Chiappucci: c’è il ricorso al Consiglio di Stato
Ecco il testo integrale del comunicato in cui danno l’annuncio ufficiale
Nei giorni scorsi abbiamo presentato ricorso all’ultima autorità che può decidere in merito alla nostra vicenda e agli accadimenti che ci hanno visti protagonisti involontari all’esclusione della nostra lista dalle elezioni comunali di Saronno.
Ricordiamo che abbiamo lamentato più volte attraverso esposti il comportamento ostruzionistico della pubblica amministrazione saronnese, i punti fondamentali che ci hanno portato al ricorso al TAR Lombardia sono i seguenti: il giorno 16 aprile avevamo chiesto per iscritto la possibilità di raccogliere le firme dei sottoscrittori con un gazebo o tavolino vicino al palazzo comunale, la risposta dell’Amministrazione fu no. Inviammo una richiesta di posizionamento gazebo dal 20 al 25 aprile, la risposta fu negativa per il 25 aprile, ma anche verbalmente per il 26 (giorni in cui un nostro certificatore sarebbe stato disponibile) avevamo inviato inoltre una successiva richiesta per i giorni dal 26 al 1° maggio, la risposta ci autorizzò solo dal 28 aprile.
Pertanto il comune ci ha ostacolati:
1) negandoci di fare la raccolta firme nelle immediate vicinanze del Palazzo Comunale dal 16 al 1° maggio, mentre un’altra lista ha raccolto le firme direttamente in comune.
2) negandoci il posizionamento del gazebo il 25 aprile e il 26 Aprile, inoltre, omettendo autorizzazione per il 26 e 27 aprile 3 avendoci risposto di si solo il 28 Aprile.
3) facendoci trovare le porte del comune chiuse il 02 maggio. Da notare che il nostro certificatore era disponibile nei giorni 25/26/27 giorni di festa (i primi due) per cui con disponibilità della persona perché libera da impegni di lavoro sarebbe venuta con noi ai gazebo a certificare, mentre il pubblico certificatore comunale a noi è stato vietato facendoci posizionare il Gazebo molto lontano dal Comune per cui con problemi alla partecipazione della gente a recarsi a firmare.
Inoltre, non abbiamo avuto nessuna disponibilità da assessori o consiglieri comunali di Saronno ai fini dell’autentica delle firme.
Il Tar Lombardia si è espresso con una sentenza semplicistica, contraddittoria, con errori forse dovuti ad una “semplicistica” visione del ricorso ma soprattutto con una sentenza pericolosa per il democratico e equo e indiscriminato svolgimento delle elezioni amministrative dei comuni dell intera Nazione in quanto dandoci ragione ma allo stesso tempo respingendo il Ricorso sulla base di una discutibilissima idea di divisione tra le varie fasi delle elezioni, quando invece per tutti le elezioni sono intese dal giorno in cui la legge autorizza la regolare raccolta delle firme (180 gg prima della data fissata per le votazioni) fino al momento della dichiarazione ufficiale degli eletti e non solo limitata alla data della presentazione delle liste. Il Tar prosegue dicendo sulla sentenza: “In definitiva il ricorso va respinto, non senza però stigmatizzare la condotta dell’amministrazione comunale, che indebitamente ha negato l’autorizzazione al collocamento dei banchetti elettorali per la raccolta delle firme il giorno 25 aprile, invece di favorire la raccolta delle stesse durante il periodo elettorale, come richiesto dalla legge, accampando vie più motivazioni di ordine pubblico che non le competono”.
Pertanto è chiaro che con queste pesanti parole verso l’amministrazione Porro, il Tar ci ha dato pienamente ragion dividendo la fase di preparazione delle liste all’atto della consegna delle liste elettorali, con questa sentenza però ha creato un grave precedente lesivo secondo noi delle pari opportunità, dei valori democratici e dell’equo rispetto delle dignità, in quanto in futuro in base a questa sentenza si ipotizza che un sindaco potrebbe favorire palesemente chi vuole e ostacolare chi gli pare nella raccolta firme facendosi scudo di questa sentenza “divisoria “che ad un’eventuale ricorso al Tar della ipotetica lista discriminata futura al massimo l’eventuale Sindaco pagherebbe solo con una tirata d’orecchie dal Tar ma intanto agevolando e discriminato chi vuole.
Noi del partito politico Rinnovamento per l’Italia non potevamo consentire in un periodo in cui la democrazia e la sovranità del popolo viene sempre più calpestata che passi il messaggio trasmesso dal Tar Lombardia e per questo motivo, per difendere i ben più alti interessi democratici e valori morali quali non discriminazione ed eque possibilità, abbiamo fatto ricorso in appello al Consiglio di Stato che ora dovrà esprimersi in merito. Questo potrebbe rimettere in discussione la data delle elezioni o le elezioni stesse, secondo noi è probabile che sia tutto da rifare!
12052015