Virginia Peruzzo: dal Gb Grassi al tetto del mondo
intervista di Giulia Alberio
ROVELLASCA – SARONNO Giovane, bella, simpatica e vincente. Virginia Peruzzo, medaglia d’oro al campionato mondiale di pallavolo femminile Under18 2017 – svoltosi in Argentina dal 18 al 27 agosto – racconta la sua esperienza sportiva e la sua vita quotidiana tra Rovellasca, Saronno e Busto Arsizio.
Sei reduce da una competizione tanto impegnativa quanto gratificante. Qual è stata per te la partita più emozionante di questo mondiale? E quali sono i ricordi più belli che hai portato a casa?
«La partita più emozionante è stata sicuramente la semifinale contro la Turchia. Tutti pensavano che saremmo andate al tie-break, ma la voglia di vincere ci ha dato la forza per rimontare e chiudere il match 3 a 1. Ma il ricordo più bello che ho è l’ultimo punto segnato nella finale contro la Repubblica Dominicana. Quando ho sollevato la coppa ho pianto molto, ma di felicità. Vincere è stata una grandissima soddisfazione, ma non l’ho realizzato subito. Il giorno dopo, sull’aereo del ritorno, ho avuto tutto il tempo per meditare. Pensavo a quando ho iniziato a giocare, a tutto l’impegno profuso negli allenamenti, ai rimproveri subiti, a tutte le vittorie, alla fatica, ai giorni in cui mi dicevo “Potrei uscire a divertirmi e invece sono qui a sudare”. Però poi ogni volta che guardo la mia medaglia d’oro dei campioni del mondo penso “Ne è valsa davvero la pena!”»
Dopo aver asciugato tutte le lacrime di gioia, come hai festeggiato la vittoria?
«La sera della vittoria sono uscita a cena con la squadra. Dopo tre mesi di regime alimentare rigoroso ed equilibrato, finalmente ho potuto mangiare tutto quello che volevo e ho anche assaggiato alcuni piatti del posto.»
Il mondiale in Argentina è soltanto l’ultima tappa della tua piccola grande carriera pallavolistica. Quando e come è nata la tua passione per questo sport?
«Quando ero in quinta elementare mi è capitato tra le mani un volantino della squadra di pallavolo di Lomazzo. Ho provato ad andare a un allenamento e mi sono trovata bene fin da subito. È bastato poco perché questo sport diventasse la mia passione. Negli anni successivi ho giocato nelle squadre di Rovellasca e Cermenate. Quando a 14 anni sono stata convocata nel team di Busto Arsizio, la UYBA, ho provato un’emozione fortissima»
Ogni campione ha il proprio segreto. Cosa fai per trovare la carica prima di una partita? Compi qualche gesto rituale?
«Sono molto scaramantica. Solitamente gioco di sabato. Quando torno a casa da scuola, la prima cosa che faccio è indossare la divisa per la partita. Poi pranzo, se ho tempo faccio i compiti, altrimenti preparo subito il borsone. Appena salgo in macchina mi infilo le cuffie e ascolto le canzoni della mia playlist, sempre nello stesso ordine. In particolare, mi piace Michael Jackson»
Come riesci a mantenere la concentrazione e il sangue freddo anche nei momenti di difficoltà?
«Devo ancora capirlo, non è molto chiaro neanche a me. Di solito per gestire l’ansia in campo continuo a ripetere nella mia testa che sono forte e che non devo avere paura di sbagliare. Poi faccio due respiri profondi (ma proprio profondi, infatti si vede quando li faccio!), guardo come sono posizionate le avversarie e vado avanti un punto dopo l’altro.»
Virginia in campo e Virginia fuori dal campo… Sei sempre la stessa?
«Non proprio. Fuori dal campo sono molto timida, se non conosco una persona ci vado piano prima di darle confidenza. Quando poi mi apro, sono una ragazza solare ed estroversa. Invece mentre gioco sono decisamente più grintosa. All’inizio ero timida anche in campo. Durante il primo anno nella squadra di Busto il mio allenatore mi diceva sempre di guardare le avversarie “con il sangue agli occhi”, perché non avrei potuto continuare a giocare se fossi stata troppo emotiva. Da quell’anno sono cambiata: sono diventata molto più sicura di me, in campo faccio sentire la mia voce e trascino con energia le mie compagne.»
Come si svolge la tua giornata tipo?
«Mi sveglio alle 6.30, mi preparo ed esco di casa alle 7. Per andare a scuola prendo il pullman: è sempre molto affollato, soprattutto in questi primi giorni dato che in tutte le scuole le lezioni finiscono a mezzogiorno. Solitamente rientro intorno alle 14, mangio, mi rilasso una ventina di minuti e poi faccio i compiti. Alle 17 esco di casa: direzione palazzetto di Busto. Mi alleno tutti i giorni, riposo solo la domenica. Le partite sono al sabato con la serie B e durante la settimana con l’Under 18.»
Perché hai scelto di frequentare il Liceo Scientifico G. B. Grassi di Saronno?
«Non sapevo che strada prendere dopo le medie, ma sono sempre stata una brava studentessa, così le mie professoresse mi hanno consigliato di frequentare un liceo. Ho provato a partecipare agli open day di diverse scuole superiori, ma il G. B. Grassi è quella che ho preferito fin da subito. Non mi sono pentita della mia scelta: mi trovo molto bene sia con i miei compagni che con gli insegnanti e riesco a conciliare lo studio e lo sport. È una scuola impegnativa, ma indubbiamente fornisce agli studenti un’ottima preparazione.»
Hai intenzione di frequentare l’università?
«Penso di sì, ma non ho ancora deciso a quale corso di laurea iscrivermi… ce ne sono così tanti! Sto prendendo in considerazione ostetricia. L’anno scorso grazie al progetto “Alternanza scuola-lavoro” ho avuto la possibilità di svolgere un tirocinio presso l’ospedale di Legnano. Avevo fatto richiesta per il reparto pediatrico perché adoro i bambini, ma purtroppo i posti erano esauriti. Così ho optato per la sala parto: ho assistito ad alcune nascite, è stato davvero emozionante!»
La pallavolo assorbe sicuramente gran parte delle tue energie. Coltivi altri interessi oltre allo sport?
«Purtroppo non ho tempo per dedicarmi ad altre attività. Quando ho un attimo per me, leggo o guardo un film.»
Ti capita di uscire con le tue amiche a Rovellasca o a Saronno?
«Non mi capita spesso di uscire. Però quando gioco alla domenica e ho il giorno di riposo in settimana, a volte faccio un giro per Saronno con i miei compagni di classe: mangiamo una piadina o un trancio di pizza e passeggiamo tra le vetrine del centro. Saronno è proprio una bella cittadina. Quando ero piccola invece frequentavo molto di più il mio paese, Rovellasca. C’è un bellissimo parco qui, che secondo me andrebbe sfruttato un po’ di più; rispetto a qualche anno fa, ora vengono organizzate molte meno feste: è un peccato.»
Non hai ancora compiuto 17 anni, ma hai già ottenuto risultati strepitosi. Ora che uno dei tuoi sogni più grandi è stato realizzato, quali progetti hai per il futuro?
«Mi piacerebbe arrivare a giocare come titolare nella serie A1. Nella pallavolo servono costanza e determinazione: cercherò sempre di fare del mio meglio per arrivare al massimo livello a cui posso aspirare.»
Giulia Alberio
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