2 giugno cancellato, Gilli: “Il sindaco si dimetta”
“Nel 2001, su impulso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la festa della Repubblica Italiana fu ristabilita come festività il 2 giugno, nell’anniversario del referendum istituzionale del 1946. Un invito alla coesione nazionale, al rafforzamento dell’identità e della solidarietà delle tante tradizioni che compongono l’unità italiana”.
Passa subito alla querelle saronnese: “Nel 2017, il pro tempore sindaco di Saronno ha deciso, con sovrano distacco, di abolire ogni forma di celebrazione del 2 giugno in città, poiché non sarebbe previsto dal protocollo e per il rischio di problemi di ordine e di sicurezza pubblica a causa della presenza in città di gruppi antagonisti, il Telos”.
“Il sindaco – a tutto concedere – non si sente italiano, non ha senso di appartenenza alla comunità nazionale, ha un’identità diversa da quella dei cittadini della Repubblica Italiana. Vuole imporre a tutti i Saronnesi tali suoi sentimenti di estraneità, una vera e propria allergia a tutte le solennità nazionali (per non parlare del tricolore, bizzarramente sostituito da nastri biancoazzurri). Chissà perché, però, non batte ciglio, al pari dei suoi assessori, quando ogni mese riceve dalla Repubblica Italiana le indennità di funzione, che per più di uno degli attuali amministratori costituiscono la principale, se non l’unica, fonte di sostentamento”.
Non manca una stoccata sulle scelte d’investimento dell’Amministrazione: “Eppure, il sindaco pro tempore, non disdegna i festeggiamenti; anzi, punto qualificante del suo bilancio è il costoso allestimento, con centinaia di migliaia di euro provenienti dalle tasche dei cittadini saronnesi ed italiani, di un’area delle feste, al confine con Origgio, di cui nessuno sentiva primaria necessità, tranne che gli amanti delle sagre delle salamelle o della cassoeula, di spessore culturale inferiore a quello della sogliola”.
La chiosa è durissima: “Siano alla farsa, condivisa da formazioni politiche nazionali o cittadine che fanno parte dell’attuale maggioranza, ormai diméntiche delle loro origini. Purtroppo questa ossessione (per il Telos e il… protocollo) produce recidivi insulti alle istituzioni ed ai Saronesi; l’insensibilità istituzionale è indice di incapacità di governare i propri impulsi antiitaliani e di inettitudine a rappresentare la comunità saronnese. Se vuole essere così divisivo e cocciutamente di parte, il sindaco si dedichi al suo partito e cessi spontaneamente dall’incarico: i Saronnesi ne hanno già avuto abbastanza, né vogliono che il transeunte primo cittadino continui a turbarsi a causa dell’italianità”.
(foto di archivio firmata Edio Bison)