Teatro Pasta; spettacoli in rosso, tagli e spese
SARONNO – Con una lunga lettera il presidente della Fondazione del teatro Giuditta Pasta Paolo Pasqui fa il punto sulla situazione economica della sala di via Primo maggio. Si parla dei problemi dei conti degli ultimi anni, della riduzione delle spese, anche a fronte del mancato rinnovo del contratto alle maschere a fronte dell’uso di stagisti e dell’imminente avvio di una campagna di fund raising.
Ecco il testo integrale
Care Amiche e cari Amici del Teatro, Cari Tutti,
“Fair is foul, and foul is fair”….
Da poco spento l’eco del Macbeth di Branciaroli, è il momento di parlarVi del recente passato della Fondazione Giuditta Pasta, e delle sue prospettive.
Il Teatro Giuditta Pasta esiste da 25 anni, ma solo 5 anni fa, nel 2011, la sua gestione – allora affidata ad una società per azioni, poi liquidata- venne trasferita alla Fondazione attuale per cercare di migliorarne l’equilibrio economico: l’obiettivo, purtroppo, al momento non è stato raggiunto, anche perché il patrimonio iniziale attribuito alla Fondazione stessa, pari a 52.000 € appare esiguo in relazione ad una attività che ha sempre prodotto perdite, sistematicamente ripianate dai contribuenti saronnesi.
Il bilancio della Fondazione al 31 dicembre 2015, approvato da questo Consiglio di Amministrazione ancorchè fosse di competenza del precedente organo amministrativo ha chiuso con una perdita d’esercizio di € 79.810, e perdite cumulate per € 128.338, situazione che configura l’azzeramento totale del Fondo di Dotazione, e una possibile causa di estinzione.
Nelle settimane intercorse tra la metà di giugno ed i primi di luglio la nostra grande preoccupazione non fu solo la scelta dei prodotti culturali e artistici da inserire in cartellone ma, soprattutto, capire se saremmo stati in grado di avviare regolarmente la stagione teatrale: prendemmo pertanto contatto con gli organi preposti al controllo (Regione Lombardia e Provincia di Varese) per verificare se vi potessero essere le condizioni per proseguire l’attività e, individuato uno spiraglio di fattibilità, ce ne assumemmo la responsabilità.
Stiamo lavorando alla redazione di un budget triennale che possa ragionevolmente convincere gli organi di controllo che nel prossimo triennio la Fondazione sarà in grado di avviare una gestione economicamente virtuosa e ripianare 130.000 € di perdite prodotte sino al 31/12/2015: questa sarà pertanto la grande scommessa di questo organo amministrativo ma anche di tutti coloro che desiderano che la Fondazione Giuditta Pasta possa continuare a svolgere la propria funzione culturale sul territorio. Le amministrazioni comunali passano, i consigli di amministrazione pure: facciamo in modo che le Istituzioni che diffondono cultura, al di là dalle (di)visioni politiche, restino vive e vitali!
In questo contesto è necessario ricordare che nel gennaio 2016 il Comune di Saronno, socio fondatore e unico socio della Fondazione, ricevette una relazione dalla Corte dei Conti della Lombardia che sostanzialmente impedisce al Comune il ripianamento delle perdite della Fondazione in quanto estranea ai principi di sana e prudente gestione, e potenziale danno erariale.
D’altra parte il sostegno finanziario del Comune di Saronno alla Fondazione Giuditta Pasta nel corso degli ultimi cinque anni è stato significativo, pari ad € 1.330.000, oltre alla disponibilità (quasi totalmente gratuita) dell’immobile teatro.
Se considerassimo il periodo dal 2011 (parziale, e anno di avvio dell’attività della Fondazione) al 2015 come se fosse un unico esercizio, dovremmo rilevare quanto segue (in €/000):
Proventi da spettacoli (biglietti e abbonamenti)
2.105
Costi per cachet + SIAE + Vigili del fuoco
-2.091
Primo margine di contribuzione
14
Gli spettacoli pertanto non hanno generato marginalità positive ma, al contrario, contabilizzando anche il costo delle maschere, hanno assorbito risorse. I proventi derivanti da sponsorizzazioni, pubblicità, affitti sala e servizi ammontano a 521k, mentre i costi fissi a 1.902k, di cui 1.349k relativi al personale dipendente.
*
Quanto illustrato mi auguro spieghi a sufficienza perché l’azione di questo Consiglio di Amministrazione sia indirizzata al conseguimento del massimo risparmio possibile.
