Da Londra a Montecarlo finendo in Svizzera: la mappa del commercialista evasore
SARONNO – Tutto iniziava con una fattura emessa da una società di Londra intestata al commercialista e si concludeva in un elegante banca svizzera dove il saronnese accompagnava personalmente i propri clienti ad aprire conti correnti dove finivano i soldi “sottratti” all’erario. E’ questa la triangolazione, Londra, Saronno, Svizzera, che ha consentito, negli ultimi 9 anni ad un noto commercialista saronnese, coadiuvato dalle sue dipendenti di attuare un illecito con un giro d’affari di 9 milioni di euro.
L’indagine è partita dal tenore di vita del commercialista che dichiarava meno di 30 mila euro all’anno, uno cifra inferiore a quella delle sue dipendenti. Nonostante questo il saronnese si concedeva spesso e volentieri ricche vacanze a Dubai, tornei di golf in Sud America, vacanze in barca a vela, sponsorizzazioni in diverse manifestazioni automobilistiche.
Così l’allora tenente della Finanza saronnese Carlo Della Gatta poi sostituito dall’attuale comandante della tenenza cittadina Marco Velonà coadiuvato dal maresciallo Lomuscio hanno avviato le indagini che hanno permesso di scoprire gli escamotage utilizzati dal commercialista. Il saronnese creava ed utilizzava fatture false per abbattere gli utili delle sue società e di numerosi clienti del suo studio di consulenza fiscale.
Le tecniche per sottrarre reddito all’imposizione fiscale erano essenzialmente due: la prima prevedeva la disponibilità di alcune società a Londra con cui portava all’estero, in Svizzera, i soldi sottratti. Un escamotage, basato su una serie di false fatturazioni, che il commercialista usava sia per tenere basso il proprio reditto sia per i clienti che accompagnava personalmente alla banca elvetica per aprire i conti dove i soldi diventavano soldi neri.
Sono stati proprio i clienti dell’uomo a collaborare con gli inquirenti fornendo i primi elementi utili per le indagini. Del resto gli accertamenti dei finanzieri hanno scoperto anche una seconda tecnica. Accanto a questo sistema elaborato e delicato per il quale è stato anche ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture false ce n’era anche uno più terra terra che l’uomo riusciva a portare avanti con successo da 9 anni.
Il commercialista emetteva false fatture datate 31 dicembre all’insaputa del clienti al solo scopo di ridurre l’imponibile delle imposte.
Un raggiro che è stato presto scoperto dalla Guardia di Finanza che, con interrogatori, perquisizione ed accertamenti, ha finito per attirare l’attenzione dell’imprenditore che a gennaio si è presentato di sua volontà di Procura. Negando molte delle accuse a lui mosse.
Nelle ultime settimane però gli inquirenti hanno scoperto il tentativo da parte dell’uomo di inquinare le prove e di sottrarre i beni in proprio possesso intestandoli ad altre società per cercare di sfuggire all’aggressione dell’erario.
Così martedì sono scattate le manette ai polsi del saronnese, trasferito al carcere di Busto Arsizio, mentre le sue due assistenti sono state sottoposte agli arresti domiciliari. Contestualmente sono state eseguite anche diverse perquisizioni, 31, tra Saronnese, Comasco, Varesotto, Monza e Brianza e Milanese mentre sono 21 gli imprenditori iscritti nel registro degli indagini.
“L’indagine ha una base solida – ha commentato il sostituto procuratore Nadia Calcaterra – continuerà anche nei prossimi giorni con i necessari controlli della parte “internazionale” del raggiro che permetterà di chiarare i fondi neri e raccogliere anche elementi sulla percentuale del 20/30% che il commercialista tratteneva per i suoi servigi”.
Complessivamente la Finanza ha stimato che l’operazione ha sottratto all’erario 9 milioni di euro, di cui uno di iva, e per questo è stato predisposto un sequestro dei beni dell’imprenditore per un valore di 1 milione di euro.
28052014
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Commenti
In termini di danni alla Società questo tipo di reati e’ molto peggiore dei reati legati alla microcriminalità, ovviamente non come impatto mediatico ma strutturalmente. Questo tipo di reati e’ esecrabile, sottrae risorse a tutti noi… Alle nostre pensioni…. Alla capacità di investimento del paese, nel nostro paese solo il 10% dei Cittadini dichiara più di 100.000 € , Saronno e’ in linea con la statistica eppure di macchinazze da 80.000€ e rotti ne girano un casino, io la penso come gli Usa : un dollaro evaso un giorno di galera, il mio plauso alla GdF, reati sociali di questo tipo meritano la gogna sociale perché colpiscono di riflesso tutti e indeboliscono lo Stato. gli Italiani onesti indipendentemente dalla loro collocazione politica si dovrebbero alleare su questo e fare fronte comune.
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giustissimo
veramente su tutte le altre testate giornalistiche è uscito il nome ed anche la foto.
Ma perchè ilSaronno dovrebbe mai pubblicare il nome? Ho letto qui o su altri online cvhe la procura ha deciso di non fornirlo alla conferenza stampa, ci saranno i giusti motivi. E poi se non sbaglio nessuno è colpevole sino all’ultimo grado di giudizio! Credo che la morbosa ricerca della pubblica gogna per chi ha, o avrebbe commesso dei reati, debba finire. ilSaronno bene così, e si vergogni che vuole sempre “sbattere il mostro”, o presunto tale, in prima pagina
una notizia del genere senza il nome non è una notizia. Chi scrive dovrebbe preoccuparsi di recuperare il nome altrimenti è meglio che cambi mestiere. La notizia sta proprio nel nome del malfattore. Basta leggere i giornali di oggi per avere questa informazione. Questo sito, scusate, ma non mettendo il nome della persona arrestata non fa un buon servizio né a se stesso né, cosa più importante, alla comunità.
perché continuate a non pubblicare il nome? A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca eh?