10 all’ora in via Legnani, Tu@Saronno spiega obiettivi e modalità del limite ridotto
SARONNO – “Crediamo sia il caso di spiegare, in modo da ridimensionarla e renderla quello che oggettivamente è, la questione relativa ai 10 chilometri all’ora in via Legnani”
Inizia così la nota di Tu@Saronno in merito alle polemiche degli ultimi giorni sul “rallentamento” dell’arteria alle porte della Ztl.
L’ordinanza dello scorso 14 ottobre specifica che tale limite è da applicare dal civico 4 di via Legnani (ovvero l’uscita dell’Istituto Padre Monti) e l’inizio di via Silvio Pellico (ovvero il punto in cui la pavimentazione da porfido torna ad essere in asfalto). Si tratta in totale di poco meno di 40 metri.
Perché è stato imposto questo limite per un tratto così breve? Perché via Legnani, nel momento in cui si innesta su via Silvio Pellico, s’interseca con via Padre Monti, ovvero l’ingresso della Ztl interdetto alle auto dal quale escono in continuazione pedoni e ciclisti. Il tutto davanti all’uscita dell’oratorio, in prossimità della Leonardo Da Vinci, vicino all’uscita del cinema, nel punto in cui dalla ciclopedonale di via Pellico si attraversa per entrare in Ztl. Si tratta quindi di una zona a forte commistione di varie forme di mobilità e sarà capitato a tutti di incrociare in quel punto qualcuno a piedi o in bicicletta, giovane o anziano che sia.
Non essendoci un’intersezione del traffico veicolare, è stata preferita la soluzione del limite 10 chilometri all’ora, che indica agli automobilisti di prestare moltissima attenzione, invece che uno stop. La vecchia segnaletica”Veicoli a passo d’uomo”, che rendeva forse meglio l’idea, non é più utilizzabile in base a quanto dispone oggi il Codice della Strada.
Ai sagaci commentatori sui social e sulla stampa locale (che ormai hanno fatto della maleducazione e del non conoscere affatto quello di cui parlano la propria firma), che ritengono che in quel punto non sia opportuno imporre al traffico veicolare di rallentare, diciamo che noi invece pensiamo di sì, anche se è comprensibile che una soluzione del genere, che in Italia si vede poco, ma che nel mondo esiste da più di 40 anni, possa destare stupore. Sappiamo bene che, sia per la crisi energetica che stiamo attraversando sia per la mutata sensibilità sul tema, sempre più famiglie stanno passando all’uso della bici in ambito urbano. E siamo sicuri – un po’ come avvenuto in altri casi di interventi di moderazione del traffico – che gli utenti deboli della strada, ovvero chi si muove a piedi o in bici, che in centro sono la maggioranza, ne saranno contenti.
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