi di tutti come fosse messa veramente meglio.

Dunque il suo ragionamento investe anche la sfera economica e imprenditoriale?

Sì, basti pensare che quella che una volta era la ricca provincia di Varese, è diventata la settima in regione per reddito pro capite e questa la dice lunga sulla di necessità affrontare quei nodi storici che sono sempre lì.

Perché la scelta di sostenere Letizia Moratti, che cosa porterebbe di diverso in questo approccio?

Innanzitutto io ho visto un’attenzione maniacale nel programma elettorale. È un programma molto puntuale che va a toccare anche temi sensibili, in alcuni casi anche impopolari, che devono essere risolti. E poi torno a dire che la capacità e la conoscenza anche a livello internazionale di Letizia Moratti potranno essere un valore aggiunto della nostra Regione. Di recente è andata a Bloomberg, a Londra, a strappare investimenti per un miliardo che potranno essere molto importanti in futuro. Fino ad allora era andata la Regione Liguria, ma non la Lombardia come istituzione e questo la dice lunga sulla voglia di fare e di risolvere i problemi. Racconta la capacità e la grande determinazione di Letizia Moratti, come il suo curriculum anche in virtù di aver curato Expo.

A chi vi rivolgete in particolare in questa tornata elettorale?

Le elezioni regionali dovrebbero essere interpretate dai cittadini come quelle dei comuni, in cui si premiano le persone non l’appartenenza politica. Io spero che ciò venga compreso, perché evidentemente non ci rivolgiamo ai lombardi che pensano che la Regione sia stata gestita bene… che la sanità sia un fiore all’occhiello  e che i medici debbano fare turni massacranti. Al contrario ci rivolgiamo a tutte quelle persone che, al di là di uno schieramento ideologico di partito, possano valutare la capacità dei candidati presidenti in campo. Spesso vengono trascurati dei temi per logiche di partito, temi come l’autonomia che vengono dimenticati durante il mandato e poi sono riscoperti in occasione delle elezioni. Credo che i cittadini siano stanchi di questo approccio alla politica: quindi un programma forte e determinato.

Negli anni, però, c’è stata una disaffezione alle stesse urne da parte dei cittadini: è cresciuto il numero degli astensionisti agli appuntamenti elettorali. Anche su di loro puntate?

Esattamente, è una prova che purtroppo c’è una pesante disaffezione alla politica dei partiti. Rispetto a questo, Letizia Moratti si propone con un programma aderente ai bisogni dei territori e della Lombardia. Ci rivolgiamo a quelle persone che si sono rassegnate e pensano che non si possa cambiare nulla: Letizia Moratti è l’esempio drastico di una persona che si mette in gioco senza scegliere una via comoda, le era stato promesso e offerto di tutto. Attorno a lei persone che condividono questo approccio… contiamo di avere delle sorprese all’indomani dell’apertura delle urne.

Quali sono le priorità che come candidato vede nella provincia di Varese?

Il primo è quello della sanità in estrema sofferenza e in particolare gli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate, che sono al collasso. Come ho già avuto modo di dire il tema dell’ospedale nuovo viene usato come un’arma di distrazione di massa, ma deve marciare parallelamente. Oggi abbiamo necessità di rimettere gli ospedali in condizione di dare una risposta ai cittadini. Sentire che si chiudono i reparti in funzione della realizzazione del nuovo ospedale che avverrà fra 10 anni… siamo al limite dell’insulto all’intelligenza. A situazioni emergenziali si risponde con provvedimenti emergenziali, ad esempio ipotizzando delle task force, con iniezione di personale prima che di strumentazioni, in tempi veloci.

Informazione politico elettorale