SARONNO - E' stato il progetto della nuova scuola Rodari il protagonista del primo incontro del ciclo "Partecipiamo" organizzato dall'Amministrazione al quartiere Prealpi giovedì 11 maggio.
E del resto non poteva essere che così vista la location scelta per l'appuntamento, proprio la mensa della scuola elementare di via Toti, e la presenza tra il pubblico principalmente di genitori di piccoli studenti.
A presentare il progetto, con la consueta efficacia, l'assessore ai Lavori Pubblici Francesca Pozzoli dopo una breve introduzione del sindaco Augusto Airoldi. Pozzoli ha ancora una volta parlato del progetto condiviso con insegnati e studenti, degli spazi comuni aperti al quartiere e di una scuola creata intorno alle esigenze della didattica. Sono stati mostrati i rendering dell'antiteatro all'ingresso, della mensa ma anche degli arredi, dagli armadietti ad altezza di bimbi alla lavagna alveare dai banchi adatti per l'attività individuale e collettiva.
Quindi spazio alle domande, arrivate dai genitori ma anche dal preside e dal presidente del consiglio d'istituto, che in prima battuta hanno interessato essenzialmente le tempistiche di realizzazione, la sicurezza intesa sia come rispetto delle norme per permettere ai bimbi di usare gli ampi spazi senza rischi sia come sistemi antintrusione sia come una viabilità creata ad hoc ed ottimizzata per le nuove esigenze. Le mamme e i papà sono poi entrati nello specifico chiedendo informazioni sul setting delle aule citando anche le ultime opportunità (rese disponibili e messe in mostra anche dal Salone del Mobile) che permettono di superare la vecchia didattica della lezione frontale.
L'assessore Pozzoli ha rassicurato che i fondi 11 milioni di euro comprendono anche i nuovi arredi e l'assessore all'Istruzione Gabriele Musarò ha spiegato che, sulle aule, si sta lavorando anche con le insegnanti.
I genitori, ma anche il personale della scuola, hanno chiesto rassicurazioni sul fatto che l'apertura della scuola al quartiere, spazi come la palestra e la biblioteca disponibili ad esterni, non diventino occasioni per nuove incursioni e effrazioni con cui la vecchia scuola ha già fatto i conti. E c'è stata anche la richiesta di spingersi oltre nel coinvolgimento "il comune non dovrebbe limitarsi a dare la palestra di gestione ad associazioni sportive ma a realizzare veri e propri progetti di inclusione per le fragilità del quartiere".
E i tempi? "Al momento sta procedendo la realizzazione del progetto esecutivo che dovrebbe essere approvato ad ottobre - ha spiegato l'assessore Pozzoli - in modo da garantire la messa a bando per fine anno. Vorremmo che i lavori siano affidati entro il 31 maggio 2024 in modo da essere conclusi entro il 30 ottobre 2026. Sarà un cantiere difficile visto che la vecchia scuola sarà attiva per tutte le fasi di realizzazione di quella nuova ma le due aree saranno tenute transennate e suddivise. I lavori saranno finiti nei primi mesi del 2026 così da demolire la scuola vecchia d'estate e consentire l'inizio dell'anno scolastico con la riqualificazione anche dello spazio verde dell'istituto".
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SARONNO - "E’ stata approvata dalla Giunta comunale una variazione di bilancio da 2 milioni e 200mila euro per permettere la realizzazione della nuova scuola Rodari, come da progetto finanziato da Regione Lombardia".
Inizia così la nota dell'Amministrazione comunale in merito alla riqualificazione della scuola elementare Rodari del quartiere Prealpi.
"A giugno dello scorso anno, dal Pirellone era arrivato il semaforo verde al documento preliminare di progettazione presentato dal Comune di Saronno nell’ambito del bando “Spazio alla Scuola”, giudicato il quarto miglior progetto lombardo e quindi meritevole del finanziamento, che consentirà di realizzare un plesso tecnologicamente e didatticamente innovativo.
Il computo finanziario dello scorso anno prevedeva una spesa complessiva per la nuova scuola del quartiere Prealpi di circa 9 milioni di euro, ma per far fronte agli aumenti eccezionali dei prezzi dell’edilizia in termini di materiali da costruzione, carburante e costi energetici, è stato necessario un aggiornamento del capitolo relativo al costo complessivo dell’opera, con un incremento di 2 milioni e 200mila euro, quota a cui l’Amministrazione provvederà attraverso un mutuo.
Con la sistemazione della questione economica, gli uffici possono procedere ora alla presentazione di un progetto definitivo da approvare a breve. Per evitare ulteriori aumenti, la Giunta Airoldi intende arrivare all’approvazione del progetto esecutivo entro l’autunno e all’indizione della gara d’appalto entro fine anno, accelerando la tempistica prevista dal bando regionale (che stabilisce l’aggiudicazione dei lavori entro il 31 maggio 2024)"
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SARONNO - Non è stato semplice per i tecnici comunali ma alla fine i caloriferi della scuola elementare Rodari di via Toti sono ripartiti senza che ci fosse bisogno di rimandare i bimbi a casa. E' l'emergenza risolta negli ultimi giorni e provocata, secondo l'analisi dei tecnici da un black out. Secondo una prima ricostruzione proprio un improvviso calo di tensione avrebbe "spento" tutti i caloriferi dell'istituto. A nulla sono valsi i tentativi di farli ripartire tanto che sono dovuti intervenire i tecnici. Alla fine il riavvio è riuscito riportando il calore in classi, corridoi e aree comuni. L'emergenza è stato comunque risolta prima che fosse necessario pensare a rimadare a casa gli studenti.
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SARONNO - Nella mattina di sabato 5 novembre i bambini della scuola Rodari di via Toti con le loro famiglie e le insegnanti hanno festeggiato nel giardino della scuola l'arrivo dell'autunno.
Una festa ricca di momenti importanti cominciata con l'accoglienza dei bambini di prima che hanno fatto il loro ingresso accompagnati dai ragazzi delle classi quinte, a seguire il tradizionale passaggio delle chiavi della serra tra i ragazzini di quarta e quelli di terza. La festa ha dato anche l'opportunità di presentare a tutta la scuola il nuovo preside, Alberto Ranco, che con poche parole ha saputo conquistare tutti.
In quest'occasione la Rodari è stata premiata, da Giacomo Palumbo, per la numerosissima partecipazione alla Strasaronno ed il sostegno alla Cls. Anche i genitori hanno dato un grande contributo con l'organizzazione di divertenti giochi per intrattenere i bambini e con la preparazione di buonissime torte e pasticciotti. La scuola ha dato prova ancora una volta di grande coesione riuscendo a creare una bellissima rete di relazioni sul territorio perché come recita l’inno della scuola: "La Rodari siamo noi!”.
Per le foto si ringrazia UNOPUNTOQUATTRO fotografi http://www.unopuntoquattro.it
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SARONNO - Riceviamo e pubblichiamo la nota del presidente del consiglio comunale Pierluigi Gilli in merito all'intervento del progettista Roberto Bonelli dello studio di fattibilità della scuola Rodari pubblicato ieri da ilSaronno.
Ringrazio l'architetto Bonelli, che mi ha dedicato molto del suo prezioso tempo per redigere le sue lunghe precisazioni tecniche rispetto ai miei interventi politici sul progetto della nuova scuola Rodari, con anche una sorprendente esegesi stilistica del mio linguaggio, che pareggia, diciamo così, l'errata asserzione della "perdita del finanziamento di 4 milioni", finanziamento mai perduto, ma rinunciato.
Tuttavia, non è stato smentito che, nel suo studio di fattibilità,
1) non ci fosse il rispetto delle distanze minime dalla ferrovia, anche ai fini dell'inquinamento acustico;
2) ci fosse una sovrapposizione tra vecchio e nuovo edificio;
3) non fosse risolto il problema della coesistenza di vecchia scuola funzionante e cantiere della nuova scuola.
Tali criticità, si sostiene (oltre alla verifica della compatibilità antisismica?) sarebbero potute essere risolte successivamente in sede di progetto esecutivo validabile, del quale però lo stesso architetto Bonelli ha dichiarato che non si sarebbe comunque potuto occupare.
Il suo studio di fattibilità, pertanto, necessitava ontologicamente di interventi correttivi ed integrativi, rinviati ad una fase progettuale ulteriore, più approfondita; del che non c'è da meravigliarsi.
Grazie, infine, per il simpatico richiamo alla nostra remota collaborazione per l'edificazione del nuovo Liceo Classico di Saronno, inaugurato quindici anni fa: un bel progetto, di vero successo, privo di criticità, di cui sicuramente entrambi siamo orgogliosi.
Un cordiale saluto e buone, riposanti vacanze.
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SARONNO - Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota con le precisazioni di Roberto Bonelli il progettista dello studio di fattibilità della scuola Rodari.
Buongiorno Direttrice
Sono Roberto Bonelli – Architetto- e dai primi anni 90 fino al 2016 sono stato funzionario prima e Dirigente dal 1997 dell’ Ufficio Tecnico della Provincia di Varese con particolare riferimento all’ Edilizia Scolastica e al Patrimonio.
Dalla fine del 2016 sono libero professionista e ho redatto nel 2018 per conto del Comune di Saronno il Progetto di fattibilità in oggetto. Sono iscritto all’Ordine degli Architetti della Provincia di Varese a far data dal 1986 al n. 795.