Abbiamo ricevuto critiche per non avere rinnovato il contratto alle maschere e per avere modificato le modalità di distribuzione dei programmi, non più recapitati a mezzo posta, ma diffusi a mezzo totem e con altre modalità, ma tutto ha una spiegazione.
Dagli uffici del Comune avevamo appreso della possibilità di utilizzare, come maschere, gli studenti delle scuole superiori in stage, soluzione che avrebbe consentito di far risparmiare alla Fondazione quasi 30.000 € annui, ed abbiamo ritenuto di sfruttarla, seppur a malincuore per i ragazzi che non hanno avuto il rinnovo dei loro seppur modesti contratti. Analogamente, la rinuncia alle spese di spedizione postale ed alle consulenze grafiche ci ha permesso di risparmiare altri 15.000€. Nello scorso mese di maggio, quando questo Consiglio di Amministrazione venne chiamato alla guida del Teatro, in poche settimane abbiamo predisposto, con la nuova direzione artistica, il programma culturale della stagione 2016-2017, che comprende 80 eventi (20 in più rispetto alla stagione precedente) con un risparmio complessivo, in termini di cachet, di oltre 43.000 €.
Il nuovo Direttore Artistico ed uno dei consiglieri sono operatori professionali nel campo degli eventi, del teatro, della musica e della comicità, e la loro conoscenza personale degli artisti e delle compagnie ci ha consentito di rivolgerci direttamente ad essi, e di ottenere apprezzabili risparmi dovuti al mancato mark up da pagare all’agenzia a cui il Teatro si è rivolto fino allo scorso anno: complessivamente il cachet medio per evento si è ridotto (fanno eccezione quelli per studenti e ragazzi) da 5,8k a 4,2k senza penalizzare la qualità: è aumentata l’offerta di spettacoli di comicità e variety, sono stati mantenuti gli spettacoli di opera, danza ed operetta, ed è stato introdotto –novità assoluta- un programma musicale che ci auguriamo di migliorare nei prossimi anni.
Tutto realizzato in pochissime settimane.
Al momento della nomina, l’Amministrazione comunale ci indicò come mission quella di svolgere la nostra attività culturale migliorando i risultati economici della Fondazione, rendendola progressivamente autonoma dal sostegno finanziario del comune. Stiamo pertanto lavorando in questo senso, ma la strada è tortuosa: la Fondazione ha anche necessità di investire in hardware, software e comunicazione -anche e soprattutto sul web- per sfruttare al meglio le enormi possibilità offerte dai social. Se come amministratori ci stiamo impegnando su vari fronti per rilanciare l’attività del Teatro e della struttura organizzativa, i dipendenti stanno facendo la loro parte con dedizione, pur consapevoli che dovranno affrontare sacrifici fino a che la gestione non venga riportata a maggiore economicità. Per realizzare tutto questo servono però risorse, ed il concomitante sostegno dell’Amministrazione, del pubblico e di tutti i soggetti sensibili alla cultura ed alla sua diffusione.
Nelle prossime settimane promuoveremo iniziative di fund raising per consentire a tutti coloro che lo desiderano e che ne hanno la possibilità, persone fisiche e società, di sostenere finanziariamente la Fondazione, perchè cultura è investimento nel futuro.
Vi aspettiamo a Teatro.
Saronno, 19 ottobre 2016
Il Presidente
Paolo Pasqui
Lascia un commento
Commenti
non ho rinnoato l’
abbonamento da alcuni anni perche’ gli spettacoli non incontravano i miei gusti, oltre per cultura si viene a teatro anche per rilassarsi un po’ e per ridere soprattutto.
Allora il cartellone di questanno fa per Lei.
O un bel BOWLING di fronte c’è gia il Mc, l’opera sarebbe completa.
datelo in autogestione ai Telos 😉
? ? ? ? ? ? ? sono pienamente d’accordo !!!!
La giunta precedente non ha fatto nulla se non stupidate cattocomuniste di basso livello. Dove c’e’ sinistra c’e’ fallimento. E’ stata una gestione tra compagni di merende, oggi si pagano le conseguenze. La fondazione una scelta stupida. La cultura e’ un costo intelligente… pensare che sia un costo e’ un errore madornale !
