Il presidente Airoldi disseta i consiglieri lasciati a secco dalla Giunta
SARONNO – Mercoledì sera nel corso dell’assemblea cittadina è stata resa pubblica una vicenda che tiene banco da qualche mese nelle segrete stanze della politica saronnese e a cui ha cercato di porre fine, con un po’ di pragmatismo, il presidente del consiglio comunale Augusto Airoldi.
Ad aprire il vaso di Pandora è stato il consigliere della Lega Nord Raffaele Fagioli che a metà seduta, tra la discussione per il riscatto della rete di illuminazione pubblica di proprietà EnelSole e quella sulla casa della solidarietà, ha chiesto delucidazioni sul ritorno delle bottigliette d’acqua minerale sugli scranni dei consiglieri.
Nessuno tra il pubblico, cittadini, addetti ai lavori e giornalisti, se n’era accorto ma da settembre le bottigliette d’acqua, distribuite con i bicchieri di plastica ai consiglieri, erano da prima diminuite (diventando una ogni tre invece che una a testa) per poi sparire del tutto. Una vicenda di cui si era parlato in consiglio di presidenza dove si era spiegato che la Giunta alla luce del richiamo effettuato dalla Corte dei Conti a diversi Comuni della zona per le spese sostenute per l’acquisto dell’acqua per i consigli comunali (nel caso del vicino comune di Cislago 23 euro) aveva deciso di eliminare la voce di spesa. E quindi anche l’acqua.
“Come presidente del consiglio comunale – ha spiegato con semplicità durante la seduta Augusto Airoldi rispondendo alla domanda del consigliere leghista – ho pensato fosse doveroso fornire ai presenti l’acqua e così ho deciso di sostenere io le spese”.
“Certo un bel gesto – conclude Fagioli – che però non risolve il problema. Tra pochi mesi s’insedierà un nuovo consiglio comunale e chi sarà eletto rischia che gli venga contestato anche l’uso del microfono o delle sedie?”.
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19122014
pur approvando il bilancio consuntivo del 2013, ha contestato al Comune di Cislago 23 euro: sono i “fondi” utilizzati per l’acquisto delle bottigliette di acqua minerale bevuta durante i consigli comunali. Secondo i giudici contabili, in pratica, questa “spesa” non rientra fra i costi municipali che devono essere sostenuti coi soldi dei cittadini.