Giornata del Ricordo, Porro: “Bisogna fare memoria dando voce alla verità”
“Il 10 febbraio in tutta Italia si celebra il “Giorno del Ricordo” per non dimenticare i cinquemila italiani massacrati in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945, uccisi dai partigiani comunisti di Tito solo perché erano italiani: una “pulizia” politica ed etnica in piena regola, mascherata come azione di guerra o vendetta contro i fascisti. Questa ricorrenza è celebrata pochi giorni dopo la “Giornata della Memoria” , celebrata per le vittime della Shoah. Perché il 10 febbraio? E’ una data simbolica che si riferisce al 1947 quando entrò in vigore il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia.
Nelle cavità carsiche chiamate foibe vennero gettati ancora vivi, uomini, donne, anziani e bambini che in quel periodo di grande confusione bellica si erano ritrovati in balìa dei partigiani comunisti jugoslavi.
Il “giorno del ricordo” è dedicato alle vittime delle foibe e anche alla grande tragedia dei profughi giuliani: 350 mila costretti all’esodo, a lasciare case e ogni bene per fuggire con ogni mezzo in Italia.
In gran parte finirono nei campi profughi e ci rimasero per anni. Uno di questi campi fu organizzato anche a Fertilia. Per mezzo secolo sulle stragi delle foibe e sull’esodo dei giuliani si è steso un pesante silenzio.
Nel 1996 è stato un politico di sinistra, Luciano Violante, all’epoca presidente della Camera a infrangere il muro di silenzio e a invitare a una rilettura storica degli avvenimenti. Appello ripreso sul fronte opposto dal leader della destra Gianfranco Fini e poi dal Presidente della Repubblica Ciampi.
Oggi, 10 febbraio, diciamo a tutti che è necessario continuare a fare memoria e ricordare gli orrori di quei tempi dando voce alla verità.
Ogni essere umano che viene ucciso anche oggi come allora, richiama a gran voce alla giustizia e alla pace.
Perché la storia non si ripeta.
10022015