Gmg Lisbona da Saronno: prima giornata di catechesi con l’arcivescovo Mario Delpini
SARONNO – Nuova giornata del viaggio dei ragazzi degli oratori saronnesi alla Gmg la giornata mondiale della gioventù l’incontro internazionale di spiritualità e cultura dei giovani cattolici, promosso dalla Chiesa cattolica su iniziativa del papa. Quest’anno l’appuntamento è a Lisbona.
IlSaronno grazie alla collaborazione con i ragazzi saronnese e in particolare Chiara vi racconterà giorno quest’incredibile esperienza.
Questo è il diario di mercoledì 02 agosto
Eccoci al primo giorno di catechesi che abbiamo vissuto in un parchetto vicino al nostro alloggio proprio questa mattina insieme ad altri paesi della diocesi. Insieme ai giovani presenti si è unito anche monsignor Mario Delpini, arcivescovo della diocesi di Milano. L’argomento trattato e analizzato prima da una testimonianza, poi in piccoli gruppi e infine confrontandosi con l’arcivescovo è stato l’ecologia integrale.
Con tale terminologia si intende studiare la relazione tra il creato e l’uomo e come essi siano profondamente interconnessi. Bisogna cambiare sguardo, rotta perché tutti siamo necessari e creati per amare! Gesù ci invita a guardare la bellezza, a riconoscere il lavoro come l’opera creatrice di Dio. Un ragazzo, Davide, di 22 anni ha portato la sua testimonianza parlando di come ci siano molti sguardi per custodire la bellezza del creato. Nulla ci è dovuto, ma tutto è un dono da preservare e custodire. La Parola ci insegna a riconoscere quanto l’ambiente sia importante e a comprendere la piccolezza dell’uomo nei confronti della grandezza del creato. Ci sono tanti metodi per fare del bene all’ambiente, come informarsi e contribuire attivamente.
È intervenuto anche l’arcivescovo consigliandoci di leggere la Laudato Sii, soprattutto dal numero 211 al 214 in cui Papa Francesco parla dell’importanza delle piccole azioni. Il bene é contagioso ed é importante anche fare scelte personali condivise. É importante anche l’educazione che viene fatta in famiglia. Bisogna imparare a pensare senza affidarsi agli slogan, imparare ad avere uno sguardo sulle cose informandosi.
Abbiamo celebrato anche la messa insieme all’arcivescovo che ci ha lasciato tre domande a partire dal brano del vangelo di oggi: in quei giorni Maria si alzò e andò di fretta verso la regione montuosa, in città di Giuda (LC 1,39).
La prima domanda era sul partire: per noia, per curiosità, grazie agli amici… Maria lo fa a causa dell’annunciazione. Nella nostra vita c’è qualche angelo che ci visita e che ci fa alzare per partire?
La seconda domanda é sulla fretta: é una premura a servire da parte di Maria. Ci sono frette che ci muovono e non ci fanno stare fermi?
La terza domanda é sul prendersi cura: a quale vocazione siamo chiamati? A tutti noi sono affidate piccole cose. Noi giovani non siamo chiamati a mettere a posto il mondo rovinato dagli adulti perché i nostri genitori non hanno sbagliato tutto ma il mondo è sempre da aggiustare a ogni generazione. Ognuno fa quel che può per custodire il proprio metro quadrato che gli è affidato.
Finita la messa ci siamo recati a Lisbona per mangiare e per vedere la torre del Belem e in questa occasione abbiamo trovato alcuni giovani di saronno che stanno partecipando alla gmg come volontari. Siamo poi andati alla festa degli italiani in cui ci sono stati tanti interventi, tra cui quello registrato del presidente Mattarella, é intervenuta la pallavolista Cristina Chirichella, Don Ciotti, Giusy Buscemi, il cardinal Zuppi e tanti altri.
Don Ciotti ha più volte detto di essere credibili e per esserlo bisogna diventare responsabili. Il Vangelo e la Costituzione non devono essere soprammobili affinché si possa evitare che il male vinca. Noi siamo il cambiamento perché per far sì che le cose cambino, dobbiamo cambiare noi. La legalità mette radici nelle terre fertili della responsabilità. Se manca la cura del bene comune, la legalità resta in superficie e non mette radici nella conoscenza e nella coscienza. Conclusa la serata con una preghiera con tutti gli italiani, abbiamo raggiunto il nostro pullman, tra un coro e l’altro, che ci ha riportati presso la località di Queijas, nella scuola dove dormiamo.
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