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Ho seguito, seppur parzialmente, attraverso la Sua testata giornalistica, i lavori del Consiglio Comunale di Saronno del 21 u.s. in merito alle conclusioni dei lavori della Commissione Consiliare di inchiesta sulla perdita del finanziamento MIUR di 4 milioni di Euro e ho letto la trascrizione degli interventi dei vari Consiglieri, da Lei pubblicati on line e sul sito Facebook de ilSaronno negli ultimi giorni.
Essendo un tecnico, non avrei voluto intervenire , ma quanto dichiarato e poi trascritto e pubblicato sul sito de ilSaronno in data 25 Luglio dal Presidente del Consiglio Comunale Avv. Pierluigi Gilli e in data 27 Luglio dalla Consigliera Avvocata Francesca Rufini, richiede delle mie precisazioni di carattere tecnico su quanto da essi affermato.
Prima di rispondere puntualmente alle osservazioni degli Amministratori soprarichiamati sul Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica da me redatto, approvato dall’ Amministrazione Comunale e finanziato dal Ministero della Pubblica Istruzione , mi permetta queste brevi premesse di inquadramento generale.
Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 116 del 03/07/2018 venne approvato “ il Progetto di fattibilità tecnica ed economica per la Nuova Scuola Rodari redatto dallo scrivente disponendo altresì la presentazione dell’istanza di finanziamento a valere sul Bando denominato “PROGRAMMAZIONE NAZIONALE IN MATERIA DI EDILIZIA SCOLASTICA PER IL TRIENNIO 2018/2020 – EMANAZIONE AVVISO PER LA RACCOLTA DEL FABBISOGNO DI INTERVENTI DI EDILIZIA SCOLASTICA / DGR n. 7764 del 17.01.2018 e Decreto R.L. n. 5792 del 23.04.2018 “.
Come risulta dalla Deliberazione lo “studio di fattibilità (con alcuni allegati predisposti dal servizio stabili comunali finalizzati alla partecipazione al bando) è costituito dai seguenti elaborati:
-n. 21 elaborati tecnico amministrativi, comprensivi di relazioni, calcoli sommari della spesa, quadri economici, come meglio indicato nell’elaborato TA.00 - Elenco Elaborati – e come da originali depositati presso il Settore Ambiente, Urbanistica e Lavori Pubblici – Servizio stabili comunali – “
Come si evidenzia nelle premesse dell’atto e dalla documentazione allegata alla deliberazione, la progettazione è stata interamente partecipata passo dopo passo e condivisa sia con l’Ufficio Tecnico Comunale e gli Amministratori Comunali , ma anche con la Dirigente Scolastica, il corpo docente e amministrativo e il Consiglio di Istituto.
Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Anna Maria Rossato, infatti, con nota al Comune di Saronno del 26.06.2018 prot. N. 20274, citata nell’atto de quo, comunicava che il progetto da me redatto è stato condiviso dagli Organismi scolastici della Rodari.
Il Progetto di Fattibilità venne infatti pubblicamente presentato nei primi giorni di giugno 2018 nella sala mensa della Scuola Rodari, alla presenza, oltrechè dello scrivente e della collega collaboratrice Arch. Panosetti, dell’Arch. Massimo Stevenazzi e del suo staff, del Sindaco di Saronno, degli Assessori ai Lavori Pubblici e della Pubblica Istruzione, di alcuni Consiglieri Comunali, della Dirigente Scolastica, dei Docenti e dei rappresentanti dei genitori e degli studenti.
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Ai fini della scelta tra ristrutturazione e nuova costruzione da parte degli organi politici e amministrativi si riporta quanto indicato nelle premesse assertive della Delibera:
“Gli incarichi sopra indicati (incluso quello all’ing. Sergio Borroni per la valutazione antisismica.. ndr ) sono stati finalizzati a contemplare due scenari di intervento per la Scuola Rodari e precisamente la completa ristrutturazione o la realizzazione di una nuova costruzione; a seguito degli studi eseguiti il Comune di Saronno ha preso atto che tra le due soluzioni quella che presenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività, tenuto conto delle specifiche esigenze da soddisfare e prestazioni da fornire nel rispetto della normativa vigente, e tenuto conto delle specifiche criticità della messa a norma antisismica dell’edificio attuale, è quella che prevede la costruzione di una nuova scuola in sostituzione dell’edificio esistente".
Il quadro economico complessivo dell’intervento ritenuto più soddisfacente, quello della nuova costruzione , è pari a 5 milioni di Euro.
Non intendo qui dilungarmi sui contenuti del Progetto di fattibilità e enuncio solo i principali elementi progettuali.
La filosofia dell’intervento è stata quella di ottimizzare le risorse creando una scuola ecologica, attuale e funzionalmente coniugata alla nuova didattica e conforme alle Linee Guida del Decreto Interministeriale 11.04.2013.
In estrema sintesi la soluzione progettuale individuata, tenuto conto del rapporto costi/benefici, prevedeva:
Particolare attenzione è stata posta nella progettazione, sia pur ovviamente a livello di fattibilità, del nuovo corpo scuola in stretta aderenza sia alle normative tecniche vigenti in materia di costruzioni scolastiche, ma anche in coerenza della volontà di limitare i costi di gestione con la riduzione delle emissioni, con criteri di sostenibilità energetica ed ambientale.
Le Relazioni allegate individuano, sia pur a livello di Progetto di Fattibilità, inoltre tutti gli altri aspetti connessi anche per quanto attiene la logistica del cantiere e la successione temporale degli interventi, studiata in modo tale da non inficiare la continuità dell’attività didattica ed istituzionale della Scuola.
Dopo la trasmissione da parte del Comune degli atti e degli elaborati progettuali al Ministero della Pubblica Istruzione per la partecipazione al Bando, lo scrivente ebbe una interlocuzione con il Presidente della Commissione di Valutazione della Regione, Commissione delegata dal Ministero per la redazione della classifica dei progetti ritenuti ammissibili al finanziamento, interlocuzione su alcuni aspetti formali del Progetto di Fattibilità.
Con il DM 175/2020 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 115 del 06.05.2020 venne diffusa la graduatoria della Programmazione Nazionale di Edilizia Scolastica del triennio 2018/2020 con l’individuazione dei progetti assegnatari del finanziamento per l’annualità 2019, tra cui appunto il Comune di Saronno, sulla base del progetto redatto dallo scrivente, per un importo di 4 milioni di Euro.
Preme segnalare come il Comune di Saronno, abbia acquisito il più importante finanziamento nella Lombardia dopo la città metropolitana di Milano e, a livello nazionale, uno dei più rilevanti per le città non capoluogo di provincia.
Con il finanziamento da parte del Ministero del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica si concluse l’incarico professionale a me assegnato dal Comune di Saronno.
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Entro adesso nel merito delle osservazioni effettuate dagli Amministratori, così come riportate dalla Sua testata giornalista on line.
Devo fare una premessa parlando del Presidente Avvocato Pierluigi Gilli, perché mi ricordo con piacere quando, nei primi anni 2000, in qualità di Dirigente del Settore Edilizia Scolastica e Pubblica Istruzione della Provincia di Varese, collaborai con lui, che allora era Sindaco di Saronno e con il Dirigente Arch. Massimo Stevenazzi, per il trasferimento di alcuni immobili scolastici quali i licei dal Comune alla Provincia, in ottemperanza della Legge 23/96, la cosiddetta Legge Masini che disponeva il passaggio di competenze dei Licei dai Comuni alle Province.
Fu un lavoro lungo e faticoso e culminò con la riqualificazione del Liceo Legnani e una serie di interventi da parte della Provincia con progetti, condivisi con il Comune, sugli altri immobili oggetto del passaggio di competenza.
Fatta questa doverosa premessa, l’ Avvocato Gilli nel suo intervento parla di “circostanza che lo studio di fattibilità di cui è stato incaricato un professionista esterno conteneva complesse criticità e proprio per questo non è stato validato, con la conseguenza che lo studio di massima non era pienamente attendibile e men che meno utilizzabile ai fini del procedimento della procedura ai fini della prosecuzione dell’iter amministrativo “
Al di la delle ripetizioni lessicali riportate nella nota, certamente involontarie e frutto della trascrizione dell’intervento in aula, giova ricordare propedeuticamente quali sono i livelli progettuali di un’opera pubblica previsti dalla allora Legislazione vigente e cosa si intende per verifica e validazione dei progetti e quando si applica.
I livelli di progettazione sono stabiliti dall’art. 23 del Decreto Legislativo 50/2016 – Nuovo Codice dei Contratti Pubblici – che al comma 1 recita:
“ 1 - La progettazione in materia di lavori pubblici si articola, secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici, in progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo ….omissis “.
In soldoni il progetto di fattibilità è lo sviluppo preliminare di un’idea progettuale e il il comma 5 dello stesso articolo recita che “ il progetto di fattibilità tecnica ed economica individua, tra più soluzioni, quella che rappresenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività, in relazione alle specifiche esigenze da soddisfare e prestazioni da fornire “.
Il progetto definitivo è il progetto che definisce compiutamente l’opera da realizzare ed è utilizzato dalle Stazioni Appaltanti per richiedere permessi, autorizzazioni, ecc.ecc. mentre il progetto esecutivo è quello cantierabile e posto a base di gara per la esecuzione dei lavori.
Ho fatto questa sintetica disamina perché la materia dei lavori pubblici è molto complessa e di difficile comprensione per chi non la esercita giornalmente ed è inoltre soggetta a continui e repentini cambiamenti legislativi per cui è facile cadere nell’equivoco, facendo confusione tra progetto di massima e studio di fattibilità, tra progetto di fattibilità e progettazione definitiva ed esecutiva ecc. ecc.
