Telos, Lara Comi incontra il ministro Alfano: “Tolleranza zero”
Non usa mezze parole l’europarlamentare Lara Comi nel suo affondo contro il centro sociale Telos. Già lo scorso fine settimana prima dell’occupazione aveva dichiarato “I Telos possono occupare solo uno spazio: la galera. Quello è il loro posto”. Una presa di posizione a cui ha indirettamente risposto il graffito “Tutti fuori dalle galere (tranne Lara)” comparso negli ultimi giorni tra via Monti e viale Rimembranze.
“Partiamo dai graffiti: com’è possibile che il mondo politico saronnese si interroghi su chi deve pulire. Devono pulire, e assumersene i costi, chi le ha fatte ossia i ragazzi del Telos di cui si conoscono nomi e cognomi. Se sono minorenni che siano chiamati a risponderne i genitori. Ognuno si deve prendere le sue responsabilità”.
Ma l’europarlamentare va oltre: “Le lettere non servono a nulla: prima Porro ha scritto ad Alfano ora Fagioli a Mattarella e a Renzi tutto senza risultati. Ho chiesto un incontro al ministro dell’Interno, l’ho incontrato e gli ho chiesto tolleranza zero per il centro sociale saronnese”.
Comi suggerisce anche alcuni proposte: “Basta accettare passivamente: bisogna non autorizzare i cortei partendo dai danni e dalla distruzione che hanno portato nelle ultime manifestazioni e alla luce di questi problemi chiedere il pagamento di garanzie e penali nel caso di graffiti e vandalismi”. E rincara: “La cosa più importante è sicuramente quella di condannare queste persone per i reati che commettono anche a costo di chiamare i loro genitori a rifondere i danni”.
Non manca una stoccata al mondo politico saronnese, a partire dalla Lega Nord che guida la città: “Fa specie che certe prese di posizione, necessarie alla luce della situazione che vive la città, arrivino da chi come me fa parte di un partito moderato. Ma la Lega non era il partito delle ruspe? Basti dire che non c’è stata nessun commento, nessuna condanna per le scritte realizzate in città durante il corteo. Non dico di esprimere solidarietà a me per l’attacco ricevuto ma la semplice condanna di un gesto che ha arrecato non pochi danni ai privati, attività ed edifici pubblici”.