Visto da Varese: Dal passato al futuro, industria al passo coi tempi
di EZIO MOTTERLE
In prima fila nel difficile storico passato, al tempo dei primi opifici che sorgevano sulle rive dell’Olona traendo energia per il funzionamento dei macchinari, ma in prima fila anche nel non meno problematico futuro, pronto a inseguire oggi a suon di investimenti i nuovi obiettivi della sostenibilità e del digitale. Da ormai tre secoli motore economico del Varesotto, l’industria prealpina non cessa di mantenere i suoi primati restando caparbiamente al passo coi tempi. I dati sono eloquenti: un sondaggio di Confindustria Varese fissa oltre i tre quarti, al 76%, il numero di aziende della provincia che lo scorso anno hanno fatto investimenti diretti allo sviluppo proiettato ormai verso un’industria 5.0. Le imprese della provincia di Varese continuano insomma ad investire in nuove tecnologie dimostrando fiducia nelle prospettive di sviluppo. Dall’annuale indagine sugli investimenti, sottoposta ad un campione rappresentativo dell’industria varesina (circa 100 aziende che impiegano 10.000 dipendenti), risulta dunque che il 76% delle imprese rispondenti al sondaggio dichiara di aver fatto almeno un investimento nel corso del 2023. Nella maggior parte dei casi (51%) gli interventi si sono rivelati superiori, nel 26% uguali e nel restante 23% inferiori rispetto all’anno precedente. Ma a che cosa sono stati destinati i piani di sviluppo delle imprese di Varese? Al primo posto, in aumento se paragonati ai dati del 2022 (81%), si confermano la sostituzione e l’ammodernamento di impianti aziendali, seguono l’ampliamento delle capacità produttive (46%) e gli investimenti immateriali, ad esempio destinati alla ricerca e sviluppo e ai brevetti (31%). Un primo campanello di allarme arriva, però, dalle previsioni per l’anno in corso: a scendere in maniera significativa è, infatti, la percentuale di aziende che dichiara di avere intenzione di investire nel 2024 (68%). Gli ostacoli più grandi? L’incertezza per il futuro (46%) e la difficoltà nel reperire personale qualificato (37%). Meno preoccupanti rispetto agli ultimi anni, ma sempre rilevanti, i costi energetici (27%), seguiti dalle complessità amministrative e burocratiche (18%) e dalla difficoltà nel reperire risorse finanziarie alla luce del maggiore costo del denaro (17%). Cambiano i tempi, ma il primato industriale si mantiene con l’impegno di sempre.