Morti in ospedale: i medici indagati restano in corsia
SARONNO – Spostato il primario del pronto soccorso, Nicola Scoppetta, gli altri medici indagati sono per il momento tutti rimasti al loro posto. Insomma, chi oggi si presenta al pronto soccorso o in altri reparti, potrebbe essere curato proprio da uno di quelli che hanno ricevuto l’avviso di garanzia per avere a vario titolo “coperto” il medico killer Leonardo Cazzaniga, accusato di quattro omicidi in corsia, con altri trenta casi al vaglio; e la sua complice.
“L’avviso di garanzia è ben lungi dall’essere una condanna. Per questione di opportunità abbiamo però adibito Scoppetta a ruoli amministrativi fuori dall’ospedale (farà studi su integrazione fra ospedale e territorio, ndr) ed il direttore sanitario Paolo Valentini ad altri compiti; per gli altri abbiamo aperto procedimenti disciplinari ma al momento non possiamo fare altro perchè le norme non ce lo consentono. Non li possiamo sospendere” ammette il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Giuseppe Brazzoli, al termine della conferenza stampa del venerdì pomeriggio in ospedale.
Dunque in pronto soccorso (dove compreso il primario Scoppetta i medici sono undici) ad oggi rimangono “regolarmente” in servizio tre medici finiti nella lista degli indagati. Uno è accusato del reato di omissione di denuncia in relazione ad uno degli omicidi di pazienti contestati a Cazzaniga, gli altri due devono rispondere di “falso ideologico in atto pubblico” in concorso con Cazzaniga e la sua amante, l’infermiera Laura Taroni. Nei loro confronti sono state eseguite perquisizioni proprio per trovare elementi di riscontro all’omicidio del marito della Taroni, Massimo Guerra.
Al loro posto rimangono, impegnati in altri “reparti specialistici”, anche due altri medici, uno accusato del reato di omissione di denuncia “in relazione ad uno degli omicidi di pazienti contestati al medico arrestato”, l’altro per “il reato di falso ideologico in relazione a certificati medici riguardanti gli aspetti assicurativi del decesso del marito dell’infermiera arrestata” come recita il comunicato stampa emesso dalla procura della Repubblica. Spostati dunque ad altri incarichi il direttore sanitario Paolo Valentini, indagato per omissione di denuncia e favoreggiamento personale al pari di Scoppetta; in servizio resta invece un componente della commissione d’indagine a suo tempo istituita per valutare due dei presunti delitti e che nulla aveva avuto da obiettare sull’operato di Cazzaniga, ovvero un medico legale. Indagato anche l’ex direttore generale che però non fa più parte dello staff dell’Azienda ospedaliera, ed un infermiere.
Unici sospesi, lo prevede la normative, gli arrestati, Cazzaniga e Taroni, messi a stipendio minimo.
02122016