Profughi alle Farfalle? Volontè: “Non serve buonismo ma progettualità”
Inizia così la nota inviata da Enzo Volontè consigliere comunale della lista civica Saronno al centro, in merito alla proposta di Tu@Saronno di mettere il complesso residenziale Le Farfalle e l’ex Seminario a disposizione dei profughi.
“Per quanto possa sembrare banale, la considerazione è di assoluta concretezza: pur apprezzando il concetto di solidarietà che vorrebbe esprimere la proposta, credo sia necessario cercare sempre di contemperare le finalità, per quanto positive, con la reale possibilità di realizzarle.
La seconda considerazione riguarda più in generale il fenomeno immigrativo in atto non solo in Italia, ma in tutta l’Europa. E siamo costretti ad ammettere che nessuno, fino a qualche tempo fa, poteva immaginare quanto sarebbe stata grande la portata del fenomeno. Al di là dei numeri che ci vengono quotidianamente proposti (e che continuano a stupirci) si parla ormai di una immigrazione che potrebbe durare qualche decennio e interessare milioni di persone. E a fronte di questa evenienza è assolutamente necessario che il tema sia affrontato a livello Europeo se non addirittura mondiale.
Ma aspettando che gli organi superiori assumano decisioni, noi , nel piccolo delle nostre comunità, possiamo fare qualcosa.
Io credo che nessuno possa esimersi dall’esprimere sentimenti di solidarietà nei confronti di persone che scappano da situazioni di pericolo di morte (e non solo con riferimento alla guerra ma anche alla fame). Ma il sentimento di solidarietà dovrebbe poi essere seguito da gesti di solidarietà nei confronti di persone meno fortunate di noi.
E qui occorre stare molto attenti a non cadere nel buonismo e nella demagogia: sarebbe troppo facile sostenere l’occupazione di spazi vuoti già predestinati a soddisfare un bisogno “interno”. Occorre agire con razionalità e buon senso: non si può (e non sarebbe giusto) far fronte ad un bisogno, evitando di rispondere ad un altro bisogno precedentemente evidenziato.
Il tema dei rifugiati ha il carattere della straordinarietà. Occorre perciò prevedere soluzioni straordinarie, individuando spazi magari normalmente inutilizzati, occorre organizzare strumenti di gestione dell’ospitalità magari ancora inesistenti, occorre dare un senso alla permanenza momentanea di persone “provvisorie” sul nostro territorio, ipotizzando di affidare loro servizi di pubblica utilità in cambio della ospitalità, servizi che altrimenti non si potrebbero attivare per carenza di disponibilità economiche: è sicuramente meglio tenere occupata una persona che risiede temporaneamente sul territorio piuttosto che lasciarla “nulla facente” per l’intera giornata. E questo, tengo a precisarlo, senza ipotizzare di “rubare” lavoro ai residenti perché sarebbe un lavoro che l’Ente pubblico non sarebbe in grado di pagare.
Ed è necessario ipotizzare di affrontare questa straordinarietà coinvolgendo insieme al Comune anche le Istituzioni e le associazioni che operano sul territorio, almeno quelle sensibili al tema della solidarietà umana.
Occorre uno sforzo comune di progettualità, affrontando con responsabilità e concretezza un fenomeno che solo poco tempo fa non era previsto. Ma oggi, al di là delle convinzioni personali di ciascuno, esiste.