Saronno, morte di Michele Garruto: patteggiata la pena di un anno e 4 mesi. Il fratello: “L’hanno ucciso una seconda volta”
24 Ottobre 2023

SARONNO – “Fa male sapere che lo Stato possa prendere accordi con gli imputati e non prenda in considerazione le richieste delle parti offese! Questa è l’Italia!”. E’ il commento a caldo di Teodoro Garruto il fratello di Michele Garruto il 30enne, barbiere residente a Solaro con un’attività a Rovellasca, morto il 7 luglio 2022 a Saronno lungo la tangenzialina che collega la città degli amaretti a Ceriano Laghetto.
L’incidente ha lasciato senza parole e sconvolto diverse comunità. Michele Garruto stava tornando a casa in moto lungo la Sp31 bis la tangenzialina esterna che collega Saronno con Rovello Porro e Ceriano Laghetto. Poco dopo le 13 l’impatto tra la moto del 30enne e un mezzo da lavoro con cestello. Della vicenda si è parlato molto non solo perchè Michele Garruto era molto amato e conosciuto per gli ottimi risultati ottenuti con la propria attività professionale ma anche perchè il corpo era rimasto diverse ore sull’asfalto prima che si capisse quale fosse la competenza del caso. Non a caso il fratello ha chiesto più volte giustizia per Michele. Non a caso la famiglia del 30enne, determinata ad avere giustizia, è affiancata dall’ Aifvs Associazione Familiari e Vittime della Strada. Nel primo anniversario della morte del giovane, nel luglio scorso, è stato organizzato dal fratello un riuscito memorial solidale.
Oggi è tenuta l’udienza preliminare a carico del conducente del mezzo che secondo i rilievi avrebbe l’inversione a “U” sulla provinciale in un punto con la doppia striscia continua, diventando un ostacolo inevitabile per la moto condotta dal 30enne.
L’udienza si è conclusa con il patteggiamento e la pena di un anno e 4 mesi di carcere e due anni di sospensione della patente. Grande amarezza dei familiari: “E’ come se avesse ucciso mia madre. Ci siamo apposti al patteggiamento con il legale dell’associazione Aifvs ma il Gip ha accettato il patteggiamento. Concedendo anche la sospensione della pena. E’ come se avessero ucciso Michele una seconda volta”.
(foto archivio: lo striscione tutt’ora sulla strada che ricorda il 30enne)
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Commenti
Non e’ giustizia questa ed ancora piu’ vergognoso un simile patteggiamento
Riposa in pace , non si vuole vendetta ma giustizia, un anno e 4 mesi vale la vita di un ragazzo? Lo stato deve vergognarsi.