Via Carso, Gilli: “Un errore costato 10 mila euro”
Inizia così l’ultimo intervento, sul suo blog personale, dell’ex sindaco Pierluigi Gilli, ed candidato con la coalizione formata da Ui, Fi e Popolari in merito al maxi marciapiede, fatto e poi smontato di via Carso.
“L’eliminazione della situazione preesistente era stata fortemente criticatada residenti e non, i quali lamentavano che, con il restringimento della careggiata, si rendeva pressoché impossibile la svolta a destra e si cagionavano irresolubili incolonnamenti nella stessa via Carso, soprattutto nei momenti topici dell’ingresso e dell’uscita degli studenti e personale dai tre Istituti Superiori collocati nei dipressi, con quell’unico sbocco stradale.
Le proteste, piuttosto vivaci per l’incomprensibilità dell’intervento,costrinsero la Giunta a fare repentinamente marcia indietro, resasi conto dell’irrazionalità del maximarciapiede fortemente voluto dall’inossidabile velocipedista assessore Barin e dal suo consulente tecnico Dondé.
Con pietose bugie e contraddizioni palesie, la Giunta – travolta dall’impopolarità – ha deciso politicamente (opinione del Barin) di ritornare come prima, smontando ciò che era già stato fatto e motivando il ritorno alle origini con la balzana giustificazione che si trattava di un “esperimento”.
Il ripristino, a tutt’oggi, non è ancora terminato, né si è tracciato il tanto magnificato nuovo passaggio pedonale; c’è ancora un cantiere, mentre la segnaletica orizzontale, disegnata alla bell’e meglio su un manto stradale approssimativo, ha dei tratti umoristici: la rifatta parola “stop” si sovrappone non esattamente a quella precedente, dando un risultato da disturbo visivo: si vede doppio”.
Gilli dopo le proprie considerazioni da spazio anche alla risposta dell’Amministrazione: “La risposta, che riproduco nel testo integrale, trasuda imbarazzo ed arrampicamenti sui vetri: si parla di “quadro di progettazione più ampio”, di presa d’atto che “il flusso di percorrenza pedonale – dovuto alla presenza degli istituti scolastici – risulta essere diretto per la maggior parte verso la stessa via Carso e non verso di via Varese”, sicché “si è deciso di riesaminare la soluzione progettuale iniziale”.La scoperta dell’acqua calda, come se la situazione di via Carso e la presenza di ben tre istituti superiori fosse ignota agl’ìncliti amministratori e ci fosse bisogno di un consulente esterno (“da Cormano”, precisa la risposta) che, evidentemente, ignora Saronno o si affida solo all’estro della progettazione a tavolino”.
Non manca l’aspetto economico:”Con il bel risultato economico che questo “esperimento” è costato ai Saronnesi ben 9.700 euro più iva: per fare niente o, meglio, per giocare al Lego e, dopo le proteste legittime dei cittadini, ritornare a com’era prima. Suppongo che l’iva sia all’aliquota del 10% e non del 22%; quindi euro 9.700 + euro 970 = euro 10.670,00 letteralmente buttati via; cui aggiungere, per quota parte, la parcella del progettista di Cormano”.
Dura la chiosa: “Complimenti vivissimi alla Giunta, che piange miseria ad ogni piè sospinto ed applica le aliquote massime ai tributi comunali, ma – quando si tratta disprechi – si distingue in quantità, qualità e fantasia. Non oso fare i conti sullo spreco di risorse per la magnifica pista ciclabile di via Varese, specie per il tratto in cui sostituisce il marciapiede e passa dove insistono le aperture di negozi e condominii e i pedoni (“utenza debole”) rischiano di essere travolti dai velocipedi, nonché per i vezzosi similmattoncini di un bel giallo paglierino che daranno una nota di colore ai nostri grigi inverni: e dire che, per far capire ai riluttanti concittadini il senso e l’uso della nuova circolazione, l’Assessore Barin ha dovuto stilare (mai successo prima!) un preziosissimo ed illustrato manuale d’uso: una chicca letteraria, da segnalare al premio Strega”