L’ex assessore Lucano: “Sono allibito dalle proposte di Silighini per le aree dismesse”
“Sono rimasto assolutamente allibito – esordisce l’ex assessore della Giunta dell’ex sindaco Pierluigi Gilli – quando ho letto i progetti di Luciano Silighini Garagnani e soprattutto sulle modalità con cui intende concretizzarli”.
L’idea dell’esproprio delle aree dismesse che non vengono subito bonificate con successivo affidamento ai privati non la convince?
“E’ ovvio! Denota un’assoluta mancanza di conoscenza della cosa pubblica e della sua gestione oltre che della reale situazione delle aree dismesse. Basti pensare ai costi dell’acquisto delle aree, delle demolizioni e delle bonifiche. Cifre che il Comune di Saronno non potrebbe certo sostenere. Questa è sola la punta dell’iceberg: vogliamo parlare della manutenzione di tutte le strutture e i servizi che si vorrebbero realizzare? E che dire dei costi di gestione? Sono cifre che supererebbero di gran lunga l’intero patrimonio comunale. Economicamente è un’operazione impensabile, sarebbe gravoso anche per Milano”.
Niente parco di Peppa Pig quindi?
“Io credo che, conoscendo la situazione patrimoniale del Comune e quella delle aree dismesse, non si possa che giudicarla come impraticabile dal punto di vista economico. Potremmo anche parlare dell’impatto sul comprensorio ma il fatto che sia irrealizzabile chiude qualsiasi ulteriori analisi”.
Al di là delle proposte di Silighini, comunque l’Amministrazione ha già ipotizzato il futuro delle aree dismesse, recentemente l’assessore Campilongo ha raccontato il progetto per l’ex Cantoni, cosa ne pensa?
“Bisogna innanzitutto ricordare che si non può agire sulla proprietà privata come se fosse pubblica. La monarchia e lo Statuto Albertino non ci sono più da tempo. I progetti dell’Amministrazione sono più soft di quelli di Silighini ma altrettanto impraticabili. Come si può pensare di convincere una proprietà a rinunciare ad esercitare i propri diritti e a guadagnare quando le si chiede di spendere milioni di euro per bonifiche e demolizioni?”
Quindi come si potrebbe iniziare a “lavorare” sulle aree dismesse?
“Realisticamente si potrebbe concedere delle riduzioni sugli oneri incrementando aree produttive di piccole dimensioni ed ecosostenibili. In questo modo la riduzione degli oneri avrebbe un ritorno per la città in termini di posti di lavoro. Purtroppo al momento anche questa soluzione è impraticabile. L’edilizia è ferma e un investimento di queste proporzioni è ipotizzabile solo a medio-lungo termine. Viste le difficoltà in cui versa il settore è impensabile che si trasformino le proprietà si trasformino in operatori attivi.
07042014