Saronno, le domande dei ragazzi della Cresima su Carlo Acutis a don Ennio Apeciti
SARONNO – Prima della celebrazione delle 18 in cui si è festeggiato il compleanno di Carlo Acutis, venerdì 3 maggio si è svolto un momento di incontro tra la classe di catechismo dei ragazzi di quinta elementare della Cassina Ferrara e don Ennio Apeciti, responsabile dell’Ufficio Cause dei Santi dell’arcidiocesi di Milano.
I ragazzi hanno avuto la possibilità di porgli delle domande.
“Cosa deve fare un ragazzo della nostra età per diventare santo?”
Don Ennio ha risposto dicendo che “bisogna pregare, imparare da lui, mettere il massimo dell’impegno a casa e a scuola, la gioia. Tutto questo prendendo esempio da Carlo. Basta prendere il vangelo sul serio e leggerlo. Non pensare mai di non farcela”.
“Cosa sono le reliquie dei santi?”
A questa domanda don Ennio ha risposto che “noi seppelliamo le persone per una tradizione antica: non tutto finisce qui sulla terra. Siamo nati un giorno ma vivremo eternamente. Si cresce. Cominciamo a nascere da un piccolo seme, si impara a camminare, ad andare in bici, a leggere. Si impara tutto. La vita è un’esperienza. Perché siamo nati? Perché ci hanno voluto i nostri genitori ma anche Dio. Ci sono dei giorni in cui neanche la mamma sa che aspetta un bambino ma solo Dio. Noi continueremo a vivere anche dopo la morte. Seppellire vuole dire far passare la persona da questo mondo all’altro. Un defunto è qui con noi anche se è presso Dio. Veneriamo i santi perché sono qui con noi ma loro sono presso Dio. Custodiamo i santi perché sono già con Dio e gli affidiamo le nostre preghiere. Tutti sono santi ma qualcuno è in grado di fare miracoli. Le reliquie non sono solo capelli o dita perché appartengono al corpo ma avere una ciocca di capelli vuol dire avere tutto il santo con noi. La reliquia è qualcosa di, é il santo. Anche nel frammento c’è il tutto. Custodire la reliquia vuol dire custodire tutto”.
Un’altra domanda è stata: “In che modo Carlo ha coltivato l’amicizia con Gesù?”
“Carlo andò in chiesa per caso e scoprì grazie alla sua baby sitter chi era la signora vestita di azzurro (riferendosi alla Madonna). Imparó così ad andare ogni giorno in chiesa. Il parroco gli chiese perché venisse in chiesa e lui rispose per incontrare Gesù, per parlargli sapendo che lo ascolta. Carlo scoprì diverse preghiere. Diventando grande volle andare a messa tutti i giorni. Fece la comunione a 7 anni circa perché per lui era importante. Quando fece la comunione era talmente felice che sembrava un angelo. Volle capire e incominció a studiare per comprendere il mistero dell’eucarestia”. Don Ennio Apeciti ha continuato dicendo che “mi piacerebbe dirvi che Carlo non è nato santo…la sua preside diceva così di lui: A scuola copiava, disturbava in classe e non stava mai fermo. Aveva anche note sul registro e non studiava sempre. Alle elementari c’era un ragazzo con un difetto fisico. Durante l’intervallo tutti uscivano tranne Carlo che faceva compagnia a questo ragazzo. Un giorno compare con due dolci, uno per sé e uno per lui. Quale ragazzo passerebbe tutti gli intervallo accanto a un ragazzo con molte difficoltà? Carlo metteva a disposizione il suo computer per il compagno felice di essere amico suo. Era capace di vedere lo stato d’animo degli altri e di esserne attento. Il suo primo miracolo è stato per un ragazzo che non riusciva a mangiare e non cresceva. Il nonno chiese una reliquia e il giorno dopo il bambino riuscì a mangiare senza vomitare nulla.
Dall’Italia hanno scoperto in Brasile, Argentina e in tanti altri Paesi, il nostro Carlo”.
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