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Passiamo ora alla verifica e validazione dei progetti, richiamata dal Presidente Avv. Gilli e quando si applica , a legislazione allora vigente (2018).
La verifica e la validazione della progettazione di un’Opera Pubblica è un processo interno all’Ente committente, in questo caso il Comune di Saronno, ed e’ normata dall’art. 26 del Nuovo Codice dei Contratti, il Dlgvo 50/2016 e serve all’ Amministrazione per valutare la rispondenza del progetto da appaltare alle norme tecniche di riferimento, alle normative urbanistiche ecc. ecc.
I commi 1 e 2 dell’art. 26 infatti recitano:
Appare evidente che quando parla di procedure di affidamento il legislatore si riferisce all’aggiudicazione dei lavori altrimenti non si spiegherebbe la precisazione di cui alla seconda parte del comma 2 dell’art. 26.
Tale concetto è ulteriormente rafforzato dai successivi commi 8 e 8 bis che recitano :
8 – La validazione del progetto posto a base di gara è l’atto formale che riporta gli esiti della verifica. La validazione è sottoscritta dal Responsabile del Procedimento e fa preciso riferimento al rapporto conclusivo del soggetto preposto alla verifica ed alle eventuali controdeduzioni del progettista. Il bando e la lettera di invito per l’affidamento dei lavori devono contenere gli estremi dell’avvenuta validazione del progetto posto a base di gara. “
8-bis . Nei casi di contratti aventi ad oggetto la progettazione e l’esecuzione dei lavori, il progetto definitivo ed eventualmente il progetto definitivo presentati dall’affidatario sono soggetti, prima dell’approvazione di ciascun livello di progettazione, all’attività di verifica.
Pertanto la validazione per un progetto di fattibilità tecnica ed economica da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune non era ne necessaria, ne obbligatoria, ne ovviamente richiesta dal Bando Ministeriale in quanto tale fase di fattibilità non era finalizzato alla esecuzione dei lavori, ma costituiva solo il primo step dello sviluppo progettuale dell’ opera.
Correttamente nella deliberazione della Giunta Comunale di Saronno del 3 Luglio 2018 di approvazione del Progetto di fattibilità Tecnica ed Economica e partecipazione al Bando Miur non se ne parla.
Un altro unico caso in cui, a legislazione vigente al momento della progettazione e approvazione del progetto di fattibilità, era obbligatoria la sua validazione era nel project financing o finanza di progetto che si utilizza soprattutto per le concessioni pluriennali o appalto di servizi, ma non è ovviamente questo il nostro caso.
Tra l’altro, detto incidentalmente, lo stesso articolo al comma 3 parla di Unità progettuale e nel nostro caso è mancato, così come indicato dal Legislatore, il contraddittorio tra gli estensori del progetto definitivo e lo scrivente, quale estensore del progetto di fattibilità.
Affermare “che lo studio di fattibilità non è stato validato, perché avrebbe contenuto complesse criticità“ , di cui parlerò di seguito, individua un inesistente rapporto di causa/effetto proprio per quanto indicato in precedenza.
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La Consigliera Avvocata Francesca Rufini, mi cita testualmente asserendo:
“Lo studio di fattibilità dell’arch. Bonelli, oltre a non essere stato validato, era uno studio, per stessa ammissione di chi lo aveva redatto, incompleto ed ha necessitato di uno stravolgimento per poter condurre alla progettazione definitiva; tutte le criticità più importanti erano state rinviate, come riferito dallo stesso Bonelli, alla successiva fase esecutiva/di progetto definitivo, dove poi i nodi sono venuti al pettine, e chi è stato incaricato di redigere il progetto definitivo li ha dovuti sciogliere . “
Per quanto riguarda la validazione, rimando a quanto da me soprarichiamato rispondendo all’ Avv. Gilli.
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Relativamente alle presunte criticità del Progetto di Fattibilità finanziato, rispondendo anche a quanto riportato in merito dal Presidente Avv. Gilli, segnalo quanto segue:
Lo scrivente è stato audito dalla Commissione Consiliare di Inchiesta il 26 Aprile u.s. e ha risposto esaustivamente, seppur in forma sintetica tenendo conto che si trattava di un colloquio a distanza, a tutte le domande rivoltegli dai Consiglieri.
Proprio per questo intendo, con le note seguenti, integrare quanto da me dichiarato in audizione.
Le domande effettuate dai Consiglieri allo scrivente hanno sinteticamente riguardato :
Per quanto riguarda la distanza che i nuovi fabbricati devono avere dai binari della ferrovia , la norma di Legge è il DPR 753/1980 “ NUOVE NORME IN MATERIA DI POLIZIA, SICUREZZA E REGOLARITA’ DELL’ ESERCIZIO DELLE FERROVIE E DI ALTRI SERVIZI DI TRASPORTO “ e riguardano la sicurezza del transito ferroviario sia esso urbano, suburbano ed extraurbano relativamente ai problemi di visibilità per il conducente del treno, sicurezza ecc.
L’art. 49 recita che si applica il vincolo di inedificabilità nella zona di rispetto che per le linee ferroviarie è di 30 ml dal primo binario, mentre per le ferrovie metropolitane è di ml. 6.
Per giurisprudenza consolidata il vincolo di inedificabilità ha valore relativo e non assoluto e la stessa legge prevede che l’Ente autorizzato alla approvazione dei progetti possa consentire deroghe alle distanze dai binari.
Ora nel caso della Scuola Rodari lo scrivente ha a suo tempo effettuato un incontro con i vertici tecnici di Trenord con la verifica della situazione in loco.
Il tracciato ferroviario in oggetto è considerata una ferrovia suburbana e tra il terreno della Rodari e i binari della ferrovia c’è una strada, la Via Valletta.
Da Trenord c’era stato un assenso di massima alla allocazione del nuovo fabbricato in legno così come indicato graficamente, sia perché non inficia la sicurezza del transito ferroviario, sia per la possibilità di deroga da richiedere normativamente, da parte del Comune a Trenord, con la successiva fase di progettazione, come previsto dal Codice dei Contratti.
Il Codice dei Contratti- Dlgvo 50/2016 , infatti all’art. 23 comma 7 prevede che “ …..omissis…il progetto definitivo contiene, altresì tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni ed approvazioni…”.
Quindi la deroga alla distanza non poteva essere richiesta dal Comune attraverso il progetto di fattibilità in quanto non era quello il livello progettuale previsto dalla legge per ottenere l’autorizzazione, ma attraverso il successivo progetto definitivo.
Una deroga da parte di TRENORD concessa al Comune su un progetto di fattibilità e non su un progetto definitivo sarebbe stata giuridicamente non valida.
Non avendo avuto nessuna interlocuzione con i redattori del progetto definitivo/esecutivo, lo scrivente non sa se la richiesta di proroga è stata effettivamente poi richiesta a TRENORD.
Ho altresì confermato, in sede di audizione, come l’utilizzo del legno per il nuovo fabbricato scolastico, insieme alla conformazione geometrica della struttura e ad altre tecniche costruttive da svilupparsi in fase di successiva cantierabilità, avrebbe assolutamente minimizzato l’impatto per gli utenti del plesso scolastico per la relativa vicinanza alla Ferrovia.
In sede di Commissione così come indicato anche negli elaborati del mio Progetto di Fattibilità, ho ribadito che l’obbiettivo era quello di riqualificare tutta l’area della Rodari senza inficiare l’attività didattica.
E’ stato fatto notare, almeno non a me direttamente e non in sede di audizione , ma durante il dibattito Consiliare, che in alcuni elaborati del Progetto di Fattibilità, il nuovo corpo aule circolare si sovrapporrebbe al fabbricato esistente da demolire, inficiando la continuità didattica nel vecchio fabbricato.
La piccolissima sovrapposizione, un piccolissimo triangolo, che si vede nella planimetria generale è dovuta semplicemente alla restituzione grafica delle superfici di ingombro di copertura visto dall’alto e questo aspetto era stato chiarito dallo scrivente durante l’interlocuzione con i tecnici della Commissione di Valutazione della Regione.
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Nel corso della audizione della Commissione, lo scrivente ha risposto anche ad altre domande da parte dei Commissari in merito alla scelta del mantenimento della palestra esistente e del suo ampliamento, rispetto alla completa demolizione ed alla sismicità del seminterrato
Relativamente alla palestra lo scrivente riteneva e ritiene che la ristrutturazione e l’ampliamento sia ancora oggi preferibile alla demolizione e ricostruzione, anche per un aspetto economico, ma queste sono valutazioni tecniche di un progettista e comunque impattanti economicamente, in un senso o nell’altro, sui Bilanci dell’Amministrazione.
Per quanto riguarda invece la sismicità del seminterrato del corpo di fabbrica esistente da demolire, nel progetto di fattibilità era previsto il mantenimento con un intervento antisismico “leggero” tenendo conto che la previsione progettuale era di mantenere sopra un’area verde e un agorà.
Sempre in sede di audizione ho avuto modo di ricordare come la pandemia da Covid 19 e successive varianti non hanno assolutamente comportato nessuna modifica alle norme tecniche che attengono all’Edilizia Scolastica in termini di incremento delle superfici destinate alla didattica e quelle destinate alle attività collaterali e agli spazi comuni.
E’ questa una narrazione che è stata veicolata senza essere a conoscenza della vigente legislazione in materia.
