Comitato Abc: “Facciamo un laghetto con parco umido nell’ex Cantoni”
sappiamo da percloro etilene), mentre la bonifica della “matrice terreni” è già stata deliberata e laproprietà dovrà completarla entro fine anno”
Inizia così la nota inviata dal comitato acqua bene comune in merito alla creazione di un laghetto, con tanto di area verde umida, nell’ex Cantoni.
“La “barriera idraulica” finalizzata alla messa in sicurezza della falda (in particolare a valle, con il pozzo di Via Parini) potrebbe emungere ca 10-15 litri al secondo (ca. 840 mc. al giorno) per il trattamento di depurazione, che potrebbe durare anche qualche anno, per cui si profila la possibilità
del recapito di quest’acqua nel Lura.
Oggi abbiamo dunque depositato una proposta di utilizzo di quest’acqua, almeno in parte, per la realizzazione di un bacino artificiale con la creazione di un’area “umida” utile a tutto l’ecosistema, che presenta i seguenti vantaggi:
– riutilizzare parte dell’acqua emunta depurata e non sprecarla;
– creare una “vasca volano” per il deflusso delle acque meteoriche (come peraltro previsto dalle
recenti normative) e per regolare l’afflusso delle acque di bonifica nel Torrente Lura in caso di piene;
– creare finalmente un parco a verde con acqua anche nella nostra città: potendone disporre in
abbondanza, sarebbe davvero incomprensibile non farlo!
– la proprietà deve già cedere a standard verde metà dell’area e realizzare il parco: potrebbe essere l’occasione per una progettazione innovativa e “sistemica” anche con i cittadini, come già sperimentato in altre città (citiamo l’esempio più storico, di Bosco in Città a Milano e il suo più recente “Giardino d’Acqua”), con la partecipazione di volontari per la cura e il mantenimento (nell’esempio citato, CFU-Italia Nostra);
– si potrebbe accedere a co-finanziamenti “mirati” alla realizzazione (e mantenimento) di quest’area, attivando dei progetti regionali, anche con la partecipazione di altri enti (vedasi Gelso-Ispra, istituti universitari, il Consorzio del Lura etc.).
Resta prioritaria la definizione, in tempi certi e brevi, della barriera idraulica e l’avvio della bonifica della falda acquifera, il suo monitoraggio e dimostrazione di effettiva efficacia. Senza ulteriori ritardi, oltre a quelli già accumulati sinora anche per le “resistenze” della proprietà, e tenendo al corrente degli sviluppi la cittadinanza.
Tuttavia, riteniamo che gli enti partecipanti alla Conferenza dei Servizi, ciascuno per la propria competenza, possano non precludere questa occasione unica di recupero ambientale e confidiamo che la nostra proposta possa essere accolta per dare avvio a una progettazione partecipata e ecosistemica anche nella nostra città; a questo fine, come abbiamo già più volte richiesto, crediamo utile e necessario che si avvii un dibattito pubblico cittadino, perchè informazione e partecipazione sono necessarie… come l’acqua!”