Licata: “L’Amministrazione vuole fare del Pasta l’ennesima area dismessa”
Inizia così la presa di posizione del capogruppo del Pd Francesco Licata che torna sul futuro della sala di via Primo Maggio dopo la discussione dell’interpellanza presentata nell’ultima seduta del consiglio comunale.
“Da quanto recepito l’attuale amministrazione leghista non sembra intenzionata, nei fatti, a corrispondere contributo alcuno ed anche le indicazioni rispetto a “mezzi alternativi” per sostenere la continuità dell’attività teatrale restano abbastanza vaghi, ancora senza applicazione e probabilmente inefficaci.
Due sono gli elementi che colpiscono nella risposta.
Il primo è l’indicazione del Consiglio di amministrazione quale colpevole di non aver recepito le indicazioni della giunta al momento della richiesta del contributo. La civica amministrazione, che avrebbe dovuto rispondere con un “si” o con un “no” entro il 31 dicembre, avrebbe contestato questa “sordità” al Cda attraverso una lettera inviata a firma del Sindaco il 4 febbraio (così riporta l’assessore nel suo intervento).
La domanda sorge spontanea, perchè la nuova amministrazione non ha provveduto subito alla sostituzione del Cda al momento del suo insediamento dopo le elezioni di giugno, visto che questo “non era rispondente alle loro indicazioni”? Perchè ha aspettato il mese di ottobre per avere il primo incontro con lo stesso, momento nel quale gli ha confermato la fiducia?
Il secondo è che oggi, superata la metà di febbraio, non solo non è stato indicato alcun contributo ma le uniche “raccomandazioni fatte”, quelle cioè che dovrebbero garantire al nostro teatro l’auto sostentamento con la sola vendita dei biglietti, sono i concerti di musica, quelli che hanno sempre fatto perdere parecchi soldi in quanto non remunerativi, ed i biglietti last minute che storicamente hanno fatto crollare il numero di abbonamenti (perchè fare l’abbonamento se poi il biglietto si trova ad un terzo del prezzo?). Questi ultimi possono andare bene nei teatri di Milano dove gli spettacoli stanno in scena due o tre settimane ma non a Saronno dove durano lo spazio di un week end. Pessimo marketing e non risolutivo.
Tempus fugit, le lancette dell’orologio corrono ed in questa situazione sarà impossibile programmare la prossima stagione teatrale e non sarà la Corte dei conti, la quale ha espresso una raccomandazione e non una denuncia di un comportamento illecito, e nemmeno le accuse, ingiuste, mosse verso il consiglio di amministrazione della fondazione Teatro a sancire la fine dell’attività teatrale.
A fare del Giuditta Pasta la nuova (ennesima) area dismessa di Saronno sarà una precisa volontà politica di non intervenire e di non trovare soluzioni, cosa che invece la precedente amministrazione aveva fatto. Che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e non cerchi di scaricarle su altri”