Basta andare sul sito della Camera dei Deputati – Documentazione parlamentare – TEMA - 2 Maggio 2022 - Istruzione – Le misure adottate a seguito dell’emergenza Coronavirus ( Covid 19) per il mondo dell’istruzione ( scuola istruzione e formazione professionale, università, Istituzione AFAM ) per leggere tutte le disposizioni di legge, ( DPCM, DL ) adottate dal Parlamento sul tema.
Si potrà leggere che non si parla assolutamente di modifiche della legislazione tecnica per quanto attiene all’incremento degli spazi, didattici e non, in tema di edilizia scolastica, ma, doverosamente, di diverse modalità di fruizione degli spazi con l’osservanza delle indicazioni date dagli organismi medici e sanitari, con una diversa articolazione degli ingressi, delle attività e tutto quello che abbiamo conosciuto in questi anni.
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L’Avvocata Rufini nel suo intervento poi riportato da ilSaronno, sostiene che per mia stessa ammissione il progetto di fattibilità era incompleto.
Sinceramente non so dove io abbia fatto questa ammissione di incompletezza che risulterebbe peraltro assolutamente non credibile visto che il mio Progetto di Fattibilità è stato approvato dalla Scuola, avvallato e integrato dall’Ufficio Tecnico del Comune con i loro elaborati, approvato dall’Amministrazione Comunale , considerato ammissibile dalla Commissione Valutatrice della Regione Lombardia, valutato dai tecnici dal Ministero della Pubblica Istruzione e da questi finanziato.
Per quanto riguarda i “nodi da sciogliere” come si legge nella nota, ho già risposto in precedenza in merito ai vari livelli di progettazione previsti dalla legge e dai contenuti richiesti.
Lo spirito della Legge, in tale ambito, è naturalmente quello di approcciarsi alla esecuzione di un’opera pubblica per step, prima sviluppando un’idea progettuale preliminare con il progetto di fattibilità, poi approfondendo tutte le tematiche tecniche e strutturali con il progetto definitivo e con questo richiedendo tutte le autorizzazioni di legge e poi eseguendo materialmente le opere con il progetto esecutivo posto a base di gara.
Se tutti i nodi tecnici che necessariamente ci sono in una complessa Opera Pubblica come una nuova scuola fossero tutti da sciogliere o, più correttamente, da approfondire in un unico livello, quello di fattibilità, non si spiegherebbe la necessità, che la legge impone, dei successivi livelli progettuali ; la legge invece, in questo caso è chiara e coerente con gli obiettivi di un’Opera Pubblica da PROGETTARSI per successive fasi.
A far data dal secondo semestre 2021, con il Decreto Semplificazioni, DL 77 del 31 Maggio 2021, e successive modificazioni , con riferimento ai soli interventi di Nuove Opere Pubbliche da progettarsi finanziate con il PNNR , PNC o Fondi Strutturali Europei, il quadro legislativo si è semplificato introducendo la possibilità di appaltare i lavori attraverso il progetto di fattibilità.
Lo dico solamente come dato di cronaca , ma ovviamente non attiene al nostro caso, trattandosi di norme che sono entrate in vigore negli ultimi mesi dello scorso anno.
CONCLUSIONI
Mi scuso innanzitutto per la lunghezza e i tecnicismi usati, ma ho ritenuto giusto e doveroso fare queste precisazioni anche per il rispetto dovuto verso le persone che hanno lavorato con me, oltre che per gli Amministratori che mi hanno dato fiducia e incaricato, i tecnici del Comune che hanno collaborato con me passo passo nello sviluppo del Progetto di Fattibilità e lo hanno integrato con i loro elaborati di competenza , i tecnici della Regione, i tecnici del MIUR e chi ha finanziato l’opera.
L’ho già fatto personalmente, ma approfitto di questa occasione per ringraziare nuovamente oltre all’Arch. Massimo Stevenazzi, già Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune, anche l’ Arch. Cristina Castiglioni e gli altri Tecnici dell’Ufficio Stabili che hanno collaborato con me e con l’ Arch. Panosetti.
E’ anche merito loro, oltreche’ degli Amministratori, se il Comune di Saronno ha avuto il finanziamento Ministeriale di 4 milioni di Euro.
Come già detto non voglio entrare nel merito delle questioni politico/amministrative e dei motivi per cui il Comune di Saronno abbia perso un finanziamento così importante, ne tantomeno polemizzare con chicchessia.
Sarebbe stato normale, corretto e trasparente che qualcuno dell’Amministrazione o incaricato dalla stessa mi avesse chiamato e mi avesse chiesto delucidazioni e chiarimenti sul Progetto di Fattibilità o sul finanziamento.
Da cittadino e da amministratore in un piccolo comune del Varesotto, Barasso, ritengo però veramente paradossale che si tenti di dare la colpa per la perdita del finanziamento anche al progetto che ha avuto il finanziamento stesso e indirettamente quindi a tutti coloro che lo hanno redatto, avvallato, approvato, valutato, ritenuto congruo , considerato ammissibile e finanziato.
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Ringrazio Lei Direttrice per l’ospitalità e la gentilezza , un saluto a tutti e un bocca al lupo alla Città di Saronno
Roberto
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SARONNO - Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale di Francesca Rufini capogruppo in consiglio comunale in merito alla commissione d'inchiesta sulla scuola Rodari.
QUI IL RIASSUNTONE DE ILSARONNOQUI LA DIRETTA DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Finalmente siamo arrivati all’attesa seduta del Consiglio Comunale in cui vengono rese note le conclusioni del lavoro, durato quasi 4 mesi, della Commissione d’inchiesta sulla Nuova Scuola Rodari.
E dico finalmente sia perché è stato oggettivamente un lavoro molto impegnativo, sia perché, con oggi, chi fino ad ora lo ha fatto finirà - almeno si spera - di ricamare di tutto e di più sopra questa commissione, di fare proclami sulle presunte verità, di fare più o meno velate minacce.
Proprio stamattina, guardacaso, è stato pubblicato dall’ex-assessora ai LLPP un video in cui avvisa di avere già conferito mandato ai suoi legali di proporre le azioni a tutela della sua immagine, del suo onore e della sua reputazione nei confronti di chiunque diffonda notizie non veritiere sulla sua persona e sul suo operato.
Al riguardo, dato che l’ex-assessora questa sera - come ovvio che sia - è certamente chiamata in causa, io e i miei colleghi possiamo stare tranquilli poiché tutto quanto risulta dalla nostra relazione e/o dalle nostre dichiarazioni di questa sera deriva integralmente ed esclusivamente dalle dichiarazioni che la stessa ex-assessora ha rilasciato in sede di audizione da parte della Commissione di inchiesta, nè più né meno.
Ciò premesso, passo a due brevi considerazioni.
La prima è che, come tutti sappiamo, in data 14.06.2022 il Comune di Saronno, è risultato assegnatario di un finanziamento di 7,060 milioni di euro per la realizzazione della nuova scuola Rodari; a seguito di tale assegnazione il Comune, non potendo beneficiare di due finanziamenti per il medesimo progetto, ha doverosamente proceduto a rinunciare al finanziamento di 4 milioni di euro oggetto della commissione di inchiesta (e dice il falso chi afferma che avremmo potuto tenerci entrambi i finanziamenti).
È quindi evidente, salvo per chi non lo voglia vedere, che da quando la Giunta, lo scorso giugno, ha rinunciato al finanziamento di 4 milioni, l’oggetto della Commissione di inchiesta non esiste più non potendosi più parlare di “possibile perdita del finanziamento di 4 milioni di euro” sulle cui cause la Commissione avrebbe dovuto indagare; siamo qui, quindi, solo per massima trasparenza nei confronti dei cittadini perché di fatto l’interesse pubblico verso le conclusioni della commissione è ormai puro gossip politico.
La seconda considerazione è che, oltre ad esserci state alcune irritualità nei lavori della Commissione che io ed altri commissari abbiamo segnalato invano più volte e su cui non perdo ulteriore tempo, c’è stato anche - e lo dico perché di questo è stata data evidenza con un CS in pompa magna dello scorso 22 giugno e perché ne ha parlato poco fa la Consigliera Dho - chi ha tentato di appropriarsi della commissione depositando, all’insaputa di tutti gli altri commissari, una relazione, redatta da due soli commissari che ne hanno poi deliberato “all’unanimità” il deposito, spacciandola come relazione della Commissione ed impedendo a tutti i commissari di lavorare a ipotetiche conclusioni congiunte o di presentarne di proprie; l’unanimità che ha approvato la fantomatica relazione della Commissione del 22 giugno era composta dal Presidente Fagioli (con anche delega del Commissario Guaglianone) e dalla Commissaria Dho ed è la stessa identica relazione presentata questa sera dal presidente Fagioli a firma Fagioli / Guaglianone: forse che allora l’unico scopo della commissaria Dho era impedire che gli altri Commissari potessero concorrere alla stesura di conclusioni condivise o depositare le proprie conclusioni? Perché la Commissaria Dho il 22 giugno ha approvato la relazione e l’1 luglio no? forse perché adesso ci sono anche le nostre, di conclusioni?
