I ragazzi del Granello portano Grease al teatro Pasta
CISLAGO / SARONNO – Non ci sarà John Travolta ma i ragazzi della cooperativa sociale “Il granello” di Cislago: per la prima volta in assoluto il celebre musical “Grease” sarà interpretato da sessanta ragazzi disabili, con i loro educatori. L’appuntamento è previsto domenica, 30 ottobre alle 21, al teatro civico “Giuditta Pasta” di via I maggio, il cui direttore artistico Francesco Pellicini non nasconde il proprio entusiasmo:”Sarà un onore accoglierli. Si tratta di un evento “genial”e, coraggioso, intelligente, a cui va il mio personale plauso. Un grande in bocca al lupo ragazzi, sono certo del vostro strepitoso successo”. Per i giovani del Granello è una prima assoluta: in programma poi due repliche, venerdì 2 dicembre a Castellanza e domenica 22 gennaio 2017 a Cogliate.
“L’idea nasce dopo aver portato in scena, gli anni scorsi, 2 spettacoli come Pinocchio e il Piccolo Principe – spiega Luca Landolfi responsabile dei servizi educativi della cooperativa sociale “Il Granello” – volevamo tuffarci in un progetto dove l’allegria fosse la protagonista. Così ci siamo messi all’opera sul musical Grease e lo abbiamo rivisitato in una chiave davvero molto particolare. Per i ragazzi è stata fino ad ora un’esperienza straordinaria e coinvolgente. Il debutto sul palco del Giuditta Pasta non ci spaventa, ma ci emoziona! Soprattutto perché dedicheremo la serata ad una Organizzazione che aiuta i ragazzi e le ragazze fuori casta in Bangladesh e lotta per garantire a loro un futuro… che è un po’ quello che facciamo noi tutti i giorni”.”I disabili in Bangladesh – racconta Lino Swopon Das, presidente e fondatore di Dalit – sono circa 16 milioni ed esistono ancora molti preconcetti su di loro, soprattutto nelle zone rurali dove la disabilità viene vista come una maledizione di Dio, inflitta in seguito ai peccati commessi dai genitori. Molti credono addirittura che sia una malattia infettiva. Alcuni dottori mettono in pratica, senza alcuna formazione specifica e lavorando in condizioni igieniche non appropriate, dei trattamenti per curare le malformazioni fisiche che si basano su metodi superstiziosi; in questo modo provocano ulteriori malformazioni o aggravano le condizioni di chi è già disabile. Io vivo questi problemi in prima persona con mio figlio che è un disabile fisico dalla nascita. Abbiamo provato a mandarlo in una scuola privata, ma dopo alcuni mesi lo hanno rifiutato. Avendo un disabile in famiglia la società pensa che i genitori abbiano terribilmente peccato e le persone li isolano. Così, chi è disabile fisico o psichico, rimane chiuso in casa o tenuto in ospedali psichiatrici se ha le possibilità economiche, altrimenti gira per le strade delle città o nei villaggi”.
29102016