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“Nel raccogliere le esigenze del territorio, partendo proprio dalla sanità, dove sulla carta c’è già l’autonomia regionale, emergono diseconomie impressionanti. Un po’ come quando la polvere viene messa sotto lo zerbino”. Esordisce così Lisa Molteni, candidata per la provincia di Varese nella Lista Moratti.
“Luino, Busto Arsizio, Gallarate e Saronno. Ne vogliamo parlare? Luino sembra la periferia dell’impero. Lontan dagli occhi, lontan dal cuore. La struttura non è molto “attrattiva”, reperire personale sanitario pare sia una impresa. Eppure in ortopedia è stata di recente inaugurata una Tac di ultimissima tecnologia.
Siamo una terra di confine, la Regione deve garantire l’assistenza a chi abita nella zona senza andare a Varese o addirittura in Svizzera. I nostri ospedali devono tornare ad essere un presidio sul territorio.
Ma Luino non è solo in questa assenza di prospettiva. Busto Arsizio e Gallarate sono due fratelli gemelli, il primo proiettato sull’alto milanese, il secondo sul sud della provincia – continua Molteni . Fatto sta che Gallarate ha bisogno di un nuovo ospedale, Moratti da assessore aveva avviato l’iter recuperando già 130 milioni per iniziare il progetto. Gallarate e Busto non possono operare divise, Busto ha un Dea di secondo livello, Gallarate non ancora. I punti di forza devono lavorare in sinergia, dalla chirurgia vascolare , urologia a pediatria. Non si può togliere nulla, semmai si aggiunge unendo le eccellenze, tenendo conto che a Castellanza ci sono i privati accreditati come Multimedica e Mater Domini. Dunque l’ospedale pubblico dovrà essere di altissimo livello.
Su Gallarate è anche previsto il centro regionale Emergenza Urgenza voluto da Letizia Moratti nell’area del demanio militare: sarà punto di riferimento storico per i prossimi 20 anni in una logica di prevenzione, nel caso utilizzabile anche per l’allestimento di un ospedale di emergenza.
Gli attuali ospedali – insiste Molteni – non possono essere abbattuti, vanno riconvertiti: case di comunità, ospedali di comunità, ambulatori, diagnostica. I tempi di attesa non possono essere quelli da sudditi, ma da cittadini. La sanità non è di pochi e per pochi ma per tutti”.
Ultimo, ma non ultimo, l’ospedale di Saronno. “Dalle liste d’attesa alla tempistica, con il sistema Ats superato nei fatti, più uffici, direttori che ospedale di comunità, anche Saronno soffre di carenza di specialisti, di tagli alla sanità alla faccia dell’autonomia regionale e di un residuo fiscale trattenuto da chi taglia…
Solo un dato… In rianimazione servono 13 unità contro le 3 attive e 7 in arrive dopo concorso. La media posti letto è 160 posti letto ogni 1000 abitanti, sotto la media nazionale. Come si è arrivati ad essere sotto organico e senza posti di ricovero? E’ sempre colpa di Roma o forse era necessario puntare i piedi e trattenere le risorse per salvare la vita ai saronnesi?”.
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Detto da loro fa sorridere , la riforma sanitaria lombarda porta la firma della Moratti , che spinge fortemente verso una sanità privata
Qualcosa non torna
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