Mi dispiace cadere così in basso nella ricostruzione dei fatti, in questa sede così importante, ma dopo la riunione del 16 giugno in cui l’unanimità Dho/Fagioli ha definito, e approvato la fantomatica “relazione della Commissione”, c’è stata la riunione del 18 giugno, presenti la sottoscritta, il Commissario Mattia Cattaneo, il consigliere Francesco Licata in sostituzione del Vice Presidente Galli e la Commissaria Dho la quale, di fronte al nostro stupore per l’inaspettata assenza degli altri Commissari, si è ben guardata dal proferire parola: nella mezzora in cui abbiamo atteso i colleghi, la Commissaria non ci ha detto che due giorni prima era stata approvata e depositata la relazione, non ci ha detto che la riunione a cui stavamo partecipando era perfettamente inutile; ha fatto finta di non sapere nulla dell’assenza dei suoi compari; solo silenzio, anche quando, per cortesia e correttezza nei confronti degli assenti che peraltro non erano neppure telefonicamente raggiungibili, abbiamo deciso di non tenere la riunione. E adesso la consigliera Dho, che ha approvato una relazione in una seduta convocata irritualmente con poche ore di preavviso, in seconda convocazione, approfittando dell’assenza - peraltro nota e comunicata - degli altri commissari e presenti solo lei e il Presidente, parla di correttezza e di trasparenza?
Ricordo anche che della/delle relazione/i si è discusso anche durante gli incontri della Commissione, proprio perché la delibera istitutiva non era chiara sul punto; tutti, certo, avremmo voluto una relazione unica, ma o avremmo dovuto attendere un miracolo per arrivare all’unanimità delle conclusioni oppure avremmo dovuto approvare una relazione a maggioranza (e la maggioranza era la nostra!); ma a chi scrive, insieme ai Commissari Galli, Cattaneo e Gilli, l'approvazione a maggioranza non è sembrato un metodo democratico. Peraltro, la stessa Commissaria Dho, in una delle riunioni in cui si è affrontato il tema della relazione, il 26 maggio, dice:“avevamo detto di fare una relazione unica sulla base dei fatti raccolti […..] È un diritto di ogni consigliere fare una relazione". Del resto, potevamo immaginare che anche questa Commissione sarebbe diventata, per i consiglieri di Obiettivo Saronno, l’ennesima occasione per dire che ce l’hanno tutti con loro.
Non vi annoio riportando quello che è accaduto dopo il 22 giugno e su come si è poi riusciti ad arrivare alla scadenza della commissione (il 1 luglio) consentendo a tutti i commissari (tranne la Commissaria Dho, sic!) di depositare, a questo punto, solo proprie conclusioni. Dico solo che è stato un pessimo esempio di strumentalizzazione di un istituto democratico e, ancor peggio, di mancanza di rispetto per le persone, che peraltro si presumono colleghi e tutti rappresentanti la medesima istituzione. Soprattutto da parte di chi parla tanto di trasparenza, correttezza e buona politica.
Passando ora alle conclusioni che io, e i colleghi Cattaneo, Galli e Pierluigi Gilli abbiamo condiviso, evidenzio solo alcuni punti; dai lavori della Commissione è risultato che:
SARONNO - Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pierluigi Gilli in merito alla commissione Rodari
QUI IL RIASSUNTONE DE ILSARONNO
QUI LA DIRETTA DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALEFerme restando le conclusioni provenienti dal Vice Presidente Simone Galli e dai Commissari Mattia Cattaneo e Francesca Rufini, cui si rinvia integralmente, si ritiene opportuno aggiungere le seguenti considerazioni.
La vicenda che ha destato enorme allarme nell'opinione pubblica e relativa al progetto di costruzione di una nuova scuola Rodari è stata segnata da criticità ed ambiguità che hanno condotto a risultati non propriamente utili per la soluzione di una annosa questione concernente questo edificio scolastico.
Tuttavia, l'esame della documentazione acquisita dalla commissione, nonché i verbali delle dichiarazioni rese da alcuni funzionari di carriera o elettivi hanno permesso di giungere ad un inquadramento chiaro dell'evolversi di questo progetto.
Vi è da dire che alcuni elementi hanno avuto un impatto formidabile nei confronti dell'iter procedimentale:
1) il contagio da COVID-19 e la conseguente smobilitazione temporanea degli uffici comunali;
2) la mancanza di una seria riprogrammazione da parte del ministero dell'istruzione che aveva concesso i finanziamenti;
3) il tempo eccessivo dedicato dall'Amministrazione Fagioli per l’indizione della gara per lo studio di fattibilità, quattro mesi;
4) la circostanza che lo studio di fattibilità di cui è stato incaricato un professionista esterno conteneva complesse criticità e proprio per questo non è stato validato, con la conseguenza che lo studio di massima non era pienamente attendibile e men che meno utilizzabile ai fini del procedimento della procedura ai fini della prosecuzione dell'iter amministrativo;
5) l'assenza di un coerente e necessario intervento da parte dell'autorità governativa che non ha minimamente preso in considerazione alcune necessità non raggirabili emerse durante appunto il periodo del contagio: oltre alla già detta dilatazione dei tempi, un anomalo aumento dei costi dei materiali, nuove previsioni di misure e di spazi per gli edifici pubblici, in particolare le scuole, onde evitare la eccessiva vicinanza tra gli utenti e quindi il favorire il contagio.
Di qui la difficoltà degli uffici pubblici degli enti beneficiari dei finanziamenti di rispettare materialmente una tempistica che era stata concepita in ben altri momenti, allorquando si viveva in
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una situazione di apparente normalità: il governo non è intervenuto con nessun provvedimento per allungare i tempi e ciò non soltanto per il finanziamento ottenuto dal Comune di Saronno, ma in generale per i finanziamenti per l'edilizia scolastica (risalenti alla “Buona Scuola” del Governo Renzi) o altre attività che coinvolgevano un'enormità di fondi e una grandissima pluralità di enti pubblici, dai comuni fino alle regioni in tutta Italia. Il governo sordo alle richieste generali di allungamento dei tempi per la conclusione degli iter amministrativi non è intervenuto e ciò ha comportato sicuramente un influsso negativo anche sul procedimento in corso a Saronno.
Ma vi è di più.
Risulta documentalmente che il 22 novembre del 2021, con una PEC di una riga firmata da un oscuro funzionario ministeriale, si comunicava al Comune di Saronno che non si potevano concedere proroghe per l'aggiudicazione della progettazione. Questa laconica comunicazione ha una ufficialità molto sospetta ed è ambigua nel testo, poiché si limita a dire “non sono previste proroghe”, ma non dice che “sono vietate proroghe”.
Tale comunicazione, giunta in una maniera realmente anomala all'interno delle normalità burocratiche e della prassi inveterata, che da sempre per gli uffici di tutta Italia ha contemplato come ordinaria la concessione di proroghe (salvo esplicito divieto), ha condotto poi ad un affanno generale dell'amministrazione politica e soprattutto degli uffici tecnici, i quali nel frattempo si erano resi conto che lo studio di fattibilità non validato che era stato presentato dal primo professionista incaricato richiedeva la risoluzione di alcune criticità di grande importanza e quindi era divenuto necessario intervenire con una nuova revisione di quello studio di fattibilità perché fosse effettivamente validabile: elemento fondamentale, poiché certo non si possono costruire le scuole nuove che partono già con difetti strutturali congeniti (distanza dalla ferrovia, antisismicità, compresenza tra scuola e cantiere), che erano già stati rinviati alla progettazione esecutiva.
In questa situazione, di per sé confusa, nonostante l’impegno degli Uffici, si è poi innestato un processo defatigante e sviatorio incentrato su un documento, la cui banalità è tale che di per sé smentisce qualsiasi illazione che è stata fatta interessatamente da una parte politica: ci si riferisce ad un verbale di una riunione online, in realtà di una “scheda predisposta” si tratta, in cui non il Ministero, ma funzionari regionali incaricati genericamente come TASK FORCE EDILIZIA SCOLASTICA - REGIONE LOMBARDIA, per conto dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, in contraddittorio con il funzionario comunale di Saronno che principalmente si occupava del progetto nuova Rodari, raccoglievano dati sull’andamento dell’iter amministrativo progettuale in dipendenza del finanziamento concesso.
In tale scheda, si legge incidentalmente che “Si è ricordata, per i nuovi edifici, la scadenza della proposta di aggiudicazione lavori entro il 06/11/2021” (punto 8. prestampato), cioè si è semplicemente richiamata una scadenza di cui tutti, funzionari ed amministratori politici erano notoriamente a conoscenza.
L’allora Assessore, in punto, ha così dichiarato: “Il Ministero ha convocato una riunione a giugno
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2021 per dire che non avrebbero concesso proroghe, ma siamo a giugno 2021 e io non lo sapevo, l’ho saputo solo a gennaio 2022”. Si tratta di uno stravolgimento della verità, oltre che della realtà; la riunione tecnica tra funzionari aveva solo lo scopo, come sopra ricordato, di compilare una scheda tecnica; ma soprattutto, questa TASK FORCE EDILIZIA SCOLASTICA - REGIONE LOMBARDIA (denominazione roboante per un ordinarissimo gruppetto di lavoro incaricato di censire dati) non aveva, né avrebbe mai potuto avere alcun potere di “dire che non avrebbero concesso proroghe”, come l’ex Assessore sostiene infondatamente e come non è stato scritto nella scheda.
L’allora Assessore ha favoleggiato su questo documento di irrilevante portata, quasi fosse il suo asso nella manica per autoassolversi da ogni connessione con l’occorso.
Ma non è così. Anzitutto, giova rammentare che il nostro sistema prevede che il Sindaco affidi ai singoli Assessori il compito di sovrintendere ad un particolare settore dell’amministrazione o a specifici progetti o servizi, dando impulso all’attività degli uffici secondo gli indirizzi stabiliti dagli organi del Comune e vigilando sul corretto esercizio dell’attività amministrativa e di gestione; nelle materie affidate, ciascun Assessore può esprimere i propri poteri di indirizzo e coordinamento attraverso atti monocratici, cioè direttive; in altri termini, ai singoli assessori sono conferite deleghe per specifiche materie; si tratta di deleghe di natura politica, essenzialmente come compito di sovrintendenza, stimolo e controllo su specifiche problematiche.
