Udc: “Situazione in città è segno del tracollo dell’Amministrazione”
I fatti di sabato scorso a Saronno, le polemiche che li hanno preceduti e seguiti e la contromanifestazione in programma sabato meritano alcune riflessioni.
La prima è che la violenza è sempre e comunque da condannare e chiunque la utilizzi come metodo di lotta politica per noi popolari e moderati non è un interlocutore. Avevamo già alzato la nostra voce dopo i fatti del XXV aprile per difendere il sindaco Luciano Porro dalle aggressioni verbali cui era stato fatto oggetto, lo ripetiamo dopo la manifestazione non autorizzata del 27 settembre scorso davanti alle minacce urlate e scritte sui muri, ai danneggiamenti diretti e indiretti nei confronti degli esercizi commerciali cui va tutta la nostra solidarietà.
La seconda riflessione è nel merito: i gruppi anarchici hanno diritto di cittadinanza se – come tutti -rispettano le regole. Occupare abusivamente un immobile privato, utilizzare utenze ed altri servizi pubblici senza pagarli (ovvero facendoli pagare a tutti), danneggiare la roba altrui e spaventare la gente se sgombrati, sono comportamenti non rispettosi delle regole. Per sedersi al tavolo con questi signori occorre che sottoscrivano preventivamente un patto di legalità, dopo si entrerà nel merito dei problemi sollevati.
Terzo: il tema delle emergenze abitative è reale ma non riguarda questi ragazzi che a quanto ci risulta una casa dove dormire ce l’hanno, spesso confortevole e quasi sempre fuori Saronno. Dunque agitarlo a seguito dello sgombero dei locali di Via Milano ci sembra del tutto strumentale. Altro è parlare della ricerca di spazi di aggregazione, un bisogno sentito e importate per molti giovani ma non primario come la prima casa. Per quest’ultimo problema – questo sì davvero drammatico – in questi anni non si è fatto nulla o quasi: il recente invito ai proprietari di case sfitte a locarle a equo canone è debole, poco supportato da incentivi e privo di adeguata comunicazione. Meglio sarebbe stato passare dalle associazioni di volontariato che coinvolgono migliaia di persone a Saronno e la cui garanzia sarebbe stata percepita come forte rassicurazione dai proprietari immobiliari.
Quarto: l’appello dei “cento benpensanti” in favore dei Telos e contro la Giunta manifesta le divisioni tra i diversi spezzoni della sinistra saronnese. E’ il segno più chiaro del tracollo di questa Amministrazione che non è stata capace di gestire né le forze alla sua sinistra (SEL) né quelle moderate con venature radicaleggianti (Tua@Saronno). La scusa dei soldi non regge: il fallimento è politico. La nostra città ha un presente grigio e un futuro nero. Se vogliamo scuoterci da cinque anni di narcosi politica e di immobilismo amministrativo, si facciano avanti le forze del popolarismo e i veri moderati che a Saronno sono da sempre maggioranza e si propongano per una svolta vera al governo della città. Chi nel PD è davvero benpensante (e ce ne sono!) ci rifletta su
06102014