Che commento illuminato…
torna al tuo paese dei dintorni visto che paghi solo il biglietto e non ti accolli altri costi
MI AUGURO CHE LEI NON USUFRUISCA DI NESSUN SERVIZIO PAGATO DAI CITTADINI DI MILANO O DEL CIRCONDARIO DI SARONNO :
La cosa divertente è che chi critica…a teatro non andrebbe comunque…né con altri spettacoli, né con altri prezzi….meglio la Champions’ League o Grande Fratello!
o magari sta a casa a guardare la TV perché non si può permettere il teatro.
Che la Champions League poi sia meglio di tanti spettacoli a teatro è fuor di dubbio.
LE PRECISAZIONI NECESSARIE.
Le dichiarazioni di Pasqui sono rimescolate ed imprecise. Da “buon commercialista” ha esposto i risultati di un bilancio consolidato del Teatro nel tempo, e non nello spazio, come se fosse una holding: mettere insieme dati di bilancio senza correlarli con i risultati della produzione è un esercizio abbastanza insensato e serve solo a fare confusione.
Tutte le operazioni contabili descritte dallo stesso, come l’uso temerario del calcolo delle perdite, sono tutte da verificare poiché non si possono improvvisare le capacità di rientro dalle perdite da parte degli amministratori chiamati alla gestione non di una bocciofila ma di un teatro di venticinquennale attività con risultati artistici, da tutti riconosciuti, di rilevante entità.
L’unica affermazione reale è la constatazione che il patrimonio della Fondazione si è progressivamente annullato ponendo gli amministratori in serie difficoltà aggravate dalla decisione del Comune di Saronno di ridurre, in un sol colpo, il contributo annuale di 50mila €, fermo restando i costi fissi di struttura ritenuti incomprimibili.
Comprendo bene gli sforzi di gestione e l’accorato appello alla comunità fatto dal Dr. Pasqui che deve essere rivolto per primo al Comune di Saronno perché riveda la sfavorevole decisione della riduzione suddetta del contributo, sperando che la programmazione artistica in essere dia risultati positivi economici e di pubblico affinché la situazione del Teatro possa quantomeno non peggiorare.
Benissimo Signor Messina, un posto in più in platea! Stia a casa a guardar la serie A, è più meglio!
Ma a proposito, lei lo paga il canone rai?
e voi per risanare un bilancio programmate in poche ,settimane un calendario senza conoscere il pubblico , cosa funziona e cosa no , spettacoli ancora in circolazione perchè poco richiesti, immagino ? Sapete che a Gerenzano sono felici ?
chiedetevi perchè !|
scusate Garbagnate non gerenzano
matematica tralasciando virgole et etc..
1.330.000 : 5 = 266.000
266.000 : 12= 22.166
22.166 : 1000= 22
quindi si sarebbero potute aiutare 22 famiglie, padri-madri-bambini Saronnesi con 1.000 euro al mese per 5 anni, di disoccupati, e disperati…chiaramente
Ringraziano
sei bravo in matematica. Con i € 500.000 in 5 anni dello staff del Sindaco quante famiglie si aiutavano invece?
sempre di più che con i tuoi 500.000 1.330.000 – 500.000= 830.000
cosè rosichi perchè hai paura che ti tolgano lo spettacolo? I conti sono li e qui poi vedi tu
Le dichiarazioni di Pasqui sono rimescolate ed imprecise. Da “buon commercialista” ha esposto i risultati di un bilancio consolidato del Teatro nel tempo, e non nello spazio, come se fosse una holding: mettere insieme dati di bilancio senza correlarli con i risultati della produzione è un esercizio abbastanza insensato e serve solo a fare confusione.
Tutte le operazioni contabili descritte dallo stesso, come l’uso temerario del calcolo delle perdite, sono tutte da verificare poiché non si possono improvvisare le capacità di rientro dalle perdite da parte degli amministratori chiamati alla gestione non di una bocciofila ma di un teatro di venticinquennale attività con risultati artistici, da tutti riconosciuti, di rilevante entità.
L’unica affermazione reale è la constatazione che il patrimonio della Fondazione si è progressivamente annullato ponendo gli amministratori in serie difficoltà aggravate dalla decisione del Comune di Saronno di ridurre, in un sol colpo, il contributo annuale di 50mila €, fermo restando i costi fissi di struttura ritenuti incomprimibili.
Comprendo bene gli sforzi di gestione e l’accorato appello alla comunità fatto dal Dr. Pasqui che deve essere rivolto per primo al Comune di Saronno perché riveda la sfavorevole decisione della riduzione suddetta del contributo, sperando che la programmazione artistica in essere dia risultati positivi economici e di pubblico affinché la situazione del Teatro possa quantomeno non peggiorare.