Eppure, a dispetto di ciò, l’ex Assessore ha dato queste stupefacenti risposte alle domande dei Commissari:
D: il fatto di decidere di procedere con la richiesta di proroga è tecnica o politica?
R: È tecnica al 100%.
D: In questi mesi di assessorato ha avuto relazioni con il RUP (responsabile unico del procedimento, un tecnico comunale del settore Lavori Pubblici), ad esempio riunioni o incontri di aggiornamento?
R: Con il RUP mai, del progetto se ne è sempre occupata l’Arch. Xxxxxxx insieme al Dirigente
D: Non ha sollecitato che la richiesta di proroga venisse fatta nei tempi?
R: No, perché mi fidavo degli uffici e non avevo modo di dubitare che il lavoro fosse portato a termine.
R: Noi a maggio già sapevamo che la data del 5 novembre 2021 non era possibile traguardarla, perché a maggio erano venuti fuori tutti i problemi di cui vi ho detto, a tutti noi era chiaro che avremmo dovuto chiedere una proroga già a maggio 2021.
Di interlocuzioni con il Ministero, in cui si anticipava la richiesta di proroga, nulla so: da parte mia no, da parte degli uffici non lo so.
D: Non ha dunque mai chiesto di vedere la domanda di proroga e di verificare che fosse stata inviata nei termini?
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R: No, in generale non ho mai chiesto di vedere il lavoro degli uffici prima che fosse fatto: si concordava una cosa e poi gli uffici eseguivano il lavoro.
D: Non si devono avere interlocuzioni con il Ministero?
R: No, la richiesta di proroga va motivata e così è stato fatto.
D: Già da maggio 2021 si sapeva che sarebbe stato necessario chiedere una proroga. Ha detto di non aver mai fatto interlocuzioni con il Ministero e di non sapere se siano state fatte dagli uffici: non lo sa perché non lo ha chiesto o perché lo ha chiesto e hanno risposto di no?
R: Io so che gli uffici hanno interlocuzioni con il Ministero durante la gestione del bando, sulla proroga non so se hanno avuto interlocuzioni.
D: Il 5 novembre 2021, giorno di scadenza del termine, ha chiesto agli uffici se avevano mandato la richiesta di proroga?
R: Assolutamente no, non è compito dell’Assessore fare il “cane da guardia” dei progetti.
D: Essendo un progetto così importante e condiviso da tutta la giunta e dal Sindaco, come ha più volte ripetuto, a nessuno di voi è venuto in mente di chiedere al Ministero se si potesse chiedere una proroga e di verificare l’invio della richiesta di proroga nei termini?
R: L’Amministrazione si fida degli uffici, che conoscono le procedure da seguire. Una volta capito che la proroga andava chiesta, è stato dato per scontato che fosse stata chiesta per tempo. Comunque, secondo me, il ritardo non è così importante ai fini della accettazione o meno della proroga.
D: La delibera di giunta del 25 novembre 2021 palesa che non sapevate che fosse già arrivata una risposta negativa: Lei, prima della giunta, ha chiesto se la risposta era arrivata?
R: Hanno dato una risposta in tempi velocissimi; adesso che so della riunione di giugno 2021 mi spiego la velocità nella risposta.
Nonostante l’evidenza della scheda compilata online il 21 giugno 2021, di carattere meramente informativo, l’allora Assessore – che dice di nulla sapere di questa favolosa riunione – si esprime così:
D: Come mai non ritiene importante che la proroga sia stata richiesta dopo? Per quanto accaduto nella riunione di giugno 2021?
R: Sì, nel senso che comunque non sarebbe stata concessa e probabilmente gli uffici già lo
sapevano.
D: Intende dire che chi ha partecipato alla riunione sapeva che non sarebbe cambiato niente anche se fosse stata chiesta la proroga?
R: Esatto, volevo dire questo.
Non c’era alla riunione online, nulla sapeva direttamente, ma rilascia sentenze definitive…
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D: Si è fidata che gli uffici abbiano rispettato il termine, quindi, ma non se ne è accertata?
R: Mi sono fidata.
D: Non ha sollecitato che la richiesta di proroga venisse fatta nei tempi?
R: No, perché mi fidavo degli uffici e non avevo modo di dubitare che il lavoro fosse portato a termine. Della Rodari non se ne è parlato una volta, se ne è parlato spesso, all’attenzione di tutta la giunta; non è stato lasciato lì agli uffici senza che l’Amministrazione se ne fosse occupata, anzi, per l’Amministrazione era un progetto importante.
D: Non ha dunque mai chiesto di vedere la domanda di proroga e di verificare che fosse stata inviata nei termini?
R: No, in generale non ho mai chiesto di vedere il lavoro degli uffici prima che fosse fatto: si concordava una cosa e poi gli uffici eseguivano il lavoro.
Che cosa emerge dal complesso di queste risposte?
Un’immagine non certo positiva dell’Assessore, che non aveva evidentemente contezza dei còmpiti che conseguivano alle competenze delegatele ed attribuitele dal Sindaco.
L’ex Assessore si affanna a considerare come collegiale, cioè appartenente collettivamente al Sindaco ed alla Giunta, ogni atto amministrativo ed ogni azione politica, con particolare riguardo alla fattispecie della nuova scuola Rodari.
L’impostazione, di comodità difensiva, è però difforme dalle previsioni dell’ordinamento: l’Assessore, nelle materie o nei progetti delegatigli dal Sindaco, agisce come organo monocratico pur nell’alveo del programma del Sindaco e delle linee di indirizzo concordate dall’Amministrazione.
In ciò ha una spiccata funzione di sovrintendenza, stimolo e controllo sulle materie affidate alle sue cure e di vigilanza sull’efficacia, la tempestività, la precisione dell’azione ammnistrativa svolta dal personale dipendente del proprio settore.
Non fungerà da “cane da guardia”, come allega poco elegantemente l’ex Assessore, nel senso che non fungerà da “capoufficio” magari asfissiante ed impiccione; ma controllerà che l’apparato amministrativo esegua correttamente e tempestivamente i propri còmpiti; interloquirà coi responsabuili dei procedimenti; verificherà il rispetto dei termini; indirizzerà verso l’efficacia, l’efficienza e l’imparzialità tutta l’amministrazione, secondo il precetto dell’art. 97 della Costituzione, per cui efficienza, imparzialità e buon andamento sono i pilastri della Pubblica Amministrazione.
Si tratta di un còmpito politico, svolto da eletti (il Sindaco) e delegati politicamente (Assessori), giacché la funzione pratica ed esecutiva è riservata ai funzionari dipendenti.
Si ritiene, pertanto, che, nella fattispecie, vi possano essere state delle incertezze dell’iter amministrativo della nuova scuola Rodari, ma che gli Uffici abbiano fatto fronte con prontezza adeguata alle drammatiche circostanze della pandemia, anzi abbiano saputo rimediare nei tempi
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dovuti alle notevoli criticità di uno studio di fattibilità nemmeno validato.
L’ex Assessore, per contro, non si è mai rapportato con il Responsabile Unico del Procedimento, non si è segnato come deadline il termine del 6 novembre 2022 e lo ha comunque sottovalutato nella sua portata: invece di verificare con anticipo quali attività di interlocuzione con il Ministero porre in essere insieme ai tecnici comunali; invece di verificare se e come gli stessi si stessero preparando alla scadenza inevitabile del termine, come, ad es., con la predisposizione di motivate ed articolate argomentazioni con cui corredare una richiesta di proroga, l’ex Assessora dichiara di essersi interessata, a livello di grande progetto, soltanto insieme alla Giunta, nelle riunioni di pregiunta, per estendere, in tal modo, eventuali responsabilità ad un àmbito collegiale.
Una inaccettabile situazione di astrazione rispetto alle funzioni assessorili, alle quali l’allora Assessora sembra aliena.
Si conclude, pertanto, con la convinzione della sua conclamata insufficienza omissiva nel ruolo, di cui l’ex Assessora, con particolare riguardo alla Scuola Rodari, aveva un concetto sui generis, comodamente estraneo all’ordinamento.
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del capogruppo di Forza Italia Agostino De Marco in merito alla commissione d’inchiesta sulla Rodari.
QUI IL RIASSUNTONE DE ILSARONNO
QUI LA DIRETTA DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Ringrazio i consiglieri comunali che hanno fatto parte della commissione Rodari per l’impegno che hanno profuso per portare a conoscenza di tutti i fatti che hanno determinato la perdita del finanziamento di 4.000.000 di € per la realizzazione della nuova scuola Rodari nel quartiere Prealpi .
Sui tempi e le modalità che hanno caratterizzato la vicenda, i membri stessi della commissione hanno in maniera approfondita e dettagliata informato il Consiglio Comunale e i cittadini.
Alla luce di tali disamine vorrei porre l’attenzione sulle evidenze emerse che mi portano a dedurre che già a giugno 2021, per i motivi analizzati e presentati nelle relazioni, anche in considerazione della mia esperienza professionale, non si sarebbero potuti rispettare i tempi previsti per aggiudicare i lavori.
Rimane un vero mistero in tutta questa vicenda il non essersi attivato tempestivamente nel chiedere una proroga ( giustificatissima viste le criticità riscontrate ) già dal mese di giugno 2021 e non dopo la scadenza dei termini .
Non si comprende il perché ci si sia attivati con la richiesta di proroga solo dopo la scadenza dei termini .
