Cortei non autorizzati: ecco cosa rischiano gli studenti
20 Dicembre 2012

SARONNO – Pene pecuniarie ma anche strascichi giudiziari: è ciò che rischiano i 29 studenti che la Digos varesina ha denunciato a piede libero dopo la manifestazioni studentesche delle ultime settimane.
A vario titolo sono chiamati a rispondere di una sfilza di reati. A decidere, ovviamente, dovrà essere la procura di Busto Arsizio, che potrebbe archiviare tutto oppure disporre le richieste di rinvio a giudizio.
I reati contestati sono innanzitutto quello di avere indetto le manifestazioni senza “permesso”. In questo caso si farà riferimento a quello che gli avvocati chiamato Tulps, e cioè il Testo unico di pubblica sicurezza, nato nel 1931 con un Regio decreto e successivamente più volte aggiornato. Dunque, per la mancata comunicazione dei cortei agli uffici di polizia sono previste sanzioni tra 100 e 413 euro; ma se fossero ravvisate “colpe” di particolare gravità si potrebbe anche prevedere l’arresto, fino a sei mesi. Lo si sarebbe facilmente potuto evitare: sarebbe bastato preventivamente informare questura o polizia locale; è questo l’unico obbligo al quale deve sottostare chi organizza un corteo, poi è libero di farlo con le motivazioni più disparate.
Per avere fatto scoppiare alcuni petardi ed acceso i fumogeni l’ammenda massima prevista è solo pecuniaria, 103 euro. E’ stato contestato anche il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti ed in questo caso, se ci fossero davvero i riscontri, le pene sarebbero molto pesanti perchè il codice penale prevede da anno a cinque anni di reclusione. Non si scherza anche per l’interruzione di pubblico servizio (sino ad un anno di reclusione) e per la resistenza a pubblico ufficiale (da sei msi a cinque anni di reclusione).