Le dichiarazioni di Pasqui sono rimescolate ed imprecise. Da “buon commercialista” ha esposto i risultati di un bilancio consolidato del Teatro nel tempo, e non nello spazio, come se fosse una holding: mettere insieme dati di bilancio senza correlarli con i risultati della produzione è un esercizio abbastanza insensato e serve solo a fare confusione.
Tutte le operazioni contabili descritte dallo stesso, come l’uso temerario del calcolo delle perdite, sono tutte da verificare poiché non si possono improvvisare le capacità di rientro dalle perdite da parte degli amministratori chiamati alla gestione non di una bocciofila ma di un teatro di venticinquennale attività con risultati artistici, da tutti riconosciuti, di rilevante entità.
L’unica affermazione reale è la constatazione che il patrimonio della Fondazione si è progressivamente annullato ponendo gli amministratori in serie difficoltà aggravate dalla decisione del Comune di Saronno di ridurre, in un sol colpo, il contributo annuale di 50mila €, fermo restando i costi fissi di struttura ritenuti incomprimibili.
Comprendo bene gli sforzi di gestione e l’accorato appello alla comunità fatto dal Dr. Pasqui che deve essere rivolto per primo al Comune di Saronno perché riveda la sfavorevole decisione della riduzione suddetta del contributo, sperando che la programmazione artistica in essere dia risultati positivi economici e di pubblico affinché la situazione del Teatro possa quantomeno non peggiorare.
bravissimi, ora sembra un teatro dell’oratorio, sicuramente non ci tornerò.
ce ne faremo una ragione… buttare 1.330.000 euro per averti al teatro mi sembra troppo oneroso per la collettività.
Ciao ……… buona fortuna.
possono sopravvivere solo i grossi teatri con grossi nomi e poche serate,pagate il giusto, purtroppo non è veritiero dire che il teatro è cultura in quanto chi va a teatro ha già sviluppato una propria base culturale, i giovani, gli studenti ci vanno se imposto dalle scuole o altro.
Quindi inutile nascondersi dietro il teatro fa cultura ma al massimo la amplifica in chi ormai della cultura può farsi solo un vanto personale, 1.300.000 euro li avrei investiti nelle scuole, in attrezzature per i ragazzi, NON SERVE A NULLA fare spettacoli se poi non si fa crescere la voglia di parteciparvi. Che sia poi a Saronno o in altro luogo non ha importanza.
senza penalizzare la qualità è tutto da vedere ..
Non ho rifatto l’abbonanamento alla rossa perchè non mi sembrava cosi interessante come gli scorsi anni.
Il risparmio è tutto da vedere e sarà tale quando dimostrerete di aver aumentato il pubblico. L’altra domenica ho portato mia figlia allo spettacolo dei bambini, non mi è piaciuto, e per la prima volta il teatro aveva poche file piene. Mai visti così pochi spettatori agli spettacoli per famiglie . Alla domenica il teatro è sempre stato pieno!
quindi forse spendere di più, scegliere meglio, ma avere più pubblico potrebbe non essere antieconomico ma strategico !
Strategico come negli ultimi anni dove chi se ne frega dei conti????
se vuoi rimanere ignorante , nel senso di ignorare , continua così
1.330.000 euro in 5 anni! … ma vi rendete conto?!?
con i problemi che ha Saronno e poi veder contestato l’acquisto di due utilissime auto alla PL.
La Kultura a tutti i costi se la pagasse chi ne fa un must per la propria esistenza.
“Al momento della nomina, l’Amministrazione comunale ci indicò come mission quella di svolgere la nostra attività culturale migliorando i risultati economici della Fondazione”, purtroppo tutto questo è andato a discapito della qualità dell’offerta. Non sempre questo alla lunga paga. Io quest’anno non ho speso in teatro quello che avevo speso l’anno scorso. E per amore del “teatro”, non dell’offerta, ho fatto un abbonamento (ridotto). Vista la bellezza della programmazione dell’anno scorso mi sarei aspettata molto, ma molto di più (e a quanto è a mia conoscenza le opportunità non mancavano). Basarsi sulle conoscenze dirette per risparmiare… vedremo quanti biglietti a fine anno si saranno venduti. buona fortuna al teatro e alla cultura.
Dai che ce la fate a chiuderlo!
Era ora che la kultura katto-Komunista ……..chiuda !!!!
La KASTA!!