Sotto il profilo strettamente politico in tutta questa vicenda ne escono male sia l’assessore preposto al progetto, al tempo l’ing Ciceroni , che il Sindaco Airoldi.
Obiettivo Saronno cerca di difendere il suo ex Assessore Ciceroni facendo presente che non esiste alcun atto formale che attesti un indirizzo dato dall’ ex Assessore agli uffici, dimenticando di dire che in capo alla stessa era comunque la responsabilità politica del progetto e in forza di ciò avrebbe dovuto manifestare formalmente ( con mail o PEC ) agli uffici tecnici e al Sindaco l’impossibilità di rispettare i tempi richiesti per l’aggiudicazione dei lavori ( 6 novembre 2021).
Verba volant scripta manent.
Sicuramente l’ex Assessore ha peccato di ingenuità e di inesperienza in un settore molto difficile e delicato come quello dei lavori pubblici .
Il Sindaco Airoldi, che certamente sapeva, perché informato se non altro dagli uffici, ha assistito anche lui passivamente all’intera vicenda, attivandosi solo dopo che i termini erano scaduti .
Avrebbe potuto palesare ufficialmente già da giugno 2021 le “ criticità “ riscontrate nel progetto e attivarsi con la richiesta della proroga facendo presente adeguate motivazioni.
L’intera e complessa vicenda lascia l’amaro in bocca.
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SARONNO - Riceviamo e pubblichiamo la nota dei consiglieri comunali di Obiettivo Saronno in merito alla seduta di consiglio comunale dedicata alla commissione d'inchiesta per chiarire come si sia arrivati alla perdita del finanziamento di 4 milioni per la nuova scuola Rodari.
"Ieri sera è andata in scena una delle puntate più tristi e preoccupanti per la vita democratica della nostra città.
Il secondo punto all’ordine del giorno del Consiglio Comunale, quello sulla Commissione di inchiesta per la Rodari, non avrebbe potuto essere discusso perché illegittimo.
Infatti il Regolamento della Commissione d’inchiesta prevede che la stessa concluda i propri lavori di indagine predisponendo la relazione finale; invece il risultato dell’ultima seduta della Commissione, convocata l’ultimo giorno di validità della Commissione stessa, la mattina per la sera, senza rispettare i 5 giorni di preavviso, e perciò non legittima secondo il Regolamento, ha prodotto due relazioni (una della minoranza e una della maggioranza) e 4 diverse conclusioni, quella dei Commissari Fagioli (Lega) e Guaglianone (Fdi), quella dei commissari Cattaneo (Saronno Civica), Galli (PD), Rufini (TuaSaronno), quella del commissario Pierluigi Gilli (Con Saronno) e infine quella della commissaria Marta Gilli in rappresentanza di Forza Italia.
E’ evidente come non fosse necessaria una Commissione di Inchiesta per arrivare a fornire ognuno una propria versione dei fatti basata sulle proprie opinioni personali: bastava incontrarsi al bar.
La Commissione ha fallito il suo obiettivo, quello di fare chiarezza sulle motivazioni e sulle responsabilità del mancato rispetto della scadenza di assegnazione dei lavori per la nuova scuola Rodari, il 6 Novembre 2021, in quanto ogni singolo Commissario ha di contro perseguito l’intento di mettere sulla graticola le singole persone, senza nemmeno cercare più di tanto appigli ai quali attaccarsi per dimostrarne le responsabilità. O meglio, li hanno cercati ma non li hanno trovati e avendo trovato altri documenti scomodi non hanno voluto indagare e cercare oltre. Affermazioni queste verificabili leggendo i verbali e i documenti, semmai un giorno li renderanno disponibili tutti alla città: la Commissione ha perciò indiscutibilmente fallito, ma Obiettivo Saronno ha voluto fortemente che la discussione arrivasse in Consiglio Comunale per un atto doveroso di trasparenza nei confronti dei Cittadini.
Purtroppo abbiamo assistito a una serie di accuse non supportate da alcuna corrispondenza negli atti: ciò che invece è emerso dai lavori della commissione è che non esiste alcun documento che dimostri una responsabilità diretta dell’ex Assessore Novella Ciceroni sul mancato rispetto della scadenza di assegnazione dei lavori per la nuova scuola Rodari.
Non esiste un atto formale che attesti un indirizzo dato dall’ex Assessore Ciceroni all’ufficio Lavori Pubblici che ha determinato il mancato rispetto della scadenza sulla Rodari.
Non esiste un documento che accerti un rapporto diretto fra l’ex Assessore e il Ministero dell’Istruzione, fra la Ciceroni e la Regione Lombardia che ha comportato un esito negativo rispetto alla scadenza del 6 Novembre 2021.
Esistono, invece, numerosi documenti che dimostrano come il Sindaco e gli Uffici fossero a conoscenza di fatti, avvenimenti, riunioni in cui l’ex Assessore non veniva mai invitata e coinvolta, fino ad utilizzare contro di lei l’esito negativo di una richiesta di proroga dell’assegnazione dei lavori, arrivato all’ufficio protocollo il 22 novembre 2021 e girato il giorno stesso dal protocollo agli Uffici e non all’ex Assessore, la quale viene messa al corrente dal Dirigente di Area, Architetto Ambrogio Mantegazza, solo il 7 dicembre 2021.
Le parole di un Dirigente che non risponde, come molti altri protagonisti della vicenda, alle domande dei Commissari della Commissione, ma che si premunisce di firmare una dichiarazione in cui attesta che “L’area tecnica ha costantemente operato…in stretta correlazione e piena condivisione di ogni azione con l’Assessore di riferimento” sono solo parole non riscontrabili in alcun atto.
Le motivazioni per cui non è stato possibile rispettare i tempi di aggiudicazione dei lavori sono stati comunicati ufficialmente sia dal Sindaco con una mail inviata ad ANCI il 14 Dicembre 2021 e dall’Architetto Mantegazza, che in data 21 Gennaio 2022 scrive al Ministero dell’Istruzione facendo richiesta di interrompere il procedimento per la decadenza dal finanziamento, evidenziando come il ritardo nell’aggiudicazione della gara è imputabile a cause non previste e non prevedibili da parte dell’Ente.
Ieri abbiamo ascoltato, dunque, gravi accuse da parte di alcuni Consiglieri comunali nei confronti dell’ex Assessore Novella Ciceroni per non essere riuscita a portare a termine, secondo loro, l’aggiudicazione dei lavori entro la data stabilita dal Ministero, quando lo stesso Sindaco e il Responsabile di Area confermano agli atti l’impossibilità di rispettare i termini, quando la stessa ex Assessore viene esclusa da qualsiasi documento in entrata ed in uscita, quantomeno di rilevante importanza, quando, secondo una nota dell’ANCI, la quasi totalità degli Enti beneficiari del bando Rodari non è riuscita a rispettare i termini di aggiudicazione.
Per rimanere su un tema caro al Sindaco, in tutta questa storia crediamo si debba parlare non di “scuola di cartone”, bensì di “accuse di cartone”, che offendono l’intelligenza dei Cittadini.
Se il teatrino messo in scena da chi amministra questa città voleva essere un pretesto politico per giustificare l’allontanamento di Obiettivo Saronno dalla maggioranza perchè non condivideva i diktat imposti su scelte che riteniamo ancora di più oggi lesive per la città, si poteva fare di meglio e di più onesto intellettualmente.
Se si voleva scaricare le responsabilità e trovare un capro espiatorio per eventuali errori commessi o per la mancanza di coraggio nell’affrontare mediaticamente l’argomento, si poteva fare di meglio. Se, invece, si pensa questo essere un mezzo per denigrare Obiettivo Saronno, perché manca l’audacia di affrontare il confronto su temi reali, si è caduti proprio in basso.
Ai Cittadini interessa essere rappresentati da persone delle quali ci si può fidare, da persone che mettono davanti a tutto gli interessi per la città e la cittadinanza, da persone che sanno prendersi delle responsabilità e ci mettono la faccia, da persone che quando le guardi negli occhi non abbassano lo sguardo. La modalità di partecipazione dell’ex Assessore Novella Ciceroni alle richieste della Commissione di Inchiesta interpreta magnificamente l’identità di Obiettivo Saronno. La tranquillità, la trasparenza, la spontaneità con la quale ha risposto alle numerose domande mette ancora più in evidenza i comportamenti della maggior parte degli altri interpreti che si sono rifiutati di rispondere, oppure hanno semplicemente rimandato agli atti le questioni a loro poste. La determinazione dell’ex Assessore Ciceroni durante il i suoi 15 mesi di mandato che ha portato al Comune di Saronno 16 milioni di euro di finanziamenti esterni, di cui 7 milioni proprio per la nuova scuola Rodari, interpretano al meglio ciò che per Obiettivo Saronno significa fare politica: la politica delle scuse, dei pretesti, delle scappatoie non è più accettabile.
Oggi, come non mai, rivendichiamo con forza la nostra scelta di avere rinunciato a posizioni acquisite, ma non propedeutiche e finalizzate al bene della Città, con la speranza che, dopo quanto ascoltato ieri sera, qualcuno si possa ravvedere e abbia il coraggio di farsi un esame di coscienza e porre fine a questa opprimente agonia per la nostra Saronno.
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SARONNO - Ieri sera, dopo le variazioni di bilancio anticipate per permettere all'assessore Mimmo D'Amato, a casa con il covid, di assentarsi prima dalla seduta, è andato in scena l'epilogo della commissione d'inchiesta votata all'unanimità (con l'astensione del presidente Pierluigi Gilli) dal consiglio comunale.
