Saronno, il liceo Grassi alla scoperta dell’imprenditoria con Luca Quagliano
SARONNO – Credere sempre nelle proprie idee e non arrendersi mai, anche nei momenti di maggiore scoramento. Sono i due comandamenti che Luca Quagliano, founder e ceo di Nio, startup di cocktail pronti in bustine grandi come un cd, ha trasmesso agli studenti del liceo scientifico Grassi di Saronno durante l’ultima assemblea d’istituto.
In un’aula magna gremita, l’ospite d’eccezione, invitato dal Comitato studentesco, ha raccontando ai ragazzi del Gb la sua avventura imprenditoriale: dall’idea al difficile percorso della realizzazione, fino al successo nazionale e internazionale. Fondata nel 2017, Nio (acronimo di Needs Ice Only) nel 2022 ha fatturato 6 milioni di euro e ha debuttato in California, con un brand ambassador del calibro di Alex Del Piero, proseguendo nella sua politica di espansione negli Usa, con i corner negli aeroporti internazionali di Los Angeles e San Francisco e nel Jfk di New York.
“L’idea illuminante non chiede il permesso. Arriva in qualsiasi momento, anche mentre stai lavorando per una multinazionale. E per svilupparla non hai bisogno di grandi spazi, basta anche un angolino”, ha esordito Quagliano, laurea in legge alla Statale di Milano, studi al London college of fashion di Londra e un master in Fashion, Experience & Design Management alla Sda Bocconi, esperienze da manager in big player come Benetton, Calzedonia, Levi’s e Vodafone. La sua Nio è nata in un garage, il filo conduttore che lega colossi come Apple, Google, Amazon.
“L’idea è arrivata per caso, durante una cena tra amici a casa mia: alla fine mi sono domandato “perché non si può bere un Negroni o un Daiquiri sul divano di casa?”. Ho fatto una ricerca e ho scoperto che non esistevano cocktail pronti da bere, ho lasciato il mio lavoro e insieme con il mio amico e socio Alessandro Palmarin mi sono lanciato in questa avventura folle!”. La parte più difficile? Tante, ha rivelato agli studenti il giovane imprenditore.
“Per passare dalla teoria alla pratica però ci è voluto quasi un anno e mezzo, soprattutto a causa degli ostacoli burocratici da superare. In Italia infatti non esisteva una licenza per la produzione di cocktail imbottigliati e confezionati, come quella che serviva a noi. Siamo stati i primi a chiederla e tuttora siamo gli unici ad averla. All’inizio è stato difficile, ma con tenacia siamo riusciti a instaurare una bella collaborazione con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Siamo stati aiutati a creare tutte le premesse legali per il nostro progetto, in modo da non infrangere la legge da nessun punto di vista”. La bontà del progetto e, soprattutto, dei cocktail, realizzati da Patrick Pistolesi, uno dei più famosi bartender d’Europa, ha attirato subito l’attenzione dei nuovi soci e Nio si è imposta subito sul mercato del b2b (hotel, ristoranti, compagnie aeree o navali, società di eventi, enoteche, wedding planner…).
“Poi, è arrivata la pandemia e tutto si è fermato. Per non rischiare di chiudere, abbiamo ri-orientare la nostra strategia al consumatore finale. È stato un successo: oggi il b2b vale il 60% e il direct to consumer il 40% del nostro fatturato”, ha rivelato l’imprenditore. Numerose le domande dei ragazzi, che si sono appassionati allo speech dell’imprenditore. Soddisfatta anche la dirigente scolastica del Gb, la professoressa Edelweiss Bonelli. “Per i nostri studenti è stato un momento di arricchimento, perché li ha aiutati a comprendere il profondo legame tra imprenditorialità e spirito di iniziativa”.