Una lunghissima serata che avrebbe dovuto dire ai saronnesi come mai sono stati persi i 4 milioni del finanziamento ministeriale ottenuto per la riqualificazione della Rodari dall'ex Amministrazione Fagioli. Una vicenda che avrebbe potuto costare al quartiere Prealpi la realizzazione della nuova scuola se non fosse arrivato il bando regionale poi vinto. Il condizionale è d'obbligo perchè, malgrado 4 relazioni e una decina di interventi, di chiaro c'è ben poco.
Alcune criticità sono stati indicate più o meno da tutti: ritardo di 4 mesi dell'Amministrazione Fagioli sull'affidamento della progettazione, ritardo dell'Amministrazione Airoldi nel chiedere la proroga (anzi il fatto che sia stata presentata quando i tempi erano già scaduti), il ritardo nel leggere la comunicazione dal ministero che annunciava il diniego della proroga tanto che il progetto è stato approvato dopo l'arrivo della pec ministeriale in comune.
Non c'è stata però unità d'intenti e vedute: basti dire che sono state 4 le relazioni depositate. La prima ad essere presentata quella dei commissari di maggioranza (Francesca Rufini, Simone Galli e Mattia Cattaneo) dove, riassumendo, le responsabilità sarebbero dei tempi stretti, delle lungaggini dell'Amministrazione Fagioli e dell'omissione di controllo dell'allora assessore ai Lavori Pubblici Novella Ciceroni. A questo considerazioni si aggiungono quelle di Pierluigi Gilli che estende la colpa del ministero di non aver capito il momento il momento difficoltà attraversato da molti comuni per la pandemia e mette il carico sull'ex assessore Ciceroni rea, a suo parere, di non aver assolto al suo compito di assessore e di voler rendere una responsabilità collegiale della Giunta quella che invece le spetterebbe in virtù del suo ruolo.
La relazione di minoranza, firmata da Raffaele Fagioli e Gianpietro Guaglianone, punta sui ritardi dell'Amministrazione Airoldi nel chiedere la proroga e nello scoprire la pec che la negava. Si pone anche l'accento sulla scelta del sindaco Augusto Airoldi e dell'assessore di realizzare un nuovo progetto (vedi la definizione del precedente scuola di cartone) incuranti di un controllo del rispetto di tempi e scadenze.
Non c'è nessuna relazione di Obiettivo Saronno che con Cristiana Dho apre il vaso di pandora sui retroscena dell'epilogo delle commissione con le assenze dei consiglieri di maggioranza (si parla della volontà della coalizione di chiudere la commissione prima del tempo, dopo aver ottenuto i sette milioni di nuovo finanziamento in modo da bloccare la pubblicazione degli atti) al ritiro della prima relazione depositata, alle irregolarità nelle convocazioni della commissione in alcuni casi stringenti tanto da dover essere annullate delle sedute mentre in altre occasioni il rispetto del regolamento è stato più elastico.
Un tema su cui torna anche Rufini che affonda anche sul video dell'ex assessore Ciceroni in cui parla di possibili azioni legali come anche Mattia Cattaneo. Duro Guaglianone che chiede al sindaco un atto di responsabilità e dimissioni. A sorpresa Alessandro Fagioli, pur ricordando come la parte della vicenda avvenuta nella propria Amministrazione sia coincisa con l'inizio del covid (e quindi con operatività ridotta all'osso del municipio e un clima di totale incertezza) ammette la propria responsabilità per i 4 mesi di ritardo invitando il suo successore a prendersi le sue per i restanti 14 e per la proroga invitata in ritardo.
Airoldi malgrado la lunga serata e il tema caldo usa l'arma dell'ironia rifiutandosi si affrontare il tema, ma usando i 7 milioni del secondo bando per rimarcare la propria posizione. In sostanza blandisce i consiglieri presenti e pubblico alle prese con una seduta iniziata alle 19 ed in corso ancora all'una di notte rimarcando ironicamente "l'incapacità della propria amministrazione che porterà ad avere una delle migliori scuole di Lombardia grazie al finanziamento appena vinto". Conclude con una dose di sarcasmo anche sull'assunzione di responsabilità di Fagioli.
Se Agostino De Marco (Fi) di fatto sostiene la ricostruzione di Gilli, Francesco Licata (Pd) pone l'accetto su una vicenda che ha visto i bimbi del quartiere rischiare di non avere il plesso scolastico e che ora, anche alla luce del nuovo bando vinto "andrebbe chiusa in un cassetto, anche se le responsabilità sono evidenti e i cittadini le hanno comprese da tempo"
Tra le relazioni, apprezzata per comprensibilità e realismo, quella della consigliere indipendente Marta Gilli (presente in virtù della scelta di Fi di nominarla propria delegata). Gilli riassume la vicenda parlando di tempistiche stringenti e di due amministrazioni (Airoldi e Fagioli) che avrebbero dovuto agire senza indugi a fronte dell'importanza riconosciuta ad entrambi al progetto. Non solo l'indipendente punta il dito sulla mancanza di vigilanza da parte dell'Amministrazione Airoldi e di come la volontà, ammessa più volte dal primo cittadino, di non voler realizzare la scuola di cartone del progetto Fagioli, di fatto, abbia ammesso la volontà di realizzare un progetto brandizzato Airoldi con un allungamento di tempi.
Insomma appare evidente come malgrado mesi di lavoro, i ringraziamenti di facciata, né la commissione né il consiglio comunale siano riusciti a spiegare ai saronnesi errori e limiti del procendimento.
Del resto che la vicenda fosse sfuggita di mano e decisamente confusa è stato evidente dall'inizio della seduta con diverse questioni su cui l'assemblea "ha dovuto mettere una pezza". Nel testo della delibera era richiesta all'assemblea cittadina una votazione ed invece ad inizio dibattito il presidente Gilli ha ammesso di aver deciso ieri, su input del segretario, di far limitare il consiglio comunale ad una presa d'atto. C'è stato poi il misterioso inciso sull'ex sindaco Alessandro Fagioli stralciato su richiesta dell'interessato e con l'approvazione del presidente del consiglio comunale (davvero generoso coi commenti personali sugli interventi dei consiglieri d'opposizione) e di Galli e Rufini. Da sottolineare anche la richiesta, con un emendamento del presidente della commissione Raffaele Fagioli di modificare la parte della relazione di maggioranza "in cui si giudicava il suo operato". Richiesta giudicata irricevibile da Gilli con il sostegno del segretario, che ha visto Raffaele depositare una propria replica.
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SARONNO - Parlando della prossima seduta del consiglio comunale, in programma mercoledì 21 luglio, il sindaco Augusto Airoldi ha anticipato il primo punto ossia la presentazione dell'epilogo della commissione d'inchiesta sui fondi persi per la scuola Rodari.
"Primo punto all'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale è la conclusione - ha spiegato Airoldi a Radiorizzonti - e io mi permetto di dire finalmente della tormentata commissione d'inchiesta sulla Rodari. Sappiamo che tutto è per il momento è tutto secretato quindi non dirò a niente. Mi limiterò a dire, come si evince dall'ordine del giorno, che verrà presentata o verranno presentate una o più relazioni da parte dei commissari di maggioranza e di minoranza. Ciascuno presenterà la sua relazione dicendo cosa è successo e cosa doveva andare meglio.
Dopo di che il consiglio comunale prenderà atto. Non si voterà una relazione. Semplicemente il consiglio comunale prende atto delle relazioni presentate. Contemporaneamente si prende atto che la commissione ha cessato i suoi lavori.
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SARONNO - Riceviamo e pubblichiamo la nota del segretario cittadino della Lega in merito alla realizzazione della nuova scuola Rodari al quartiere Prealpi.
"Bene l'arrivo di 7 milioni di euro per la costruzione di una nuova scuola, ma l’amministrazione li saprà usare nei tempi previsti? 4 milioni persi per la Rodari e non si capisce perché non esista alcun documento accessibile al pubblico per verificare chi ha deciso di far cambiare progetto alla ditta vincitrice del bando, facendo perdere i termini del finanziamento. I cittadini hanno diritto di sapere i risultati della commissione di inchiesta sulla perdita di 4 milioni di euro: l'insabbiamento non è accettabile.
Una repubblica sana è dove i cittadini devono poter giudicare le scelte compiute. La mancanza di trasparenza è un danno per la cosa pubblica"
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SARONNO - Richiesta protocollata stamane in Municipio da parte di Alberto Paleardi, "storico" esponente della politica saronnese: è quella per ottenere i documenti relativi ai lavori della commissione d'inchiesta comunale sulla vicenda dei finanziamenti persi (4 milioni di euro) per la ricostruzione della scuola "Rodari" di via Toti. Nei giorni scorsi il presidente della commissione, Raffaele Fagioli, aveva depositato tutti i documenti inerenti gli accertamenti compiuti e la relativa relazione. Quest'ultima è "segretata" sino alla sua divulgazione durante il prossimo consiglio comunale (che dovrebbe tenersi in luglio) mentre, secondo Paleardi, tutti gli altri documenti della "inchiesta" sarebbero pubblici. "In base all'articolo 8 di quanto deliberato nell'atto di costituzione della commissione stessa, i documenti sono pubblici se protocollati - fa presente Paleardi - e dunque credo sia giusto ed opportuno che ognuno li possa e debba consultare, farsi una idea autonoma di quanto è accaduto, in attesa del dibattito consigliare".
Da Paleardi, "un invito a fare altrettanto, richiedere i documenti al protocollo per conoscere cosa è successo".
24062022
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